La salute e le cure di madri e neonati in Europa


immagine Salute e assistenza di madri e neonati in EuropaARS SEGNALA - 06/06/2013
E’ stato recentemente pubblicato il secondo rapporto sulla salute perinatale in Europa. Curato dal gruppo Peristat e co-finanziato dal Programma Health, Directorate General for Health and Consumers della Unione Europea, il rapporto analizza la salute delle madri e dei neonati e l'assistenza medica alla nascita. In Italia, Euro-Peristat è coordinato dall'Unità di epidemiologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Ministero della salute e l’ISTAT.

Il report riporta l’analisi comparativa, per 29 Paesi europei, di trenta indicatori principali raggruppati in 4 aree: salute feto-neonatale e del bambino, salute materna, caratteristiche delle popolazioni e distribuzione dei fattori di rischio, assistenza sanitaria. La prima versione del rapporto, pubblicato nel 2008 con i dati al 2004, aveva messo in evidenza la variabilità esistente tra i diversi paesi sia in termini di esiti di salute che di assistenza sanitaria.

La versione attuale riporta i dati aggiornati al 2010 e permette di esaminare i cambiamenti avvenuti rispetto al 2004. Per la maggior parte degli indicatori di salute analizzati, l’Italia occupa una posizione buona, in linea con quelle degli altri paesi dell’Europa occidentale. Rispetto al 2004 la natimortalità si è ridotta dal 3,7 al 2,4 per 1000 nati vivi, così come la mortalità neonatale e infantile (rispettivamente dal 2,8 al 2,5 per 1000 e dal 4 al 3,4 per 1000 nati vivi). Si conferma il dato ben noto di una elevata frequenza di parti cesarei (38,0%) che però, a differenza di quanto accaduto negli altri paesi, sembra essersi stabilizzato (era il 37,8% nel 2004). Più preoccupante è l’aumento dell’età materna al parto: la percentuale di gravidanze sopra i 35 anni è la più elevata d’Europa (34,7% rispetto al valore più basso registrato in Romania di 10,9%).

Persistono difficoltà circa la disponibilità dei dati correnti necessari per il calcolo di alcuni indicatori già presenti nel 2004. Dal 1998 l’Italia infatti non è più in grado di produrre i dati di mortalità neonatale e infantile per classe di peso alla nascita e di età gestazionale.


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