Oltre il 70% dei detenuti ha problemi di salute (23/06/2013)


TOSCANA OGGI 23 giugno 2013 pag. 4
INDAGINE L'Agenzia regionale di sanità ha monitorato tutta la popolazione carceraria della Toscana    

La popolazione detenuta nelle carceri toscane? È giovane (età media 38,5 anni), con basso livello di istruzione, composta per la metà da stranieri (i nord africani sono il gruppo etnico più rappresentato) e per la quasi totalità (96,5%) maschile. Nonostante l'età media sia così bassa, oltre il 70% dei detenuti sono comunque affetti da almeno una patologia: soprattutto disturbi psichici, malattie infettive e disturbi dell'apparato digerente.

Questi i dati generali emersi dall'indagine che l'Ars (Agenzia Regionale di Sanità) Toscana ha condotto nel 2012, in collaborazione con il Servizio sanitario regionale, per verificare lo stato di salute della popolazione detenuta nelle carceri toscane. I risultati dell'indagine sono stati presentati da Francesco Cipriani, direttore Ars Toscana, Fabio Voller, dirigente Ars Toscana e curatore dell'indagine, e Barbara Trambusti, dirigente assessorato diritto alla salute. L'indagine dell'Ars ha raccolto le informazioni sociodemografiche e cliniche di 3.329 detenuti (cioè quasi l'80% dei presenti in Toscana alla data del 21 maggio 2012).

Tra l'altro è in fase di implementazione il progetto regionale di cartella clinica penitenziaria informatizzata. Si tratta di una cartella sanitaria informatizzata che è stata installata presso tutti gli istituti penitenziari toscani, attraverso la quale - una volta a regime - sarà possibile monitorare in modo sistematico lo stato di salute dei pazienti detenuti e gestire i loro trattamenti sanitari (visite, cure e somministrazione di farmaci), garantendo privacy e sicurezza.

DISTURBI DI SALUTE MENTALE. Analizzando più in dettaglio i dati emersi dall'indagine condotta nel 2012, emerge che - in linea con quanto affermato dall'Organizzazione mondiale della sanità - i detenuti sono affetti soprattutto da disturbi di natura psichica: le malattie psichiche rappresentano il 41 % di tutte le patologie riscontrate, prime per frequenza in tutti e 3 i principali gruppi etnici che compongono la popolazione detenuta (italiani, nord africani, est europei). «Fra i disturbi psichici - precisa Fabio Voller, dirigente Ars Toscana - prevalgono i disturbi da dipendenza da sostanze (diagnosticati nel 52,5% dei detenuti affetti da disturbi psichici) e i disturbi nevrotici e di adattamento (28,4% dei detenuti). Rispetto all'indagine Ars del 2009, le diagnosi di disturbi psichici sono aumentate, a fronte invece di una riduzione complessiva delle patologie: tale aumento è dovuto esclusivamente alla diagnosi di tossicodipendenza che, a distanza di 3 anni, è aumentata di quasi 15 punti percentuali. Un aumento così marcato del disturbo da dipendenza, difficilmente spiegabile attraverso uno studio epidemiologico come il nostro, è comunque in linea con i dati di altre recenti indagini anche internazionali».

MALATTIE APPARATO DIGERENTE, INFETTIVE E PARASSITARIE. Ai disturbi di salute mentale seguono per frequenza i disturbi dell'apparato digerente (14,4% - in particolare del cavo orale) e le malattie infettive e parassitarie (11,1%). Fra le malattie infettive uno dei problemi maggiori è l'epatite C (probabilmente legata alla tossicodipendenza), che incredibilmente riguarda in misura maggiore i detenuti italiani (ma questo potrebbe dipendere solo dalla maggiore reticenza degli stranieri a sottoporsi agli screening infettivologici). Per quanto riguarda l'HIV, solo l'1,2% dei detenuti toscani risulta HIV positivo, dato nettamente inferiore a quello internazionale medio (10%), ma anche a quanto riportato da un recente studio multicentrico svolto in 9 strutture italiane attraverso la valutazione sierologica. La spiegazione: un numero elevato di detenuti in Toscana non è a conoscenza della patologia e probabilmente, non dando il proprio consenso allo screening, aggrava la propria condizione clinica e diventa un'importante fonte di contagio. Altre due patologie che interessano la popolazione detenuta sono la tubercolosi (TBC) e la sifilide.

TENTATO SUICIDIO E AUTOLESIONISMO. I tentativi di suicidio ed i gesti di autolesionismo rappresentano un'emergenza nel sistema carcerario italiano, così come in quello di molti altri paesi. Ma la situazione nelle carceri toscane è migliore rispetto a quella italiana: nel corso dell'ultimo anno nelle carceri toscane il 6,1 % dei detenuti visitati ha messo in atto un gesto di autolesionismo (in Italia è il 10,6% sul totale dei detenuti), mentre l'1,3% (44 soggetti) ha tentato il suicidio (in Italia la frequenza di tentati suicidi è dell'1,9% sul totale dei detenuti). Il 95% dei detenuti toscani che ha tentato il suicidio ha una diagnosi di malattia di tipo psichiatrico, prevalentemente legata al disturbo da dipendenza da alcol o sostanze (70%).

PERMANENZA IN CELLA E ATTIVITÀ LAVORATIVA. Nonostante le strutture penitenziarie toscane organizzino in media 5 ore di attività fisica (a cui partecipano però poco più del 40% dei detenuti), la permanenza giornaliera in cella rimane davvero molto elevata: i detenuti trascorrono infatti mediamente in cella oltre 17 ore al giorno. Il 33,9% svolge un'attività lavorativa o manuale durante la detenzione. Da una prima analisi sembra che i detenuti che svolgono un qualche tipo di attività, pur in stato di coercizione, hanno una salute migliore rispetto agli altri.

MINORI AUTORI DI REATO. Fra i minori detenuti nelle carceri toscane, 78 sono i ragazzi che durante il periodo indice hanno avuto accesso alle strutture, di cui 51 sono maschi. Solo il 29,5% di loro è italiano, la fascia di età più rappresentata è quella 16-17 anni ed oltre il 30% dei ragazzi detenuti presentano una patologia: si tratta soprattutto di problemi di dipendenza da sostanze (in misura maggiore rispetto ai loro coetanei liberi).

S.P.

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