Sex worker, salute pubblica e tutela dei diritti


sex workersARS SEGNALA - 19/02/2013
La rivista The Lancet ha appena pubblicato una lettera in cui si dà il benvenuto al recente rapporto Sex work and the law in Asia and the Pacific pubblicato dall’United Nations Development Programme (UNDP) in collaborazione con UN Population Fund (UNFPA) e il Joint United Nations Programme on HIV/AIDS (UNAIDS) presentato nell’ottobre scorso.

Il rapporto prende in esame 48 paesi dell’Asia e del Pacifico, valuta norme giuridiche, politiche e azioni di contrasto che riguardano i diritti umani dei lavoratori del sesso e il loro impatto sull’efficacia degli interventi volti a prevenire le infezioni da HIV. Quasi tutti questi paesi hanno infatti leggi che criminalizzano alcuni aspetti del lavoro sessuale con il conseguente allontanamento delle prostitute dal sistema sanitario e da interventi sia di prevenzione che di trattamento.

La legge costituisce senz’altro un potente strumento nella lotta contro l'HIV/AIDS, ma non ci sono prove che la criminalizzazione del lavoro sessuale possa impedire la diffusione dell'epidemia di HIV tra le prostitute e i loro clienti, arresti la discriminazione e favorisca l'accesso ai servizi sanitari.

Il rapporto mostra molte azioni punitive messe in atto in questi paesi, come la confisca dei preservativi o le molestie della polizia per il loro possesso perché prova del comportamento illecito dei lavoratori del sesso, la richiesta obbligatoria o forzata di test per l'HIV o infezioni sessualmente trasmissibili (IST) come condizione per l'occupazione, l’accesso vietato ai servizi pubblici per i lavoratori del sesso e centri di detenzione obbligatoria.

Gli autori dell’articolo sul Lancet concludono che, per una sanità pubblica in grado di offrire risposte efficaci si rende necessario, in molti contesti, l’abrogazione o la riforma delle leggi che criminalizzano alcuni comportamenti a rischio per il contagio e la diffusione dell’HIV. Al tempo stesso, allo scopo di tutelare i diritti delle popolazioni maggiormente vulnerabili (sex worker, alcune minoranze sessuali, tossicodipendenti o familiari di portatori di HIV) è necessaria la diffusione di informazioni legislative che tutelino i loro diritti.


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