Anziani, RSA al test qualità


11/6/2013
SOLE 24 ORE SANITA TOSCANA 11 giugno 2013 pag. 2
TERZA ETA Da un'indagine dell'Ars Toscana i risultati assistenziali di 67 strutture
Restano alcune criticità ma il giudizio è sostanzialmente positivo

In Toscana l'8% dei cittadini over 65 anni non è autosufficiente e il 2,5% è affetto da una qualche forma di demenza. Rispondere ai loro bisogni è uno dei principali impegni del sistema di welfare. Nel progetto appena concluso «Il monitoraggio della qualità dell'assistenza in Rsa», realizzato con il supporto finanziario del ministero della Salute - Ccm, la parte della ricerca svolta in Toscana ha interessato un campione di 67 residenze sanitarie assistenziali (che rappresentano il 22% di quelle presenti in regione nel 2011), per un totale di 2.801 posti letto.

La ricerca è stata condotta nel periodo compreso tra il 2011 e il 2012 dall'Osservatorio per la qualità e l'equità dell'Agenzia regionale di Sanità, insieme alla Direzione generale diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana, all'Università di Firenze e all'Ipasvi. Il disegno dello studio prevedeva di studiare i punti salienti per valutare la qualità dell'assistenza: ulcere da pressione, cadute, incontinenza urinaria, utilizzo dei mezzi di contenzione, declino funzionale e cognitivo, dolore, malnutrizione, appropriatezza prescrittiva dei farmaci, accessi a prestazioni specialistiche e al Pronto soccorso.

Secondo lo studio, se la prevalenza di ulcere da pressione è circa il 9%, il rischio, però, riguarda un ospite su due e cresce con il tempo di permanenza in struttura e per i più anziani. Questa prevalenza è comunque in linea con la media europea e inferiore a quella italiana (13%). Un'indagine prospettica della durata di tre mesi ha mostrato alla prima rilevazione che il 60% degli ospiti presentava un rischio elevato per cadute, che non cambiava nelle osservazioni successive. Durante i tre mesi di osservazione il 9% dei soggetti è caduto almeno una volta e, secondo i dati dell'Oms, dal 30 al 50% dei residenti in istituzioni di lungodegenza cade ogni anno. Nel 24% degli ospiti è stato inoltre rilevato uno stato di dolore (acuto, cronico o correlabile a traumi) mentre la letteratura internazionale riporta ampie variazioni nella prevalenza (tra 4% e 79%). Riguardo l'incontinenza urinaria, ne è risultato affetto il 76% degli ospiti ed in genere l'insorgenza era precedente all'ingresso in Rsa. È necessario usare mezzi di contenzione nel 62% dei casi, anche se nella quasi totalità si tratta delle sponde per i letti per prevenire cadute o traumi. Quasi il 22% dei soggetti è a rischio d'insorgenza di malnutrizione, ma a un follow up a 30 giorni, l'80% delle persone è migliorato e quindi il rischio di insorgenza di malnutrizione calorico-proteica è risultato basso. In un anno d'osservazione, l'autonomia nelle attività della vita quotidiana è migliorata nel 58% della casistica o si è stabilizzata, mentre in media si è osservato un peggioramento della funzione cognitiva. Comunque oltre la metà delle persone osservate è risultata stabile sul piano cognitivo a un anno di distanza, il 14% migliorata, ma il 20% peggiorata.

Il tasso di ricovero ospedaliero, in un anno di osservazione, è stato di 0,2/ospite/anno. La durata media della degenza ospedaliera è stata di 11 giorni, quindi nettamente superiore alla media regionale. Il tasso di accesso al Pronto soccorso è stato invece pari a 0,7/ospite/anno, ma si tratta in prevalenza di accessi per problemi di bassa priorità clinica. Infine l'appropriatezza prescrittiva dei farmaci è migliorata con l'ingresso in Rsa e i dati sono nettamente migliori dei principali studi europei.
E' evidente quanto complesse siano le condizioni di salute di benessere delle persone anziane fragili e quanto siano esposte a vari rischi.

Il giudizio sull'efficacia delle Rsa è sostanzialmente positivo poiché le condizioni che sono state osservate in modo longitudinale sono sempre migliorate. Questa efficacia sembra essere positivamente percepita, insieme alle condizioni di vita di relazione, sia da parte degli ospiti che dei loro familiari, come risulta da una recente indagine del Laboratorio MeS. Le criticità osservate sono condizioni che possono essere in larga misura controllate se la cultura professionale, le competenze degli operatori e le risorse tecnologiche sono all'altezza sia dei problemi di salute sia dell'impegno a mantenere condizioni sociali di una buona qualità di vita e di relazione. Anche la cultura gestionale si sta evolvendo verso una migliore conoscena del settore, perché è difficile migliorare senza misurare. Saranno quindi utili iniziative per misurare la performance gestionale e la promozione del miglioramento continuo della qualità delle Rsa, non come realtà a sé stanti, ma inserite in una effettiva programmazione della gestione della non autosufficienza che preveda le giuste interconnessioni con altri modi di risposta, altrove erogati (territorio e ospedale) in modo appropriato alle necessità.

Andrea Vannucci - Ars Toscana

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