Se la burocrazia ostacola l’assistenza delle fasce più vulnerabili (22/07/2014)


INDAGINE SULLE DISUGUAGLIANZE DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE AD ALTA MARGINALITÀ SOCIALE

SOLE 24 ORE SANITA' TOSCANA 22 luglio 2014
Conoscere e valutare le disuguaglianze nell’accesso alle cure sanitarie e all’assistenza sociale delle persone che vivono in condizioni/situazioni di marginalità, le loro caratteristiche socio-demografiche e stili di vita. Questo l’obiettivo che l’Ars si è posta realizzando un’indagine, descritta nel rapporto “Dal consumo integrato alla marginalità sociale: lo stato delle dipendenze patologiche in Toscana”, che ha analizzato e fatto emergere tutti i fattori che daranno modo di conoscere e battere le disuguaglianze di salute e adottare linee di intervento specifiche.

Grazie a una serie di interviste, l’Agenzia regionale di Sanità della Toscana, in collaborazione con il Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza (Cnca), nel primo semestre 2013 - nelle aree socio-sanitarie di Firenze, Lucca, Pisa e Livorno - ha coinvolto 36 operatori impegnati nei servizi di Rdd/ Bassa soglia che hanno intervistato in tutto 280 soggetti ottenendo informazioni socio-demografiche, dipendenze, stili di vita, comportamenti, stato di salute e utilizzo dei servizi sanitari e sociali, accesso ai servizi e rapporto con i Servizi.

Il 71% del campione possiede una residenza anagrafica, il 43,2% ha dichiarato di essere straniero, il 19% non possiede alcun documento e solo il 21,5% degli stranieri intervistati possiede un permesso di soggiorno.

Sulla condizione abitativa degli intervistati è emerso che solo il 17,5% del campione risiede in un’abitazione privata, mentre il 23,6% è senza dimora e il restante 60% circa vive comunque in condizione abitativa estremamente precaria (edifici occupati, dormitori ecc.). Oltre la metà del campione è disoccupato (59,3%), è celibe/nubile (58,6%) e non ha figli (52,1%).

Relativamente all’uso e abuso di sostanze psicotrope (legali e non) il 53,6% dei soggetti riferisce una storia di consumo/abuso da sostanze psicotrope legali e/o illegali e l’eroina risultata essere la sostanza di consumo/abuso più frequente (58,7%), seguita dall’alcol e dalla cocaina con, rispettivamente, il 26,7% e il 13,3%. Inoltre, il 67% di essi ha dichiarato una storia di consumo/abuso di sostanze da 5 a 20 anni e il 18% oltre i 20 anni, si tratta quindi, in gran parte, di consumatori storici. Tra coloro che non hanno dichiarato una dipendenza da sostanze il 77,5% del campione è fumatore (di cui il 58% fuma da 11 a 20 sigarette/die) e il 50% consuma alcol e, come atteso, le bevande preferite sono risultate essere vino (26,8%) e birra (21,4%).

Davanti a questo scenario in rapporto con i servizi sanitari emerge che il 21,8% del campione intervistato dichiara di non possedere alcun documento sanitario, mentre il 67,5% possiede l’iscrizione al Ssn e il 6,8% ha ottenuto la tessera Stp. Tra coloro che sono iscritti al Ssn (189 soggetti su 280) il 91,1% ha un Mmg e l’87,5% di questi riesce ad avvalersene. Dai risultati esposti nel rapporto dell’Ars è inoltre emerso che, in caso di malattia, le persone intervistate riferiscono di rivolgersi prevalentemente al pronto soccorso (40,1%), al Mmg (37,9%) e all’Ospedale (36,4%). Molti, inoltre, risolvono anche con l’automedicazione attraverso le farmacie (25,4%).

Analizzando i giudizi degli intervistati circa l’accesso e l’efficacia dei Servizi sanitari, risulta che il 60,4% del target definisce facile o molto facile l’accesso ai Servizi sanitari, ma il 32% lo definisce difficile e il 7,6 % molto difficile. Inoltre, nel 57,6% dei casi, i soggetti dichiarano di riuscire sempre a soddisfare le proprie esigenze sanitarie, a fronte del restante 42,4% per cui non è così. Tra i motivi alla base dell’insoddisfazione dei propri bisogni sanitari, i più citati sono: le difficoltà burocratiche (20%), le difficoltà economiche (15,4%), la difficoltà a relazionarsi con gli operatori (10%) e i problemi con la lingua (8,2%).

Come sottolineato da Ars nel lungo rapporto che specifica tutta l’indagine sintetizzata, questa particolare ricerca ha permesso, per la prima volta in Toscana, di acquisire importanti informazioni su un campione molto eterogeneo di persone differenti tra loro per profilo socio-demografico, salute, condizione abitativa, professionale, culturale, tutte accomunate però del fatto di vivere in condizioni di alta marginalità/vulnerabilità sociale.


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