La buona salute dei toscani. Migliora l’appropriatezza delle prestazioni - Cresce l’aspettativa di vita (27/01/2015)


Sole 24 Ore Sanità Toscana - 27 gennaio 2015 pag. 1
di Fabio Voller, dirigente Ars Toscana

I toscani sono in salute e sempre più longevi: lo confermano i dati su salute e servizi raccolti nella Relazione sanitaria regionale 2009-2013, che l’Agenzia regionale di sanità, Ars Toscana, ha curato insieme alla Direzione generale Salute. Una sintesi della relazione, che evidenzia gli aspetti e i fenomeni più importanti anticipando la versione completa della relazione stessa, prevista in uscita entro i primi mesi del 2015, è stata presentata poco prima di Natale dall’assessore al Diritto alla Salute Luigi Marroni, insieme al direttore dell’Ars Francesco Cipriani, al presidente della IV Commissione Sanità del Consiglio regionale e al Dg dell’assessorato Valtere Giovannini.

Ecco i dati più significativi che sono emersi dall’indagine. La salute dei toscani è buona, spesso migliore di quella degli italiani e sempre in miglioramento. Continua infatti a diminuire la mortalità a tutte le età e in entrambi i generi, grazie anche a nuovi farmaci e tecnologie mediche sempre più avanzate. In particolare, la mortalità infantile ha ormai raggiunto valori minimi (3,1 per mille). Tra le più alte in Italia e nel mondo (ai livelli del Giappone) è l’aspettativa di vita in Toscana: 85 anni le donne, 80 anni gli uomini.

L’assistenza in gravidanza ha raggiunto un ottimo livello, anche fra le donne straniere e le italiane a basso reddito, seguite dai consultori, che assicurano loro visite ed ecografie come da indicazione regionale. La media di figli per donna è piuttosto bassa - solo 1,4 figli, in linea con la media nazionale - e l’età media al parto, come in Italia, è sempre più elevata - 32 anni, con più problemi di fertilità. Ma i bambini toscani sono sani, di buona costituzione e nascono soprattutto con parto naturale: la percentuale dei cesarei è la più bassa in Italia, 26% in Toscana contro il 38% del dato nazionale. Buono anche il livello di allattamento al seno: 76% alla dimissione dal punto nascita, contro il 64% nazionale. La Toscana è stata altrettanto attiva a promuovere la posizione supina per il sonno del neonato, posizione considerata la più corretta per evitare gli sporadici casi (in Toscana 0,2 per mille) di morte in culla (Sids).

I toscani hanno in generale stili di vita un po’ più corretti rispetto agli italiani: sono più sportivi e meno obesi, ma le donne toscane fumano di più delle italiane, soprattutto le adolescenti. Un adolescente su tre ha provato almeno una volta una droga, mentre continua a crescere la dipendenza dal gioco d’azzardo a tutte le età. I primi rapporti sessuali sono sempre più precoci ma fra i ragazzi si usa sempre meno il profilattico, trascurando i rischi di malattie a trasmissione sessuale. Il rischio più alto nell’adolescenza è quello di incidenti e traumi. Elevati risultano gli standard di prevenzione, cure e riabilitazione nella nostra Regione e anche i giudizi dei toscani sul proprio sistema sanitario sono positivi.

Si cominciano ad avvertire gli effetti della crisi, con segnali finora variabili e più evidenti per gli stili di vita, che incidono tendenzialmente di più sui gruppi di popolazione più fragili a livello socio-economico. In tempi di crisi i cittadini continuano a preferire il sistema pubblico al privato per le prestazioni ad alto contenuto professionale e per gli esami che richiedono tecnologie più avanzate. Nel lungo periodo la crisi potrebbe però produrre un rallentamento del trend positivo di salute e un incremento delle diseguaglianze, perché rischia di compromettere la sostenibilità dei sistemi sanitari, a danno proprio delle fasce sociali più deboli.

Per mitigare gli effetti della crisi, tutelare le fasce più deboli e garantire equità di accesso alle cure, la Toscana ha messo in piedi diverse iniziative, tra cui l’intervento sul ticket messo in atto per arginare la riduzione delle risorse economiche pubbliche per la salute. Anticipando la misura nazionale in materia di compartecipazione alla spesa sanitaria, la Toscana già nel 2011 ha stabilito che l’ammontare del ticket aggiuntivo - introdotto a livello nazionale - non sia uguale per tutti, ma sia invece proporzionato al reddito familiare.