Coronavirus, indicazioni e raccomandazioni per diversi gruppi e categorie di popolazione


9/12/2020
 
 
 Cosa trovi in questa pagina:

Le indicazioni e raccomandazioni per
- Anziani
- Donne
- Bambini e ragazzi
- Fumatori 
- Consumatori di bevande alcoliche e persone alcoldipendenti 
- Persone con ludopatia 
- Persone in carcere
- Migranti


Anziani

Gli anziani sono la popolazione più a rischio. Le prime analisi dei dati epidemiologici effettuate dall'Istituto superiore di sanità mostrano che i pazienti deceduti sono soprattutto anziani, con più patologie. Gli anziani hanno anche maggiore possibilità di sviluppare le conseguenze più gravi. 

L'Istituto superiore di sanità (ISS) rileva inoltre che la sintomatologia più frequente all’esordio della malattia Covid-19 è l’associazione di febbre e dispnea, cioè difficoltà a respirare: è quindi importante che in relazione a questa particolare fragilità della popolazione italiana, le persone anziane assumano comportamenti di massima protezione.

Chi presenta febbre e difficoltà respiratorie deve chiamare subito al telefono il proprio medico di famiglia, oppure il 112 o il 118 in caso di grave difficoltà respiratoria, senza recarsi al pronto soccorso o nelle sale d’attesa degli studi medici dove si possono avere contatti stretti con altre persone.  Tutte le persone anziane devono restare in casa più possibile, evitando i contatti stretti.

L’ISS ha anche realizzato e pubblicato:
- l’opuscolo Guida pratica per chi si prende cura degli anziani, disponibile in più lingue e rivolto a fornire consigli utili e pratici soprattutto alle badanti
- l'opuscolo Coronavirus - Dieci consigli per chi si prende cura degli anziani

phone 14402 Senior Italia FederAnziani ha realizzato un vademecum rivolto agli over-65 che fornisce in 20 punti consigli su come comportarsi per difendersi non solo dal rischio sanitario derivante dall’infezione da nuovo coronavirus, ma anche da truffe e fake news che in questa fase di emergenza sono molto pericolose per i soggetti più fragili.  

Anche il Ministero della Salute ha attivato nell’area dedicata alle Faq una sezione specifica per gli anziani in cui sono raggruppate risposte, e consigli semplici e concreti, alle domande più frequenti: da come fare per ricevere i farmaci e/o la spesa a domicilio, a come e con cosa pulire pavimenti, tavoli, scrivanie e altre superfici della casa, alle misure di igiene personale: consulta le Faq dedicate agli anziani.

Per approfondire consulta: 
- la sezione tematica Covid-19 - Anziani e persone fragili sul sito del Ministero della Salute
- la sezione Anziani nelle FAQ realizzate dal Ministero della Salute

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ANZIANI E DISABILI: LE REGOLE PER RSA E RSD IN TOSCANA 

Le ultime disposizioni per gestire l'emergenza da Covid-19. Aggiornate anche le linee di indirizzo per la gestione delle strutture residenziali socio-sanitarie in Toscana. Dal 19 ottobre vietate le visite ai familiari fino a fine emergenza sanitaria.  
Nell'ordinanza n. 98 si dispone che nelle Rsa, le residenze per disabili e altre strutture socio-sanitarie, nel caso si proceda a separare gli ospiti positivi o dubbi, asintomatici o paucisintomatici, da chi invece è negativo spostandoli in strutture o aree con livelli di cura e assistenza sanitaria previste per le cure intermedie, quest’ultime fino al termine dello stato di emergenza potranno essere attivate anche in deroga ai requisiti di solito previsti per l’autorizzazione e l’accreditamento.

Le nuove disposizioni integrano l’ordinanza n. 89 dell’8 ottobre 2020.  

A partire dal 19 ottobre sono anche di nuovo vietate le visite dei familiari degli ospiti in RSA, fino alla fine dell'emergenza sanitaria (31 gennaio 2020). Lo stabilisce l'ordinanza 93 del 15 ottobre 2020, che aggiorna anche le linee di indirizzo anti-Covid per la gestione delle strutture residenziali socio-sanitarie.

Le nuove disposizioni regionali definiscono, in particolare:
  • le modalità di accesso alle strutture socio-sanitarie
  • gli strumenti necessari per garantire la comunicazione tra ospiti e familiari  
  • i nuovi ingressi dal domicilio e dall’ospedale come i rientri in rsa da ospedalizzazioni temporanee e pre-isolamento 
  • la campagna vaccinale e screening Covid
  • la cartella elettronica dell’utente
  • il ruolo dei medici di famiglia e degli usca nei confronti dei pazienti Covid
  • il ruolo dei team specialistici multiprofessionali a livello zonale-ospedaliero
Le linee di indirizzo tengono conto anche di altri scenari come la positività accertata all’interno della struttura, il personale in situazione di emergenza. 

Emergenza COVID-19 nelle RSA e RSD della Toscana: riprende l'aggiornamento delle indicazioni regionali. Il documento ad interim cercherà di raccogliere le indicazioni fornite da più fonti e per questo motivo manterrà il formato elettronico perché verrà aggiornato ogni qualvolta le ordinanze regionali e/o le procedure aziendali cambieranno, alla luce dei progressi che la comunità scientifica farà e in base all’andamento del fenomeno che stiamo vivendo in questo periodo di emergenza epidemiologica. Consulta la news sul nostro portale Valore in RSA.

In arrivo le Rsa "total Covid"
Alcune Residenze sanitarie assistite per anziani saranno riconvertite in Rsa "total Covid". E’ quanto dispone l’ordinanza n. 112 del 18 novembre 2020. Un’operazione che sarà messa in pista a breve e che rimarrà in vigore per l’intera durata dell’emergenza sanitaria.
Le strutture a essere convertite in Rsa Covid saranno soprattutto quelle con una maggiore percentuale di positivi: alle Asl il compito di predisporre l’elenco delle strutture con i requisiti richiesti per essere riorganizzate, in tempi rapidi, in total Covid e sempre in stretta collaborazione con le Società della Salute e le Zone distretto territoriali. Per maggiori info leggi il comunicato regionale.

Per approfondire il tema Coronavirus e anziani in RSA, consulta tutti gli ultimi aggiornamenti sul nostro portale tematico Valore in RSA

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L'Istituto superiore di sanità, per monitorare la situazione e dare sostegno al personale impiegato in queste strutture, è impegnato su più fronti con attività di sorveglianza mirate a individuare eventuali strategie di rafforzamento dei programmi di prevenzione controllo delle infezioni (Infection prevention and control, IPC) e con attività di supporto volte a fornire risorse e indicazioni sugli ambiti di prevenzione e preparazione della struttura alla gestione di eventuali casi sospetti/confermati di COVID-19.  Per approfondire, consulta:


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Donne
Dai dati epidemiologici disponibili fino ad oggi sembra che esista una differenza di genere tra uomini e donne a proposito del rischio di infezione e di mortalità da Covid-19: le donne risultano meno colpite dall'infezione. Questo potrebbe dipendere da vari fattori:

- una maggiore tendenza degli uomini al tabagismo (fattore di rischio per contrarre l’infezione e per sviluppare un quadro clinico più grave della malattia)
- una più spiccata abitudine delle donne a dedicare uno spazio significativo della propria quotidianità all’igiene personale
- una risposta immunitaria, sia innata che adattativa, più pronta ed efficace nelle donne che negli uomini

Ci sono delle  differenze tra donne e uomini anche quando si comincia ad entrare nei meccanismi alla base dell’infezione: differenze che possono essere sia di tipo ormonale che genetico. Per approfondire consulta:

- il focus Differenze di genere in COVID-19 sul sito Epicentro
- la sezione tematica Covid-19 - Donne sul sito del Ministero della Salute
- la nostra news COVID-19, le donne sono meno colpite degli uomini: differenze di genere sia ormonali che genetiche

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DONNE IN GRAVIDANZA, AL PARTO E IN ALLATTAMENTO
Alle donne in gravidanza e ai loro contatti sono raccomandate le comuni azioni di prevenzione primaria che prevedono l’igiene frequente e accurata delle mani e l’attenzione a evitare il contatto con soggetti malati o sospetti, secondo le raccomandazioni del Ministero della salute e delle istituzioni internazionali.

Al momento non si hanno informazioni circa la suscettibilità delle donne in gravidanza alla patologia da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Il virus responsabile della COVID-19 non è stato rilevato nel latte materno raccolto dopo la prima poppata (colostro) delle donne affette; in almeno un caso sono stati invece rilevati anticorpi anti SARS-CoV. Per ridurre il rischio di trasmissione al bambino/a, si raccomanda l’adozione delle procedure preventive come l’igiene delle mani e l’uso della mascherina durante la poppata, secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute.

Per una risposta alle domande più frequenti, consulta anche la sezione Gravidanza nelle FAQ realizzate dal Ministero della Salute.

Il gruppo di lavoro della comunità scientifica italiana. La comunità scientifica italiana dei neonatologi, pediatri, ginecologi e ostetriche (SIN, SIMP, SIP, SIGO, AOGOI, AGUI e FNOPO) ha aderito all’iniziativa dell’ISS di istituire un gruppo di lavoro, coordinato dal Centro nazionale di prevenzione delle malattie e di promozione della salute (CNaPPS), per prendere in esame e divulgare gli aggiornamenti della letteratura scientifica sul tema COVID-19 in gravidanza, parto e allattamento. L’obiettivo dell’iniziativa è fornire indicazioni utili alla pratica clinica destinate ai professionisti sanitari che nel Paese assistono la nascita. Sul sito Epicentro gli aggiornamenti settimanali del gruppo di lavoro nella sezione COVID-19: gravidanza, parto e allattamento da cui si può accedere anche a numerosi approfondimenti.  

La rete ISS che monitora le donne positive in gravidanza. Durante la prima ondata della pandemia sono state rilevate 875 gravidanze di donne positive al SARS-CoV-2 e non è stata segnalata alcuna morte materna, il tasso di cesarei è stato in linea con quello nazionale registrato prima della pandemia. Lo affermano i dati del progetto sull’infezione da SARS-CoV-2 in gravidanza, al parto e in puerperio, coordinato dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’ISS, la rete di sorveglianza che dal 2013 raccoglie dati sulla mortalità materna e conduce studi di popolazione sulla grave morbosità materna. Per altri dettagli, consulta la news ISS.

Il materiale informativo realizzato dall'ISS per le donne in attesa, anche positive. Consulta e scariche le infografiche realizzate dall'ISS (fonte:OMS)

Leggi anche le nostre news sul sito ARS Toscana:

COVID Mothers Study: studio internazionale su COVID-19 in madri e bambini
Il COVID Mothers Study è uno studio internazionale rivolto alle madri che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2, responsabile della COVID-19, a cui è stato chiesto di rispondere – tramite la compilazione di un questionario - ad alcune domande sulle esperienze di maternità. Il questionario si basa sulla piattaforma Qualtrics, gestita dalla Harvard Medical School, e richiede da 3 a 8 minuti per la compilazione. È anonimo e alle intervistate non viene chiesta alcuna informazione identificativa. Lo studio è iniziato nel mese di aprile 2020 e la raccolta dati tramite questionario proseguirà nei Paesi europei fino al mese di ottobre. Allo studio partecipano ricercatrici e ricercatori di diverse istituzioni, università, iniziative e organizzazioni no profit, tra cui l’Istituto superiore di sanità (ISS). 
Leggi l'approfondimento a cura delle ricercatrici ISS

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Bambini e ragazzi
Dai dati finora disponibili emerge che l'infezione da Covid19 nei bambini si presenta nella grande maggioranza dei casi con sintomi lievi, anche in quelli che hanno patologie croniche pregresse. Se queste considerazioni hanno tranquillizzato le famiglie e i sanitari, altre stanno emergendo, come la valutazione degli effetti che il prolungato lockdown - senza scuola, sport e contatti con i coetanei - ha avuto sul benessere generale e sulla salute mentale di bambini e ragazzi.

Recentemente vi sono pubblicazioni provenienti da vari Paesi, principalmente dall’Europa e dagli USA, in cui viene descritta una sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale con alcune caratteristiche della malattia di Kawasaki associate ad altre determinate peculiarità. Ciò ha indotto la comunità medico-scientifica nazionale e internazionale ad effettuare studi e approfondimenti. Questa sindrome sembrerebbe condividere alcune caratteristiche cliniche, un’aberrante risposta infiammatoria, alcune opzioni terapeutiche (immunoglobuline, steroidi, farmaci anticitochinici) con la malattia di Kawasaki (MK). Da questa però si distinguerebbe per altre peculiarità, rappresentate da maggiore età dei soggetti colpiti, interessamento multisistemico grave, prevalente interessamento miocardico e/o gastrointestinale. Il Rapporto ISS COVID-19 n. 29/2020 Indicazioni ad interim su malattia di Kawasaki e sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale nell’attuale scenario emergenziale da infezione da SARS-CoV-2 (21 maggio 2020) evidenzia che, al momento, pur in assenza di una definizione di caso condivisa a livello europeo, sia plausibile una correlazione fra infezione da SARS-CoV-2 e insorgenza della sindrome, pur in presenza di evidenze limitate del nesso di causalità. Sottolinea inoltre l’assenza di forti evidenze epidemiologiche di un incremento dell’incidenza della MK, l’assenza di aumentato rischio di recidiva della malattia, l’assenza di aumentata suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 in pazienti con pregressa MK durante la pandemia COVID-19.

Per saperne di più consulta:
Studio ISS su Covid nei bambini italiani: i casi pediatrici sono l’1,8% del totale, età mediana 11 anni, 13,3% ricoverati in ospedale, patologie preesistenti raddoppiano il rischio di maggiore gravità della malattia

15 luglio 2020. La fotografia dei casi pediatrici in Italia è stata scattata in uno studio COVID-19 Disease Severity Risk Factors for Pediatric Patients in Italy pubblicato sulla rivista Pediatrics a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, con la partecipazione del Ministero della Salute e dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.
I dati suggeriscono che i casi pediatrici di COVID-19 siano meno gravi rispetto alle altre classi di età, tuttavia l'età ≤ 1 anno e la presenza di condizioni patologiche preesistenti rappresentano fattori di rischio di gravità della malattia, pertanto le misure di controllo andrebbero mantenute ed eventualmente implementate per proteggere i bambini più vulnerabili.

Libro OMS/IASC per i bambini per capire cos'è il cornavirus e come affrontarlo
"Il mio eroe sei tu: come combattere COVID-19 quando sei un bambino" è il titolo del libro rivolto ai bambini dai 6 agli 11 anni per aiutarli a comprendere e affrontare Covid-19. Consulta e scarica il libro Il mio eroe sei tu: come combattere COVID-19 quando sei un bambino in lingua italiana. 

Indagine sull'impatto psicologico del lockdown nei minori: i risultati

Disturbi del sonno, attacchi d’ansia, aumento dell’irritabilità. Sono i sintomi più frequenti di cui hanno sofferto le bambine, i bambini e gli adolescenti nel nostro Paese durante l’isolamento a casa per l’emergenza coronavirus. Lo evidenzia l’indagine sull’impatto psicologico della pandemia Covid-19 nelle famiglie in Italia promossa dall’Irccs Giannina Gaslini di Genova e guidata dal neurologo Lino Nobili, che dirige il dipartimento di Neuropsichiatria infantile dell’istituto. I risultati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso il Ministero della salute in data 16 giugno 2020.

Il questionario, raccolto tra il 24 marzo e il 3 aprile, è stato sottoposto in forma anonima tramite il sito web dell’istituto. Hanno aderito all'indagine 6.800 soggetti da tutta Italia (in particolare dalle regioni del Nord e alta Toscana), di cui quasi la metà (3.245) con figli minorenni a carico. Dall’analisi delle risposte è emerso che la situazione di isolamento ha determinato una condizione di stress con ripercussioni non solo sulla salute fisica ma anche su quella emozionale-psichica, sia dei genitori che dei figli.

Per altri dettagli:

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Fumatori
I fumatori potrebbero essere più vulnerabili a contrarre l'infezione da nuovo coronavirus rispetto ai non fumatori. Questa maggiore vulnerabilità deriverebbe dall’atto stesso del fumo: le dita, ed eventualmente le sigarette contaminate, arrivano a contatto con le labbra e questo aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca. I fumatori a causa del fumo possono anche avere una malattia polmonare sottostante o una ridotta capacità polmonare, e questo aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi, come la polmonite. Secondo l'Istituto superiore di sanità, nei fumatori il rischio di finire in terapia intensiva è più del doppio: leggi l'articolo ISS su COVID-19 e fumo.

Per approfondimenti consulta anche:


Materiale per i fumatori
Per mettere in guardia i fumatori, l’Istituto superiore di sanità ha realizzato un poster con informazioni sui rischi che corrono di sviluppare forme gravi di Covid-19: secondo studi recenti condotti in Cina, segnala il poster, vi sarebbe un aumento significativo del rischio (di almeno 3 volte) di sviluppare polmonite severa da COVID-19 in pazienti con storia di uso di tabacco rispetto a non fumatori.  Sempre secondo l'ISS, nei fumatori il rischio di 

31 maggio 2020 Giornata mondiale senza tabacco: diminuisce durante il lockdown il numero di fumatori di sigaretta tradizionale, aumentano i consumatori di tabacco riscaldato e di e-cig. Leggi il comunicato ISS. Scarica i materiali realizzati dal Ministero della salute in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2020:

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Consumatori di bevande alcoliche e persone alcoldipendenti
La situazione di emergenza degli ultimi mesi ha richiesto di porre una maggiore attenzione agli effetti negativi e pregiudizievoli per la salute - come il maggior rischio di infezioni e il calo delle difese immunitarie - che le bevande alcoliche determinano. È inoltre fondamentale smentire con l’evidenza scientifica le fake news che circolano riguardo inesistenti proprietà benefiche dell’alcol nei confronti del virus SARS-CoV-2 ed evidenziando gli effetti negativi che anche quantità moderate di sostanze alcoliche possono avere sull’organismo e sulla sicurezza personale e collettiva. 

Per approfondire consulta:

sul sito EPICENTRO

sul sito ARS TOSCANA

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Persone con ludopatia
In questa situazione di emergenza sanitaria possono essere venute alla luce problematiche che prima non si vedevano. Consulta il focus dell'Istituto superiore di sanità Gioco d’azzardo e COVID-19.


phone 14402 Il servizio offerto dal Telefono Verde ISS ai cittadini
Gli esperti del Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al Gioco d’Azzardo (TVNGA)  800 558822 dell’Istituto superiore di sanità (ISS) continuano, soprattutto in questo momento di cambiamento generale ad accogliere quanti (tra giocatori d’azzardo e loro familiari) avvertono il bisogno di un aiuto e di un sostegno. Il TVNGA è un servizio anonimo e gratuitoattivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.00

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Persone in carcere
Le persone private della libertà sono probabilmente più vulnerabili alla malattia Covid-19 rispetto alla popolazione generale a causa delle condizioni di ristrettezza in cui vivono. Inoltre, possono andare incontro a un peggior stato di salute perché più esposte a fattori di rischio come fumo, uso di droghe, scarsa igiene, stress psico-fisico, cattiva alimentazione, o pregresse patologie infettive e croniche. Nei luoghi chiusi il virus può essere introdotto e circolare tramite il personale lavorativo, i nuovi ingressi o i famigliari in visita. 

Il documento ad interim Preparedness, prevention and control of COVID-19 in prisons and other places of detention, redatto dall'OMS Europa, è indirizzato alle autorità carcerarie, di sanità pubblica e politiche, ai direttori e dirigenti delle carceri o degli altri centri di detenzione, al personale sanitario e di custodia che vi lavora. Ha l’obiettivo di coordinare le azioni di sanità pubblica, come aiutare a prevenire la diffusione del virus o a capire come gestire la presenza di un caso sospetto o confermato di COVID-19 tra una delle persone che vive in restrizione o tra il personale. Inoltre, fornisce alcuni consigli alle persone che si trovano in ambienti restrittivi, ai loro familiari e ai membri del personale se sono stati nelle aree colpite dal virus negli ultimi 14 giorni.

L'Osservatorio Antigone ha pubblicato il XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione,  con l'obiettivo di raccontare il carcere al tempo del coronavirus, analizzando tre mesi di pandemia attraverso un grande racconto collettivo (42 gli autori che hanno contribuito). Nel rapporto il tentativo fatto è quello di intrecciare dati quantitativi (a cominciare dal drastico calo di quasi novemila persone detenute, i contagiati tra operatori e ristretti, la situazione in Europa) e dati qualitativi (una lettura critica delle rivolte dell'8 e 9 marzo, di cosa hanno fatto il legislatore, l’amministrazione, i garanti delle persone private della libertà). Non sono stati evitati gli argomenti più scomodi e divisivi, come le “scarcerazioni” di persone condannate o accusate per mafia detenute nelle sezioni 41bis e Alta sicurezza. Il XVI Rapporto è diviso idealmente in tre parti, prima, durante e dopo la pandemia. Il minimo comune denominatore di tutti i contributi è che i diritti e le garanzie del sistema penale e penitenziario non possano essere cancellati o sospesi a data da destinarsi: anzi, devono essere ciò che guida un sistema complesso anche durante l’emergenza sanitaria. Consulta anche la cartella stampa di presentazione del rapporto.

Per approfondire consulta:
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Migranti
L’attuale pandemia rappresenta un fattore di rischio per la salute delle popolazioni migranti in Europa, non solo rispetto alla possibilità di entrare a contatto con il virus, ma anche per i possibili esiti di salute negativi legati alle barriere nell’accesso ai servizi sanitari. Un rischio particolarmente alto riguarda tutti coloro che vivono in condizioni di affollamento, con difficoltà ad auto-isolarsi e a mantenere il distanziamento sociale (ad esempio nei Centri di accoglienza), o in condizioni di scarsa igiene e con ridotto accesso all’acqua pulita (ad esempio negli insediamenti informali). Inoltre, i gruppi di migranti e le minoranze differiscono tra loro per ciò che riguarda l’accesso a conoscenze e informazioni su Covid-19 e alcuni potrebbero non avere i mezzi socio-economici o tecnici (come l’accesso a internet) per prendersi cura di loro stessi e delle loro famiglie durante l’isolamento.

Alcuni documenti internazionali per la prevenzione e il controllo dell’epidemia da COVID-19 nella popolazione migrante pubblicati: 
  • Statement by the EUPHA Migrant and ethnic minority health section on COVID-19. Call for action pubblicata dal gruppo di Migrant and Ethnic Minority Health Section dell’European Public Health Association (EUPHA) per ridurre l’impatto della pandemia da COVID-19 su migranti e minoranze etniche.
  • articolo Refugee and migrant health in the COVID-19 response pubblicato su The Lancet il 31 marzo 2020. L'articolo riporta le evidenze che mostrano come questa popolazione vulnerabile abbia un minor rischio di trasmettere malattie infettive alla popolazione ospitante, ma sia allo stesso tempo a maggior rischio di contrarre una patologia, compreso il COVID-19. Nonostante le misure restrittive di controllo messe in atto per rispondere alla pandemia, gli autori raccomandano di permettere l’accesso ai servizi sanitari e alle informazioni e suggeriscono di non effettuare rimpatri forzati e respingimenti sulla base di timori o sospetti di trasmissione del virus. 

Per approfondire:

Materiali per la popolazione straniera
Su Epicentro alla pagina SARS-CoV-2 e COVID-19: alcune traduzioni per la popolazione straniera sono disponibili le traduzioni, in alcune delle lingue più parlate tra la popolazione straniera, di alcuni materiali divulgativi relativi al virus SARS-CoV-2 e a COVID-19, realizzati con lo scopo di informare quante più persone possibili sulla situazione attuale e fornire loro un quadro delle indicazioni ufficiali: cose da sapere, raccomandazioni e buone pratiche, consigli per chi si prende cura degli anziani, ecc.

Un vademecum per le strutture con persone ad elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria
Il vademecum è rivolto a coloro che, a vario titolo, si prendono cura di gruppi di persone ad elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria ai tempi del Covid-19. l documento intitolato Indicazioni operative ad interim per la gestione di strutture con persone ad elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria nel quadro dell’epidemia di COVID-19 ed elaborato dall’INMP (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà) - definisce procedure chiare, facilmente applicabili e coerenti con le recenti norme introdotte durante l’emergenza per Covid-19.

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Per approfondire

box sezione tematica nuovo coronavirus