Nascere in Italia: i dati dell’ultimo rapporto nazionale sull’evento nascita


immagine Nascere in Italia: i dati dell’ultimo rapporto nazionale sull’evento nascitaARS SEGNALA – 25/10/2013
È stato pubblicato il 9° Rapporto sull’evento nascita in Italia che presenta le analisi dei dati rilevati nel 2010 dal flusso informativo del certificato di assistenza al parto (CeDAP).

La rilevazione costituisce la più ricca fonte a livello nazionale di informazioni relative all’evento nascita sia di carattere sanitario ed epidemiologico sia di carattere socio-demografico e rappresenta uno strumento essenziale per la programmazione sanitaria in Italia.

I principali risultati della rilevazione
Il 18,3% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana: tale fenomeno è più diffuso al Centro-Nord dove tale quota raggiunge il 25% e, in alcune regioni come l’Emilia-Romagna e la Lombardia, sale al 28% dei parti. Le aree geografiche di provenienza di queste madri sono soprattutto quella dell’Africa (26,9%) e quella dell’Unione europea (25,5%).

Le mamme di cittadinanza straniera hanno un’età media al parto inferiore alle italiane (29,3 vs 32,6 anni), ma una presa in carico tardiva molto più elevata: il 13,8% effettua la prima visita dopo la dodicesima settimana di gravidanza contro il 2,9% delle italiane. Fra le prime, inoltre, prevalgono le donne con una scolarità medio-bassa (51%) e le casalinghe (54,8%).

Riguardo all’età gestazionale, è pretermine (<37 settimane) il 6,6% dei parti e gravemente pretermine (<32 settimane) lo 0,9%. È plurimo l’1,6% dei parti.

Anche per l’anno 2010 si conferma in Italia il ricorso eccessivo al taglio cesareo. Sebbene con notevoli differenze regionali, l’Italia è al secondo posto in Europa per utilizzo del taglio cesareo con il 37,5% (Euro-Peristat, 2013), alle spalle di Cipro con il 52,2% e davanti alla Romania che si attesta al 36,9%.

Il tasso di natimortalità, al contrario, è tra i più bassi in Europa e scende ancora nel 2010: 2,72 ogni mille nati (era di 2,83 ogni mille nati nel 2009).

Riguardo agli esiti neonatali, l’1% ha un peso inferiore a 1.500 grammi e il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi; inoltre il 99,2% dei nati ha ottenuto, a cinque minuti dalla nascita, un punteggio Apgar tra  7 e 10.

Sale all’1,38% la quota di donne che partoriscono a seguito della procreazione medicalmente assistita (PMA) che era dell’1,23% nel 2009. È la fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni in utero (Fertilization In Vitro and Embryo Transfer, FIVET) la tecnica più utilizzata con il 35,1%, seguita dalla fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (Intra-Cytoplasmatic Sperm Injection, ICSI) al 31,8%. Nelle gravidanze con PMA il ricorso al taglio cesareo è superiore rispetto agli altri casi (56%), così come la quota di parti plurimi (19,7% vs 1,6%).


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