Suicidi, medici e farmaci da soli non bastano


28/1/2012
SOLE 24 ORE SANITA' TOSCANA  28 gennaio 2012  pag. 3

Nonostante la scelta suicidaria rappresenti un argomento sul quale, ancora oggi, la discussione trova resistenze tra la popolazione, monitorarne l'andamento risulta un tema di grande interesse soprattutto alla luce dei profondi cambiamenti economici ai quali stiamo assistendo. A livello europeo, il collasso economico avvenuto in Unione Sovietica intorno agli anni Novanta, portò a un progressivo aumento della mortalità per questa causa che solo recentemente ha iniziato ad arrestarsi per dar luogo a una lenta diminuzione. Alcuni Paesi dell'Est Europa detengono tuttora un tasso di suicidio di gran lunga superiore (Lituania, 30,7 per 10Omila abitanti) rispetto alla media europea che si attesta sul valore di 15-20 suicidi per 100mila abitanti mostrando quanto sia lento il processo di ripresa. In questo panorama, l'Italia si colloca fra i Paesi europei con i più bassi tassi di suicidio con valori di poco superiori a 6,3 per 100mila abitanti, ma che, seguendo l'andamento osservato in altri Paesi, potrebbero subire importanti modificazioni.

In Toscana, nel ventennio dì osservazione (1988-2008), l'evento suicidario risulta ridotto di circa 4 punti percentuali attestandosi, nel 2008, sul valore di 7,0 per 100mila abitanti. Il dato appare confortante, e le politiche di prevenzione messe in atto sul nostro territorio nel corso degli ultimi anni sicuramente mettono in evidenza l'attenzione rivolta a questo fenomeno. Se però indaghiamo, in modo più approfondito, il percorso sanitario di coloro che giungono a questa scelta, emergono interessanti elementi di criticità. Fra questi, si osserva un aumento nella richiesta di aiuto rivolta al personale sanitario.

Infatti, il peggioramento dello stato psichico, favorendo un maggior ricorso al ricovero ospedaliero per disturbo psichico (nel corso dell'ultimo anno è risultato 3 volte superiore rispetto all'anno precedente il suicidio), pur facilitandone l'osservazione, non sembra sortire effetti positivi; così come l'aumento nel trattamento farmacologico con antidepressivi, che non solo raddoppia nei 3 mesi precedenti la morte, ma che risulta 5 volte superiore rispetto a quella rilevata nella popolazione generale che assume lo stesso tipo di farmaco. Il ruolo preventivo non può essere attribuito solo ai clinici e in un momento storico caratterizzato da mutamente così rapidi, l'attenzione verso scelte così estreme deve rappresentare una priorità nella salvaguardia della salute dei cittadini.
Caterina Silvestri, Settore epidemiologia dei Servizi sociali integrati, Agenzia regionale di Sanità Toscana

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