Mortalità materna. L'ARS partecipa al nuovo progetto di sorveglianza del Ministero della Salute


2/7/2012
nuvola di termini sulla gravidanzaARS NEWS - 02/07/2012
La mortalità e la morbosità materna grave correlate al travaglio o al parto sono eventi sempre più rari nei paesi socialmente avanzati: secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità e dell'Unicef, nel 2008 l'87% delle morti sono avvenute in Africa e Asia. Nei paesi più industrializzati la mortalità materna è progressivamente diminuita sia per la diminuzione del numero di figli (1,6 figli per donna in Europa) sia per il miglioramento della qualità dell'assistenza sanitaria. Anche in Italia il rapporto di mortalità materna si è drasticamente ridotto negli anni: da 133 casi per 100 mila vivi nel 1955 si è passati a 3 casi nel periodo 1998-2003 e 2006-2007 (dati Istat). Tuttavia, la stima corretta dei casi di mortalità materna incontra ancora degli ostacoli nella bassa frequenza della casistica ed anche nell'errata notifica delle morti favorita dalla complessa definizione di morte materna.

Per disporre di dati affidabili riguardo un importante indicatore di esito della salute della donna quale è la mortalità materna, il Ministero della Salute ha finanziato il progetto "Sorveglianza della mortalità materna: progetto pilota in regioni del Nord, Centro e Sud Italia", a cui partecipa anche l'Agenzia regionale di sanità della Toscana. Il progetto ha lo scopo di  definire e sperimentare un modello di sorveglianza attiva della mortalità materna, che sia in grado di produrre rilevazioni affidabili e di raccogliere le informazioni utili a prevenire i decessi materni evitabili.

Per verificare la completezza delle morti materne, il Ministero della Salute ha già finanziato nel 2008 il progetto biennale "Studio delle cause di mortalità e morbosità materna e messa a punto di modelli di sorveglianza della mortalità materna" del quale è stato di recente pubblicato il report conclusivo. Al progetto coordinato dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione alla salute (CNESPS) dell'Istituto superiore di sanità ha partecipato anche l'Agenzia regionale di sanità della Toscana. Lo studio, che ha stimato le morti materne e i near miss cases (casi di morbosità materna grave acuta) in cinque regioni italiane attraverso il record linkage tra le schede di dimissione ospedaliera e le schede di morte Istat, ha rilevato un rapporto di mortalità pari a 11,8 decessi per 100 mila nati vivi, notevolmente superiore a quello stimato con i soli certificati di morte. Lo studio ha dimostrato inoltre che le cause associate alle morti materne, come pure ai near miss cases, si possono in larga misura evitare. Occorre quindi attivare un sistema di rilevazione alternativo a quello basato sui soli certificati di morte e coinvolgere gli operatori in indagini confidenziali approfondite sui singoli casi che possano permettere una migliore comprensione dei fattori di rischio e delle cause associate, e che possano diventare uno strumento di sostegno al  miglioramento della pratica clinica.