8 marzo, festa delle donne: l’uguaglianza dei diritti passa anche dalla salute


immagine mimosa  ARS NEWS - 07/03/2014
Se vogliamo davvero arrivare, prima o poi, a festeggiare gli uguali diritti per gli uomini e le donne, la ricorrenza dell’8 marzo è una  buona occasione per riflettere sull’universo femminile e sulle disuguaglianze di cui le donne sono ancora vittima. Eppure, sul tema specifico della salute delle donne in Toscana qualche passo concreto e importante è già stato fatto: finalmente nel 2014 sappiamo di più sulla loro salute e sui loro stili di vita, oltre che sul loro modo di approcciarsi ai servizi sanitari.Questo grazie all’iniziativa della Commissione permanente per le problematiche della medicina di genere del Consiglio sanitario regionale, che ha prodotto il documento La salute di genere in Toscana, curato dall’ARS con la collaborazione di un gruppo di esperti toscani. Il documento è stato presentato al convegno che si è tenuto a Firenze il 5 novembre scorso: i principali dati sono sintetizzati in questa infografica e in questo video.

Partendo dal principio che la salute non è neutra, e che anche in medicina va applicato il concetto di diversità tra donne e uomini per garantire a tutti il miglior trattamento, la Regione Toscana ha inserito lo sviluppo di un approccio di genere alla salute dei cittadini nelle sette azioni prioritarie del  piano sanitario regionale. La Regione Toscana ha anche recentemente istituito il Centro regionale di coordinamento della salute e medicina di genere, strumento di raccordo e integrazione delle azioni attivate dalle ASL aziendali e da tutti gli altri soggetti a vario titolo coinvolti per sviluppare un “rete”  multidisciplinare e multiprofessionale integrata.  

8 marzo 2014: il focus UE sulla violenza di genere  
Una discriminazione di genere è anche la violenza di cui le donne sono spesso vittime. In occasione della festa delle donne 2014, il Parlamento europeo ha deciso di dedicare la giornata dell’8 marzo proprio alla violenza di genere con una serie di iniziative in tutta Europa, per contrastare un fenomeno diffuso che interessa tutti gli Stati membri, Italia inclusa. Con l’occasione, l'Agenzia UE per i Diritti fondamentali (FRA) ha pubblicato il primo rapporto sulla violenza contro le donne (completo di factsheet dei risultati in tutte le lingue, video e altro materiale di approfondimento), frutto di un’indagine che ha coinvolto 42 mila donne nei 28 stati membri. Drammatici i risultati: 1 donna su 3 in Europa tra i 15 ed i 74 anni è vittima di violenza fisica o sessuale (o entrambe). Si tratta di 62 milioni di donne, più dell’intera popolazione italiana.

Violenza di genere: le azioni attivate in Toscana per contrastarla
La Regione Toscana ha istituito sul  territorio numerosi servizi per  rispondere in modo adeguato ai bisogni di chi vive questa dolorosa esperienza. Nel 2007 è nato l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, che opera in sinergia con i centri antiviolenza, i consultori ed i servizi  sanitari territoriali. Per facilitare ulteriormente l’avvicinamento delle vittime al circuito assistenziale, è nato il progetto Codice rosa che, dopo un primo avvio in 5 ASL della Toscana, è stato ampliato a tutto il territorio regionale. Fin dal 1992 è stato inoltre istituito, presso il Dipartimento assistenziale integrato materno-infantile dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, il Servizio contro la violenza sulle donne, che nel 1999  è diventato Centro di riferimento regionale per la violenza e l’abuso sessuale sulle donne e sulle minori (CRRV).

Un’attenzione particolare va rivolta alle minori che hanno subito atti di violenza. Da oltre un decennio è attivo il Centro regionale infanzia e adolescenza che, grazie alla collaborazione con i servizi territoriali, gestisce problematiche connesse alle inadeguatezze genitoriali, alle condizioni culturali e sociali dei nuclei familiari e alla loro capacità di rispondere adeguatamente ai bisogni affettivi e di sviluppo dei figli. L’importanza del fenomeno minorile ha fatto nascere, nel 2005, il Gruppo abusi infanzia e adolescenza (GAIA) dell’ospedale pediatrico Meyer, con l’obiettivo specifico di prendersi cura, in maniera  multidisciplinare, dei bambini vittime di sospetto abuso e/o maltrattamento.

Lo scenario di maltrattamenti e di abusi termina con un fenomeno che rappresenta in modo emblematico una forma moderna di schiavitù: la tratta e lo sfruttamento di esseri umani. Il sistema di interventi contro la tratta di esseri umani in Toscana nasce nel 2011, quando il Dipartimento per le pari opportunità (DPO) della Presidenza del Consiglio dei ministri emette il primo bando congiunto per la concessione di contributi per realizzare interventi a favore delle vittime di tratta e grave sfruttamento. Questo ha dato vita a numerose attività sia di sistema che trasversali (come il numero verde regionale, le unità mobili territoriali, gli accompagnamenti presso i servizi sociali ecc.). Lo scopo: far emergere un sommerso di violazione dei diritti umani che porta con sé la lesione della libertà personale e della dignità della persona.

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