Questione geotermia sull'Amiata. Intervista al dott. Francesco Cipriani direttore dell'Agenzia regionale di sanità della Toscana (27/03/2013)


PRIMA PAGINA - periodico indipendente del Sud senese del Trasimeno e dell'Orvietano
27 marzo 2013
“Siamo apertissimi al confronto. Dalle nostre ricerche, almeno finora, non si può dire che la geotermia sia la causa principale dell’aumento della mortalità sull’Amiata”, afferma Cipriani.

La questione geotermia continua a tenere banco sia sui media locali che nazionali. Sul nostro sito, nelle ultime settimane, ce ne siamo occupati intervistando sia il Comitato SOS geotermia, sia l’Enel. Ora è la volta del dott. Cipriani, direttore dell’ARS Toscana. L'Agenzia regionale di sanità della Toscana (ARS) è un ente di consulenza e supporto scientifico in ambito socio-sanitario sia per la Giunta che per il Consiglio regionale. Sul sito web dell’ARS si possono trovare i dati relativi allo studio sulla geotermia realizzato dall’agenzia nel 2010.

Lo studio epidemiologico condotto dall’ARS per conto della Regione Toscana ha riguardato lo stato di salute della popolazione residente nelle aree geotermiche toscane: “In Toscana – si legge sul sito dell’ARS - sono attualmente in funzione 31 centrali geotermoelettriche, con 32 gruppi produttivi, di cui 27 nell'area geotermica storica (Larderello, Radicondoli) e 5, più recenti, nell'area dell'Amiata. I comuni toscani interessati dall'attività geotermica sono 16, di cui 8 nell'area geotermica nord (Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, Pomarance, Monteverdi Marittimo, Radicondoli, Chiusdino, Monterotondo Marittimo, Montieri) e 8 nell'area geotermica sud (San Casciano dei Bagni, Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Radicofani, Arcidosso, Castel del Piano, Roccalbegna, Santa Fiora), per un totale di circa 43 mila residenti. Da qualche anno la Regione Toscana è impegnata, in particolare nell'area geotermica amiatina, a verificare la fattibilità di realizzazione di nuove centrali geotermiche. Già dagli inizi degli anni 2000 l'ARPAT esegue un monitoraggio ambientale delle aree geotermiche in termini di controllo della qualità dell'aria (acido solfidrico, mercurio, ammoniaca, arsenico, anidride carbonica), biomonitoraggio integrato avanzato, studio modellistico sulle ricadute umide e secche, attività dello sportello informativo.

Sul sito dell'ARPAT sono disponibili i dati del monitoraggio e le relative relazioni. Sulla base dei risultati dello studio epidemiologico dell’ARS, la Regione Toscana ha approvato con la delibera della Giunta regionale n. 893 del 24 ottobre 2011 il finanziamento di specifici progetti di azioni di salute e di ulteriori approfondimenti epidemiologici nelle aree geotermiche regionali. Dall’aggiornamento dello studio ARS, pubblicato nell’ottobre 2012, e dai risultati del convegno tenutosi a Firenze il 25 ottobre 2012 si può concludere che: “Pur con qualche novità, gli approfondimenti ed aggiornamenti dello studio toscano nei comuni geotermici confermano i problemi dell'area amiatina e le assai modeste criticità dell'area pisana. I risultati sono ancora in linea con l'ipotesi che le emissioni geotermiche abbiano un ruolo del tutto marginale o assente negli eccessi delle malattie, ma non consentono di ridurre l'attenzione, la sorveglianza e gli interventi, soprattutto nell'area geotermica amiatina”.

Intervista al dott. Cipriani, direttore dell’ARS

1) Questione geotermia in Toscana, qual è la situazione?

Premetto che l’ARS è apertissima a rispondere ad ogni quesito su qualunque questione, come si può vedere dal nostro sito web. Noi ci occupiamo della parte epidemiologica dell’indagine e quindi abbiamo i dati sanitari di tutti gli abitanti dei comuni toscani dove ci sono impianti geotermici. Noi, essendo medici, cerchiamo di capire qual è la situazione dello stato di salute di persone che vivono vicino agli impianti geotermici. Siamo andati a vedere attraverso la nostra ricerca se la popolazione dei comuni geotermici sta meglio o peggio della popolazione che risiede in altre zone non interessate dalla questione. Siamo andati a vedere i dati sanitari dei cittadini (ricoveri, decessi, malformazioni, ecc.), a cui l’agenzia ha accesso in maniera anonima, e abbiamo confrontato le due aree. L’assessore regionale all’Ambiente Bramerini ci ha chiesto di capire cosa venisse fuori da questi dati. Siamo andati a vedere i dati sanitari della popolazione che vive nei comuni geotermici, confrontandoli con quelli di chi vive in comuni limitrofi non geotermici, compresi entro 50 Km. All’interno dell’area geotermica abbiamo distinto tra la zona tradizionale di Larderello (area geotermica nord) e quella dell’Amiata senese e grossetana.

2) Cosa è venuto fuori dalla ricerca?

E’ venuto fuori, considerando i dati di tutti i comuni delle due aree geotermiche (Larderello e Amiata), un aumento della mortalità generale di circa il 6% nei maschi, ma non nelle femmine. Però l’eccesso di mortalità si rileva tutto nell’area amiatina e non in quella tradizionale. E’ un eccesso del 13% nell’area amiatina, sempre solo nei maschi. E poi siamo andati a vedere le cause della mortalità dell’area amiatina: sono in eccesso rispetto all’atteso le malattie respiratorie, quelle infettive ed i tumori, ma queste ultime due solo nei maschi. L’insieme di tutti i dati ci hanno mostrato che l’aumento della mortalità avviene però nei comuni dove minori sono le emissioni geotermiche. E’ chiaro che si tratta di segnali, indizi, non prove decisive. Per esempio, nell’area nord (quella di Larderello) dove le emissioni sono maggiori, la mortalità è in linea o addirittura inferiore all’atteso, mentre nell’area sud (quella amiatina) la mortalità è più alta rispetto all’atteso, ma le emissioni sono minori. E poi gli eccessi sono quasi tutti riferiti ai maschi … mi sarei aspettato un’uniformità tra maschi e femmine.

3) Quindi?

Riguardo alla nota questione geotermia sull’Amiata, gli eccessi di mortalità non sono da attribuire, secondo questi dati, tanto alla geotermia, ma ad altri fattori che non abbiamo ancora capito. Si pensa agli stili di vita del passato, a fattori occupazionali ed altri non noti. So che questo non piace alle persone del Comitato SOS geotermia. Comunque ribadisco che sono segnali, indizi, non prove incontrovertibili. Tengo a precisare poi, che è stata riscontrata nel passato la presenza di mercurio nell’aria e di arsenico nell’acqua, e questo potrebbe spiegare alcune cose.

4) Quindi arsenico e mercurio più che emissioni geotermiche…

E’ chiaro che esiste un problema sanitario nell’ area amiatina, ma secondo noi non dipende dalla geotermia. Ribadisco che se la mortalità è alta in quella zona, evidentemente ci sono in gioco diverse cause e, quasi sicuramente, non la geotermia. A seguito di questi risultati, anche l’assessore regionale alla Salute Marroni si è interessato della questione ed ha messo in campo alcuni interventi di mitigazione.

5) Mi parli dello studio dello scienziato californiano Bates che l’Enel porta come “prova” della validità del proprio operato…

Bates è un epidemiologo dell’Università della California che da anni sta studiando gli effetti delle emissioni geotermiche naturali sulla popolazione neozelandese dell’isola di Rotorua. Da questo studio ci aspettiamo molto. E’ uno studio da quasi 2 milioni di dollari, che dura già da 5 anni e dove ci lavora un team multidisciplinare di molti ricercatori. Ci scambiamo spesso informazioni scientifiche. I primi dati dello studio dicono che l’acido solfidrico, uno dei principali componenti delle emissioni geotermiche, non provocherebbe problemi significativi di asma e altri sintomi simili.

6) Mi parli del servizio di “Striscia la Notizia” che ha creato tanti strascichi. Il comitato SOS geotermia dice che l’ENEL non può portare come esempio lo studio del Prof. Bates, tant’è che si “appoggiano” all’opinione e gli studi del Prof. Borgia…

Striscia aveva interpellato anche noi, ma poi non ci ha mai mandato in onda… comunque Borgia è un geologo, mentre Bates è un epidemiologo come noi e già questa è una differenza sostanziale nel metodo e nei criteri di studio. E’ vero quello che dice Borgia che l’Amiata è un altro tipo di territorio. Io mi riferisco però a Bates perché fa ricerche con i nostri metodi e perciò aspettiamo i risultati dei suoi studi. Per noi epidemiologi è difficile fare uno studio sull’Amiata come quello di Bates a Rotorua, perché laggiù i livelli di acido solfidrico sono più elevati e ci sono più persone esposte. Perciò i risultati dello studio di Bates possono condizionare la direzione delle nostre ricerche in futuro. Ricerche che, in ogni caso, stiamo continuando a condurre nell’Amiata per capire meglio i motivi degli eccessi di mortalità.

7) Quando si avranno i risultati degli studi di Bates?

Il primo risultato dovrebbe uscire entro un paio di mesi. Nei prossimi uno, due anni, usciranno altri articoli su condizioni e malattie più specifiche.

8) Comunque la Regione Toscana si è impegnata a fondo sulla questione…

Indubbiamente…

9) In Italia quando si parla di queste tematiche c’è sempre il “binomio-ricatto” lavoro-salute…

Noi ci occupiamo di dati epidemiologici e sentiamo il peso della possibilità che i risultati delle ricerche possano condizionare il mercato del lavoro. Ma non ci possiamo fare niente. Il diritto alla salute e le conoscenze scientifiche non si possono gestire per i propri o altrui interessi. E noi, in questa vicenda della geotermia in Toscana, continueremo comunque a tenere alta l’attenzione.
David Busato


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