Depression: a global crisis


ARS NEWS - 09/10/2012
La giornata mondiale della salute mentale è giunta quest'anno alla sua ventesima edizione e la World Federation for mental health (WFMH) ha scelto di commemorare questo giorno concentrando l'attenzione sul disturbo depressivo e la sua associazione con la crisi economica.

Il peso che questa patologia occupa in tutto il mondo è molto elevato. Secondo l'Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) il disturbo mentale rappresenta il 13% del carico globale di malattia (GBD*)  di cui il 4,3% rappresentato dal solo disturbo depressivo unipolare. Le previsioni attuali indicano che entro il 2030 la depressione diventerà la principale causa del carico globale di malattia.

Molti sono i fattori che intervengono nel favorire l'insorgere di un disturbo depressivo, fra questi, la disoccupazione, lo svantaggio sociale e la povertà più di altri risentono del momento storico che stiamo vivendo.

Per questo motivo riteniamo interessante segnalare il rapporto Depression: a global crises pubblicato dalla WFMH nel quale il tema depressione e crisi economica viene analizzato secondo diversi aspetti.

Il documento si suddivide in più articoli.
Inizialmente vengono descritti i motivi che hanno portato all'istituzione della giornata in cui si celebra la salute mentale. In particolare si pone l'accento sulla necessità di uniformare il disturbo mentale ad altre patologie fisiche riducendo lo stigma che, ancora oggi, lo circonda.

Un secondo approfondimento affronta la depressione inserendola in un contesto globale di sanità pubblica "A global public health concern". Oltre a fornire informazioni cliniche circa la natura di questa patologia, gli autori riportano studi sulle diverse modalità di gestione e sull'efficacia di interventi svolti in paesi economicamente svantaggiati, come l'Uganda, il Cile e l'India, giungendo alla conclusione che esistono trattamenti efficaci a basso costo in grado di migliorare la salute e la vita di milioni di persone.

Il lavoro prosegue con una sezione "Fact sheet - Depression around the world" in cui vengono riportati, nello specifico, i fattori di rischio riconosciuti come in grado di favorire il manifestarsi di un disturbo depressivo e l'analisi della richiesta di aiuto. Recentemente, infatti, l'OMS ha analizzato le "lacune" trattamentali in materia di salute mentale, mettendo in evidenza che in tutto il mondo  il tasso medio di depressione non trattata è di circa il 50%, valore, che in alcuni paesi, si riduce addirittura al 10%.

La sezione "Depression as a consequence of the economic crisis" pone l'accento sull'aspetto autodistruttivo del disturbo depressivo in quanto espressione clinica spesso associata a scelte estreme come il suicidio o tentato suicidio che sappiamo accentuarsi nei periodi di crisi economiche (leggi la news dell'ARS Suicidi e crisi economica in Toscana: esiste un legame?). E' per questo motivo che alcuni autori consigliano di effettuare screening per la depressione e le tendenze suicide in persone che vivono gravi problemi economici, perdite occupazionali o condizioni di estremo disagio affinché l'attuazione di misure preventive risulti tempestiva.

Trattandosi di un lavoro diffuso in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, la parte "System strengthening across the healthcare sector to promote - Resilience in a time of economic hardship" riporta l'attenzione non solo sulla necessità di rafforzare i servizi favorendone l'accessibilità, ma anche sul bisogno di potenziare, con le risorse a nostra disposizione, la resilienza del singolo individuo e delle società.

Il rapporto prosegue osservando il tema anche dal punto di vista opposto, e cioè su come la depressione può influire sull'economia di un paese ("The economic impact of depression"), mostrando il costituirsi di un circuito che si autoalimenta.

Il documento si conclude prendendo in considerazione la pericolosità del sintomo depressivo nei confronti degli altri "Depression and danger to others".  

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* Il Global Burden of Disease misura l'impatto delle patologie (Burden of disease) in termini di mortalità e disabilità. Usa come misura dell'impatto di una particolare patologia una unità chiamata DALYs (Disability Adjusted Life Years), che è la somma degli anni di vita persi per mortalità prematura (Years of Life Lost -YLLs) e degli anni di vita vissuti in condizioni di salute non ottimale o di disabilità (Years of Life lived with Disability -YLDs).


Per approfondire
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