immagine misurare il global burden of diseaseARS SEGNALA - 30/08/2013
Alcuni giorni fa, il New England Journal of Medicine ha pubblicato un interessante articolo dal titolo “Measuring the Global Burden of Disease” nel quale gli autori, confrontando i risultati ottenuti nelle diverse edizioni del Global Burden of Disease (GBD), mettono in evidenza le differenze osservate nel corso degli anni.

GBD 2010: il carico di malattia calcolato su 1160 cause, 291 patologie, 67 fattori di rischio
La più recente valutazione del carico globale di malattia è lo studio del 2010 (GBD 2010). Qui i ricercatori, oltre a mettere in evidenza la necessità di rafforzare i metodi statistici utilizzati nelle precedenti edizioni, hanno ritenuto opportuno ampliare l’elenco delle cause del carico di malattia coprendo 291 malattie o lesioni e 1160 cause. Inoltre è stata valutata la mortalità, e il peso attribuibile, a 67 fattori di rischio o cluster di fattori di rischio.
Oltre a fornire informazioni critiche per condurre azioni di prevenzione, l’edizione 2010 si basa su dati provenienti da 187 paesi e comprende un riesame completo del carico di malattia per il 1990, ed una stima per il 2005 e il 2010 effettuata in base alle stesse definizioni e metodi agevolando, così, la possibilità di effettuare confronti significativi fra i diversi periodi.

GBD 1990 e  GDB 2010  a confronto
Il raffronto tra i dati del 1990 e quelli del 2010 mostra profondi cambiamenti. In generale, le patologie trasmissibili, quelle materno-infantili e nutrizionali sono diminuite sia in termini assoluti che rispetto alle malattie non trasmissibili (ad eccezione della malaria e dell’HIV-AIDS)
Il carico delle malattie non trasmissibili, sia per anni di vita persi che per anni vissuti con disabilità (DALY), vede il suo incremento maggiore nelle patologie correlate al diabete.
Anche i fattori di rischio hanno subito forti modificazioni. Nel 1990, il principale fattore di rischio era il sottopeso infantile, che si è classificato 8° tra i fattori di rischio valutati nel 2010 (con una diminuzione in anni di vita persi a causa della disabilità – DALY - del 61%). Inoltre sono state osservate diminuzioni nel peso attribuibili all'inquinamento dell'aria, al mancato allattamento al seno, alla carenza di vitamina A, alla carenza di zinco e alle fonti d'acqua non potabili.
Al contrario, gli aumenti dei DALY attribuibili di oltre il 30% si sono verificati per i seguenti fattori di rischio: obesità (indice di massa corporea elevato), elevato livello di glicemia a digiuno, dieta ricca di sodio, dieta a basso contenuto di cereali integrali, disturbi legati all’uso di droghe e all'esposizione al piombo.
In poche parole, l'elenco dei principali fattori di rischio che includono i componenti della dieta e l'inattività fisica rappresentano, nel 2010, il 10,2% dei DALY globali.

Interpretare i mutamenti nella salute attraverso i metodi e le tecniche del GBD
Gli autori spiegano i grandi mutamenti osservati nella salute globale attraverso i profondi cambiamenti demografici, la riduzione della mortalità e le diverse cause di disabilità.
Il cambiamento demografico (crescita demografica e invecchiamento) è il fattore chiave dell’aumento osservato nel carico delle malattie non trasmissibili a livello globale; mentre la variazione dei tassi di mortalità per età e sesso specifici dovuti a malattie trasmissibili, materno-infantili, nutrizionali e da lesioni, hanno visto una diminuzione dei DALY del 52,1% in seguito al miglioramento delle condizioni socio-economiche e di scolarizzazione verificatesi nel corso degli anni.
Il terzo elemento, le diverse cause di disabilità, vede invece un profondo mutamento nella relazione fra DALY e mortalità prematura. Delle prime 25 cause di anni vissuti con disabilità, solo la BPCO, il diabete, le lesioni da incidenti stradali, la cardiopatia ischemica, la tubercolosi e la diarrea sono anche tra le prime 25 cause di anni di vita persi. In poche parole, ciò che affligge la maggior parte delle persone non è necessariamente ciò che li uccide con un conseguente spostamento verso una quota maggiore del carico di malattia da disabilità.

Il contributo che il GBD può fornire nella definizione di una politica sanitaria equamente distribuita e orientata verso i reali fattori di rischio è sicuramente sotto gli occhi di tutti. Ciò che gli autori evidenziano in questo articolo è la necessità di migliorare ulteriormente il GBD attraverso una raccolta dati sempre più attenta e metodologicamente corretta. In futuro, ogni revisione, effettuerà un riesame dell’intera serie storica in modo da rendere i confronti sempre più affidabili e fornirà suggerimenti su come migliorare la stima di una particolare malattia, infortunio, o fattore di rischio nei diversi paesi.
In futuro, l’utilizzo delle definizioni, dei metodi e delle tecniche impiegate dal GBD costituirà la base per comprendere i modelli di salute presenti in ogni paese e differenziati in base alla regione geografica, classe sociale, razza o gruppo etnico.


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