Ticket light per l’indigente. Sarà il reddito Isee a determinare la compartecipazione alla spesa (27/01/2015)


27/1/2015
Sole 24 Ore Sanità Toscana - 27 gennaio 2015 pag. 2
A cura di Ars Toscana

Sul complessivo quadro positivo di salute incombe l’incertezza legata alla crisi economica, che stiamo monitorando e che dà segnali variabili, finora piu evidenti per gli stili di vita e che incidono tendenzialmente di più sui gruppi di popolazione più fragili dal punto di vista socio-economico.

Nel lungo periodo la crisi potrebbe produrre un rallentamento del trend positivo di salute e un incremento delle diseguaglianze: la crisi rischia infatti di compromettere la sostenibilità dei sistemi sanitari, a danno proprio delle fasce sociali meno avvantaggiate. Per mitigare gli effetti della crisi, tutelare le fasce più deboli e garantire equità di accesso alle cure, la Toscana ha messo in piedi diverse iniziative. Va in questo senso anche l’intervento sul ticket messo in atto per arginare la riduzione delle risorse economiche pubbliche per la salute.

Anticipando la misura nazionale in materia di compartecipazione alla spesa sanitaria, la Toscana ha infatti stabilito che l’ammontare del ticket aggiuntivo - introdotto a livello nazionale - non sia uguale per tutti, ma sia invece proporzionato al reddito familiare: cioè aumenti all’aumentare del reddito, certificato dalla dichiarazione Isee. In Toscana si è quindi voluto applicare un sistema di compartecipazione alla spesa mirato a tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione.

Qualche effetto della crisi si può vedere anche per quanto riguarda il ricorso ai servizi sanitari: le prestazioni sanitarie specialistiche si sono leggermente ridotte (-3%), ma il fenomeno può essere letto almeno all’inizio anche in senso favorevole, come un ridimensionamento dell’eccesso di medicalizzazione o come uno spostamento su prestazioni in ambito privato.

A questo si contrappone comunque un lieve aumento delle attività cliniche e della diagnostica strumentale (+3% e +5%). I cittadini continuano a preferire il sistema pubblico al privato per le prestazioni ad alto contenuto professionale e per gli esami che richiedono tecnologie più avanzate.