Detenuti toscani: sono giovani e per metà stranieri (13/06/2013)


da Quotidiano.net
L'indagine dell'Agenzia Regionale di Sanità: oltre il 70% della popolazione carceraria soffre di almeno una patologia, in particolare legata a disturbi psichici

Firenze, 12 giugno 2013 - La popolazione detenuta nelle carceri toscane è giovane (età media: 38,5 anni), con basso livello di istruzione, composta per la metà da stranieri (i nord africani sono il gruppo etnico più rappresentato) e per la quasi totalità (96,5%) maschile.
Nonostante l'età media sia così bassa, oltre il 70% dei detenuti sono comunque affetti da almeno una patologia: soprattutto disturbi psichici, malattie infettive e disturbi dell'apparato digerente. Questi i dati generali emersi dall'indagine che l'Ars (Agenzia Regionale di Sanità) Toscana ha condotto nel 2012, in collaborazione con il Servizio sanitario regionale, per verificare lo stato di salute della popolazione detenuta nelle carceri toscane.

L'indagine dell'Ars ha raccolto - con la forte collaborazione dei professionisti che operano all'interno degli istituti penitenziari - le informazioni socio-demografiche e cliniche di 3.329 detenuti (cioè quasi l'80% dei presenti in Toscana alla data del 21 maggio 2012) ed è alla sua seconda edizione: dal 2009 (anno della prima rilevazione) ad oggi si è arrivati ad un buon livello di informatizzazione dei dati sanitari penitenziari, ed è in fase di implementazione il progetto regionale di cartella clinica penitenziaria informatizzata. Si tratta di una cartella sanitaria informatizzata che è stata installata presso tutti gli istituti penitenziari toscani, attraverso la quale - una volta a regime - sarà possibile monitorare in modo sistematico lo stato di salute dei pazienti detenuti e gestire i loro trattamenti sanitari (visite, cure e somministrazione di farmaci), garantendo privacy e sicurezza.

La Regione Toscana, a seguito della Riforma emanata nel 2008, pone particolare attenzione alla salute dei cittadini detenuti ed ha avviato un processo di collaborazione e di dialogo con le istituzioni dell'intero apparato penitenziario.

Analizzando più in dettaglio i dati emersi dall'indagine condotta nel 2012, emerge che - in linea con quanto affermato dall'Organizzazione mondiale della sanità - i detenuti sono affetti soprattutto da disturbi di natura psichica: le malattie psichiche rappresentano il 41% di tutte le patologie riscontrate, prime per frequenza in tutti e 3 i principali gruppi etnici che compongono la popolazione detenuta (italiani, nord africani, est europei).

Ai disturbi di salute mentale seguono per frequenza i disturbi dell'apparato digerente (14,4% - in particolare del cavo orale) e le malattie infettive e parassitarie (11,1%). Fra le malattie infettive uno dei problemi maggiori è l'epatite C (probabilmente legata alla tossicodipendenza), che incredibilmente riguarda in misura maggiore i detenuti italiani. Per quanto riguarda l'HIV, solo l'1,2% dei detenuti toscani risulta HIV positivo, dato nettamente inferiore a quello internazionale medio (10%), ma anche a quanto riportato da un recente studio multicentrico svolto in 9 strutture italiane attraverso la valutazione sierologica. La spiegazione: un numero elevato di detenuti in Toscana non è a conoscenza della patologia e probabilmente, non dando il proprio consenso allo screening, aggrava la propria condizione clinica e diventa un'importante fonte di contagio. Altre due patologie che interessano la popolazione detenuta sono la tubercolosi (TBC) e la sifilide.

I tentativi di suicidio ed i gesti di autolesionismo rappresentano un'emergenza nel sistema carcerario italiano, così come in quello di molti altri paesi, ma la situazione nelle carceri toscane è migliore rispetto a quella italiana: nel corso dell'ultimo anno nelle carceri toscane il 6,1% dei detenuti visitati ha messo in atto un gesto di autolesionismo (in Italia è il 10,6% sul totale dei detenuti), mentre l'1,3% (44 soggetti) ha tentato il suicidio (in Italia la frequenza di tentati suicidi è dell'1,9% sul totale dei detenuti).

Il 95% dei detenuti toscani che ha tentato il suicidio ha una diagnosi di malattia di tipo psichiatrico, prevalentemente legata al disturbo da dipendenza da alcol o sostanze (70%).

Nonostante le strutture penitenziarie toscane organizzino in media 5 ore di attività fisica (a cui partecipano però poco più del 40% dei detenuti), la permanenza giornaliera in cella rimane davvero molto elevata: i detenuti trascorrono infatti mediamente in cella oltre 17 ore al giorno. Il 33,9% svolge un'attività lavorativa o manuale durante la detenzione.

Da una prima analisi sembra che i detenuti che svolgono un qualche tipo di attività, pur in stato di coercizione, hanno una salute migliore rispetto agli altri. Fra i minori detenuti nelle carceri toscane, 78 sono i ragazzi che durante il periodo indice hanno avuto accesso alle strutture, di cui 51 sono maschi. Solo il 29,5% di loro è italiano, la fascia di età più rappresentata è quella 16-17 anni ed oltre il 30% dei ragazzi detenuti presentano una patologia: si tratta soprattutto di problemi di dipendenza da sostanze (in misura maggiore rispetto ai loro coetanei liberi).


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