Problemi e criticità dei minori in custodia detentiva (09/07/2013)


SOLE 24 ORE SANITA' TOSCANA 9 luglio 2013 pag. 5
LA SALUTE DEGLI UNDER 18

Che le strutture detentive non risolvano i problemi e le difficoltà delsingolo individuo è abbastanza evidente, ma se poi parliamo di minori, il tema si fa ancora più complicato dato che, nell a maggior parte dei contesti, il luogo di detenzione è spesso l'occasione per stringere contatti con ragazzi più grandi o più pericolosi: la pena si trasforma così in una sorta di scuola di delinquenza.

A livello nazionale sono presenti ben 17 istituti penali per minori, con una media giornaliera di circa 530 ragazzi presenti. Due di queste strutture sono in Toscana, a Firenze e a Pontremoli. La prima ospita soltanto maschi ed è dotata anche di un centro di prima accoglienza, dove i ragazzi rimangono in attesa della convalida d'arresto (che avviene nelle prime 96 ore). La seconda, aperta nel 2011, accoglie solo femmine. In queste strutture si trovano ragazzi dai 14 ai 18 anni, che provengono spesso da contesti fortemente disagiati e per lo più stranieri che, come è facile immaginare, non presentano gravi problemi sanitari ma soffrono soprattutto di problemi legati al loro ambiente di vita. Durante il periodo di rilevazione, che in questo caso ha avuto la durata di quattro mesi, sono stati arruolati 78 minori: 51 maschi e 27 femmine, con un'età media di 16 anni. Fra i maschi gli stranieri rappresentano il 64,1% e provengono soprattutto dall'Africa del Nord. Fra le ragazze, invece, il 92,3% sono est europee, prevalentemente di etnia rom.

Ciò che salta agli occhi osservando questi ragazzi è la loro esclusione dai normali circuiti istituzionali, con conseguente allontanamento dal controllo sociale. Rispetto al contesto scolastico, pur avendo un'età media di 16 anni, ben il 50% risulta senza alcun titolo di studio, mentre il 19% ha appena la licenza elementare. Facendo un confronto con i coetanei liberi residenti in Toscana, dove sono assenti ragazzi senza alcun titolo di studio, s'intuisce come la mancanza di controllo da parte della collettività non può che favorire il mantenimento di questi giovani nel mondo dell'illegálità e della marginalità.

È su questo che si inserisce anche la valutazione dello stato di salute. Trenta ragazzi (23 maschi e 7 femmine) soffrono di almeno una patologia (38,5%), che nel 60% dei casi è rappresentata da un disturbo da dipendenza da sostanze (18 ragazzi). L'uso di sostanze coinvolge soltanto i maschi, mentre fra le femmine si ri scontrano patologie di tipo cutaneo, come la scabbia e la pediculosi. La gravità nell'uso di sostanze è ancora più marcata data la forte relazione fra l'abuso in età precoce e lo sviluppo di gravi patologie mentali, come i disturbi di personalità antisociale o altri atteggiamenti devianti, che favoriscono la messa in atto di azioni illegali. Se a questo si associa il rischio infettivo a cui vanno incontro, risulta evidente come il reinserimento sociale di questi giovani rappresenti una priorità attuabile anche nel contesto detentivo. La sofferenza di questi ragazzi si evince anche dalle azioni autolesive messe in atto. Pur avendo a disposizione soltanto i dati delle femmine (provenienti sia dal centro di prima accoglienza di Firenze che dalla struttura di Pontremoli), non è da sottovalutare il fatto che, in una popolazione così giovane, ben 3 ragazze hanno messo in atto gesti autolesivi, utilizzando taglienti o ingerendo corpi estranei. Una, addirittura, ha tentato il suicidio.

Individuare percorsi appropriati per la presa in carico dei minori autori di reato e accertare tempestivamente i loro bisogni di salute è una necessità imprescindibile: a tale scopo la Regione Toscana ha già avviato un percorso congiunto tra Assessorato alla salute e Centro di giustizia minorile.

Caterina Silvestri, Stefano Bravi - Agenzia regionale di sanità della Toscana

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