Pochi dati sulle conseguenze sanitarie (22/07/2014)


SOLE 24 ORE SANITA' TOSCANA 22 luglio 2014
L’Ars ci consegna un Report che ci permette di comprendere i mutamenti del fenomeno nella nostra Regione. Quello di quest’anno descrive uno scenario più ampio di quello finora documentato dalle indagini Edit e Espad e dai dati provenienti dai Sert, dagli enti ausiliari e dalle altre amministrazioni locali. Da evidenziare l’importanza delle due ricerche ad hoc, finanziate dalla Regione, i cui risultati sono preziosi per una discussione approfondita sul tema. Una, insieme al Cnca Toscana, ha colto i bisogni e le criticità evidenziate dalla popolazione di consumatori di sostanze che vivono in situazioni di forte marginalità sociale, l’altra, insieme al Forum droghe, fornisce attraverso interviste e narrazioni degli stili di vita di un campione di giovani, anche importanti elementi riguardo ai sistemi di controllo e autoregolazione dell’uso di alcune sostanze e della combinazione tra queste, a secondo dei diversi contesti e situazioni.

Alcuni elementi critici riguardano la mancanza di dati relativi alle conseguenze sanitarie dell’abuso di sostanze psicotrope, essendo le informazioni relative agli accessi ai pronto soccorso ospedalieri sia quelle sui ricoveri nei reparti di degenza, ancora poco complete e linkabili con quelle dei servizi territoriali, nonostante i Sert toscani utilizzino da alcuni anni la cartella informatizzata.

Risulta inoltre ancora forte la discrepanza tra l’assistenza globale fornita agli utenti che accedono ai vari servizi per le dipendenze e la capacità di attrazione verso la fascia di popolazione potenziale, che secondo alcune stime fatte da Centri universitari, risulterebbe superiore del 50% all’utenza reale.

Dalle interviste fatte ai soggetti ad alta marginalità sociale si evidenzia sia una forte diffidenza rispetto ai servizi, sia l’abitudine a comportamenti ad alto rischio per le malattie infettive con uno scarso accesso a test diagnostici che potrebbero comportare sia una cura più efficace, se in fase precoce, sia la prevenzione, laddove siano disponibili la vaccinazione e/o presìdi adeguati. Inoltre l’eventuale ulteriore riduzione delle risorse professionali nei servizi rischierebbe di comportare una diminuzione consistente di quei servizi di riduzione del danno che contattano l’utenza più problematica e marginale, e che in Toscana hanno invece evidenziato negli ultimi anni un positivo impatto sia sociale sia sanitario.

Altro ambito che non deve essere abbandonato, ma anzi incentivato, quello degli interventi di sensibilizzazione e di prevenzione rivolta a fasce specifiche di popolazione, quali i giovani, i lavoratori, i migranti, considerato l’aumento registrato anche dai dati epidemiologici forniti ricerca dall’Ars, dell’abuso di alcol, più o meno associato ad altre sostanze psicotrope.