Cibo sano, la Toscana non è più un esempio


25/3/2012
TOSCANA OGGI  25 marzo 2012  Pag. 4
Stili di vita. Nei minorenni aumentano i fumatori e il cibo spazzatura. Progetti della Regione

In Europa, il 60% della perdita di anni di vita in condizione di relativa salute è causata da fattori di rischio che possono venire modificati da abitudini quotidiane». Dunque, la «vaccinazione» del terzo millennio consiste nell'«adozione di pratiche salubri». A lanciare l'allarme è l'assessore regionale al Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia durante il convegno «Guadagnare salute in Toscana - Rendere facile le scelte salutari. Il sistema di sorveglianza sugli stili di vita: dai dati alle azioni».
MALATTIE CRONICHE E CIBO SPAZZATURA. La stragrande maggioranza (77%) - secondo l'Organizzazione mondiale della sanità - delle spese sanitarie dei paesi occidentali non sono infatti imputabili a patologie infettive, ma a malattie «croniche» (sindromi di origine tumorale, cardiovascolare, gastrointestinale ecc... ). Tuttavia, questa presa di coscienza in ambito medico non si sta traducendo in un cambiamento dello stile di vita dei cittadini; in Italia, anzi, si diffondono sempre più comportamenti ritenute nocivi dalla comunità scientifica.

E anche in Toscana la situazione non si discosta molto dalla media nazionale: secondo Scaramuccia «una serie di eventi erigono barriere sempre più spesse, che impediscono a larghe fasce della popolazione di seguire i consigli degli esperti». L'assessore porta l'esempio del «junk food», il «cibo spazzatura», «pieno di sali e zuccheri, e quindi più appetitoso, nonché pubblicizzato e facilmente reperibile. Anche il suo basso costo, in special modo durante questo periodo di crisi economica, lo porta a essere preferito ad alimenti freschi e salubri ma più cari. Un trend che colpisce in particolare le fasce più giovani, quelle più povere, oltre a quelle meno istruite della cittadinanza».

REGIME ALIMENTARE NON CORRETTO. Secondo un'indagine condotta dalla Regione nel 2010, solo il 33,3% dei bambini toscani mangia frutta due o tre volte al giorno, percentuale che scende al 19,8% per un analogo consumo di verdura. Il 35,6% (32,1% perla verdura) si limita a una porzione di frutta quotidiana, mentre il 30% (46,8% perla verdura) ne consuma meno di una volta al giorno, arrivando a non nutrirsene per intere settimane. La stessa indagine dimostra che il regime alimentare dei bambini dipende in larga misura dal titolo di studio conseguito dalle madri: il 43,3% dei figli delle laureate, per esempio, assume frutta almeno due volte al giorno, a fronte di un 29,1% la cui madre non è diplomata.

FRUTTA E VERDURA NELLE SCUOLE. Per questo motivo nell'ultimo decennio la Regione ha sostenuto numerose iniziative di educazione nutrizionale, soprattutto nelle scuole. Mariano Giacchi, responsabile del CREPS (Centro interdipartimentale di Ricerca Educazione e Promozione della Salute) dell'Università di Siena, ha illustrato il progetto «E... vai con la frutta», che ha l'obiettivo di favorire la diffusione di vegetali freschi fra gli alunni di elementari, medie e superiori. «In Campania - spiega Giacchi - il 49% dei bambini è sovrappeso, mentre nell'Italia settentrionale la percentuale si attesta intorno al 30%. Una simile tendenza si riscontra anche a livello europeo: nei paesi del Nord il fenomeno dell'obesità è molto meno diffuso che in quelli mediterranei; un paradosso, calcolando l'impatto che dovrebbe avere la nostra celebre dieta e il fatto che le nazioni più virtuose sono scarse produttrcii di generi vegetali». Questo, secondo Giacchi, «dimostra che la corretta alimentazione deve essere incentivata da politiche di sensibilizzazione civile, da tempo comuni in questi paesi». Mutuando questo modello, in alcuni istituti di cinque regioni italiane (tra cui la Toscana) sono state offerte frutta e verdura (agli alunni delle elementari), e installati (nelle scuole secondarie) distributori nei quali si poteva scegliere anche questo genere di alimenti. «Unesperimento che ha dato risultati estremamente soddisfacenti, come dimostrato dai questionari distribuiti a inizio e fine anno scolastico, che attestano un significativo miglioramento della conoscenza e delle abitudini nutrizionali degli studenti».

ALIMENTAZIONE E SALUTE. Il progetto «E... vai con la frutta» si è avvalso di un supporto didattico, un agile volume distribuito agli studenti, intitolato "A'regoló d'arte". L'autrice Donatella Lippi, docente di Storia della Medicina presso l'ateneo fiorentino, spiega così il significato della pubblicazione: «Già la scuola medica di Salerno era cosciente dell'incidenza dell'alimentazione sulla salute dei pazienti. Una tradizione purtroppo a lungo dimenticata, che stiamo recuperando solo adesso». Il libretto illustrato, che contiene ricette, giochi e aneddoti, cerca «di circuire i ragazzi, insegnando loro la stagionalità delle coltivazioni ortofrutticole toscane in modo divertente, con la speranza che trasmettano queste scoperte anche ai loro genitori». Il «regolo» del titolo è una specie di disco orario in cartone allegato al testo, nel quale in ogni mese vengono riportati i prodotti della terra tipici del periodo. «Perché - conclude Lippi - se sicuramente "siamo ciò che mangiamo", è altrettanto vero che "mangiamo ciò che siamo", ossia che una corretta cultura alimentare si traduce in precise scelte quotidiane».

LA SCHEDA Come diffondere fra i cittadini pratiche quotidiane salubri? Alcune cose sono state fatte. Altre sono da programmare. Infatti, secondo Francesco Cipriani, direttore dell'Agenzia Sanitaria Toscana, «per quanto dotati di buona volontà, i singoli cittadini non possono riuscire ad adottare le abitudini corrette da soli: vanno aiutati e indirizzati tramite linee guida e normative comuni, come dimostra il successo della legge che dal 2005 proibisce di fumare negli spazi pubblici, capace di far calare in modo estremamente significativo il numero di fumatori».

SERVONO PIU' PISTE CICLABILI . Cipriani si concentra sulla necessità di «fare sistema fra i varie enti che agiscono sul territorio, dato che la sanità si costruisce anche - e soprattutto - tramite iniziative di natura non specificamente medica». U esempio portato dal direttore e quello dell'incremento delle piste ciclabili voluto dall'Assessorato regionale alle Infrastrutture, «che ha aiutato a combattere uno dei più gravi problemi degli ultimi anni, la contagiosa diffusione di comportamenti sedentari favorita dal progresso tecnologico: uno dei fattori che hanno concorso a scatenare uno "tsunami" di malattie cronico-degenerative»

VITA SEDENTARIA IN AUMENTO. Secondo il rapporto PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) 2010, in Toscana (e i dati sono in linea con quelli nazionali) il 33% degli intervistati adulti (18-69 anni) può essere definito «fisicamente attivo» (svolge cioè o un lavoro «pesante» o segue le raccomandazioni degli esperti, che consigliano un minimo 30 minuti di esercizio moderato per cinque giorni a settimana, o alternativamente attività intensa per più di 20 minuti almeno tre volte a settimana); il 37% «parzialmente attivo» (si dedica nel tempo libero a qualche esercizio, senza tuttavia raggiungere i livelli suggeriti) e il 28% «sedentario». Il numero di questi ultimi tuttavia è in costante incremento, con un marcato 3% nel corso del 2010.

STRETCHING IN CLASSE. Per combattere questo fenomeno la Regione ha predisposto alcuni programmi, coinvolgendo ancora una volta nelle proprie campagne di sensibilizzazione le scuole dell'obbligo: con «Stretching in classe» gli alunni di alcune elementarie e medie di Pistoia, Prato ed Empoli svolgono (insieme agli insegnanti) dieci minuti di esercizi in aula fra una lezione e l'altra; «Ragazzinsieme», invece, promuove l'educazione motoria in ambienti di particolare interesse naturalistico.

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