Patologie croniche, l'assistenza è peggiore nei giovani e nei più anziani: il nuovo studio pubblicato su PLOS ONE


malattie cronicheARS SEGNALA – 14/04/2014
Sono appena apparsi sulla prestigiosa rivista "open access" PLOS ONE i risultati del nuovo studio condotto sui dati del progetto VALORE, un progetto cui l'ARS ha contribuito in modo decisivo. A essere messa sotto la lente di ingrandimento di Alessandra Buja, ricercatrice dell'Università di Padova, stavolta è la differenza, all'interno della popolazione affetta da patologie croniche, tra come le linee guida per l'assistenza sono seguite tra le persone appena entrate nell'età anziana (65-74 anni) e gli altri, più giovani o più anziani.
La sorpresa è stata osservare che con inattesa sistematicità, al variare di patologia e di tipo di linea guida, giovani e molto anziani sono curati e controllati meno scrupolosamente.

In altre parole, la probabilità di seguire le terapie appropriate e di eseguire tutti i controlli per diabete, cardiopatia ischemica e insufficienza cardiaca disegna in tutti i casi una 'U' rovesciata: al crescere dell'età la probabilità prima aumenta e poi diminuisce. Il fenomeno non può in nessun modo essere trascurato: uno scarso controllo delle patologie croniche, anche in età giovanile, aumenta i rischi di veloci peggioramenti, con gravi conseguenze sia per la salute dei pazienti che per la sostenibilità del sistema sanitario. L'articolo invoca l'applicazione urgente di nuovi paradigmi per l'assistenza alle malattie croniche, quali il Chronic Care Model, che hanno già dimostrato, anche in Toscana, di migliorare in modo considerevole l'adesione alle linee guida nell'assistenza ai malati cronici.

Per approfondire