Screening della fragilità e valutazione multidimensionale degli anziani residenti a domicilio per la prevenzione secondaria della disabilità: risultati di uno studio pilota


11/11/2013
immagine articoli scientificiAutori: Razzanelli M, Profili F, Mossello E, Bandinelli S, Corridori C, Salvioni A, francesconi P, Cipriani F
Rivista: Epidemiol Prev 2013; 37 (4-5) luglio-ottobre: 271-278




OBIETTIVO: sperimentare unmodello di screening e valutazione multidimensionale (VMD) dell’anziano fragilemirato all’attivazione di interventi di prevenzione secondaria della disabilità.

DISEGNO: studio in due fasi: una di screening compiuta con questionario postale, e una di valutazione a domicilio per l’identificazione dei fattori di rischio aggredibili.

SETTING E PARTECIPANTI: 11.589 ultrasettantenni, estratti dall’anagrafe assistiti di due distretti sociosanitari, esclusi gli anziani già identificati come non autosufficienti e i residenti in RSA. A tutto il target è stato inviato un questionario postale a 7 item (Sherbrooke Postal Questionnaire modificato – SPQm). Ai rispondenti con punteggio indicativo di fragilità (≥3) è stata proposta una VMD domiciliare, in modo da valutare autonomia nelle attività della vita quotidiana (BADL), performance motoria, tono dell’umore, rischio di malnutrizione, livello cognitivo, acuità visiva, capacità uditiva, presenza di rischio ambientale e numero dei farmaci assunti. Previo consenso dell’interessato, i risultati della valutazione venivano comunicati ai medici di medicina generale e/o agli assistenti sociali, accompagnati dall’indicazione per interventi specifici.

RISULTATI: tra i 6.629 anziani che hanno risposto all’SPQm, il 52%riporta un punteggio ≥3; tra questi, il 66% è stato valutato a domicilio. Il 38% dei valutati è risultato già disabile nelle BADL. Dei restanti 1.411 anziani, il 38%mostrava disabilità nelle attività strumentali della vita quotidiana, il 30%deficit nella funzionalità degli arti inferiori, il 18% sintomi depressivi, l’11%decadimento cognitivo. Le risorse umane utilizzate per il progetto sono state limitate in relazione alla popolazione coinvolta.

CONCLUSIONE: lo screening per posta tramite SPQm si è dimostrato eseguibile e utile nell’identificazione di persone che possono beneficare di ulteriori approfondimenti valutativi finalizzati all’individuazione di interventi mirati per fattori di rischio specifici.

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