Acqua avvelenata dal tallio, via agli screening su 1.500 abitanti (03/02/2015)


REPUBBLICA FIRENZE 3 febbraio 2015 pag. VII
Analisi di urine e capelli non più su base volontaria masu chiamata dellaAsl
Sgravi sulle bollette perchi in questi mesi non ha aperto i rubinetti

Nuove analisi e campionamenti, su adulti e bambini, su chiunque abbia bevuto l'acqua avvelenata da tallio. Non più e soltanto su base volontaria ma con una «chiamata attiva» dell'Asl di Viareggio. Un'indagine che coinvolgerà circa 1.500 persone.
Poi monitoraggi cadenzati e uno studio epidemiologico a lungo termine, per capire in che misura e con quali possibili conseguenze gli abitanti di Valdicastello e Pietrasanta hanno subito la contaminazione. Infine, esenzioni o sgravi sulle bollette per chi in questi mesi non ha aperto i rubinetti.

A quasi cinque mesi dal primo allarme, lanciato dagli studiosi di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, la Regione e le autorità locali e scientifiche (Comune, Gaia spa, Arpat, Agenzia regionale per la sanità, ma anche Cnr) mettono la firma su un piano di interventi che scongiuri la minaccia scattata dopo la scoperta di quantità molto superiori alla norma del metallo pesante nell'acquedotto del borgo di Giosuè Carducci. Uno spettro che, nonostante le molte contromisure già messe in campo, aleggia ancora in molte case di Valdicastello. «Lo risolveremo fra pochi giorni», annunciano da Gaia spa, la società di gestione idrica finita sotto accusa, con un funzionario indagato dalla procura di Lucca.

«Nel mondo- dice il governatore Enrico Rossi - i casi di questo tipo sono rarissimi e l'impostazione che abbiamo dato è una delle più avanzate. Penso che questo caso potrà fare scuola per il futuro». Prima che esplodesse a Pietrasanta, casi di inquinamento da tallio erano noti solo in Cina e in Usa. Proprio gli Stati Uniti fissano a 2 microgrammi per litro il limite alla presenza del tossico nell'acqua potabile. A Valdicastello gli studiosi pisani ne riscontrarono anche 10 pg/1. Gaia con 815 mila euro ha sostituito tutta la rete idrica e escluso la sorgente inquinata, adesso per dovrà trovare pozzi alternativi per reggere al surplus di fabbisogno estivo.

Già stanziati 300 mila euro per un'inchiesta epidemiologica che coordinerà l'Ars insieme ad Asl e Cnr. «Abbiamo raccolto 661 campioni di urine e altrettanti di capelli - dice Ida Aragona, responsabile prevenzione dell'Asl di Viareggio-ma sono quelli di chi si è presentato spontaneamente. Dobbiamo fare una chiamata pubblica e coinvolgere tutte le persone potenzialmente contaminate». Altri 200 mila euro andranno agli scienziati pisani, cui spetta il compito di capire le cause dell'inquinamento, e per il Comune, che dovrà presentare progetti di bonifica e monitoraggio delle miniere. Agli abitanti per ora resta una certezza, consegnata dall'università di Milano con i risultati sul primo campionamento volontario: uno su due presenta contaminazione da tallio nell'organismo.

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