Parti (04/12/2013)


SOLE 24 ORE SANITA TOSCANA 5 dicembre 2013 pag. 2
La scelta riproduttiva arriva in ritardo

La lettura dei dati sulla salute riproduttiva in un'ottica di genere significa partire dal significato che per una donna la scelta riproduttiva e la possibilità di realizzarla o l'impossibilità di farlo mette in evidenza le barriere per l'espressione di questo desiderio, individua gli aspetti sociali, e ricerca le ricadute di salute anche nel futuro.

In Toscana le donne ritardano sempre più la scelta riproduttiva e questo le condiziona nel numero dei figli e nei percorsi assistenziali e terapeutici. Aumentano le partorienti over 35 (36% nel 2012) e le over 40 (8%). Il ricorso alla Pma è in aumento: il 2,1% dei parti del 2012 è generato da questa tecnica, a cui si rivolgono in misura ancora più consistente le donne di età più avanzata (5,5% dei parti delle donne di età compresa tra 40 e 42 anni, 17,1% delle over 43). Parallelamente si osserva un incremento delle gravidanze plurime (1,8% nel 2012) per effetto dell'aumento dell'età materna al parto e soprattutto per il ricorso alla Pma Questo non è esente da ricadute sulla salute: si tratta di fattori che condizionano l'andamento della gravidanza, sia come fattori di rischio per l'aborto spontaneo (che aumenta in modo esponenziale dopo i 35 anni), sia come rischi sulla madre e sul nascituro. Aumentano infatti i parti pretermine e la morbosità materna; anche la mortalità materna è più frequente in queste categorie.

I dati mostrano poi la determinazione delle donne di ridurre alcune procedure invasive: rimane costante il ricorso al taglio cesareo (26,5% nel 2012), basso nella Regione, si riduce la frequenza delle tecniche invasive per la diagnosi prenatale e aumenta il ricorso all'uso delle interruzioni di gravidanza con Ru. Infine le donne toscane sembrano usufruire adeguatamente dei servizi della Regione e dell'assistenza alla gravidanza secondo le linee regionali, anche se persiste una minore accessibilità per le donne immigrate. Secondo l'Oms le politiche di salute devono tenere conto degli elementi di "differenza": questi dati possono pertanto essere utili nell'orientare le scelte sanitarie e culturali secondo un'ottica di genere.

Valeria Dubini direttore Soc ginecologia e ostetricia, Ospedale S. Giovanni di Dio di Firenze
Monica Da Frè Osservatorio di epidemiologia Agenzia regionale di Sanità della Toscana


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