31 maggio, World no tobacco day: aumentare le tasse sul tabacco per diminuirne il consumo


immagine logo World no tobacco day 2014ARS NEWS - 30/05/2014
Il 31 maggio si celebra la Giornata mondiale senza tabacco, che come ogni anno richiama l’attenzione sugli effetti negativi del tabagismo e vuol incoraggiare l’introduzione di politiche efficaci per contrastarne l’abitudine.

Gli obiettivi della campagna di quest’anno sono:
  • incrementare la tassazione sul tabacco per ridurne il consumo
  • coinvolgere gli individui e le organizzazioni affinché incoraggino i governi ad aumentare la tassazione sul tabacco

Raise taxes on tobacco: lo slogan 2014

Secondo la Convenzione sul controllo del tabacco dell'Organizzazione mondiale della sanità, entrata in vigore nel 2005, implementare le politiche sulla tassazione e sui prezzi dei prodotti del tabacco è considerata una misura efficace per ridurne il consumo, in particolare nelle fasce di popolazione a basso reddito e nei giovani.
Si stima che un aumento della tassazione che incrementi il prezzo del tabacco del 10% diminuirebbe il consumo di circa il 4% nei paesi ad alto reddito e fino all’8% nella maggior parte di quelli a medio e basso reddito. Non solo, un aumento del 50% produrrebbe circa 1,4 miliardi di dollari di fondi che permetterebbero di raddoppiare la spesa per la salute in ben 22 paesi a basso reddito.

Le misure MPOWER per ridurre il consumo di tabacco… e se fossero applicate in Italia?
Al fine di favorire l’attuazione delle disposizioni della Convenzione, nel 2008 l'Oms ha indicato e promosso sei misure efficaci per ridurre l'uso del tabacco in tutto il mondo, conosciute come MPOWER:
  • Monitoring: monitorare il consumo di tabacco e le politiche di prevenzione
  • Protecting: proteggere le persone dal fumo di tabacco
  • Offering: offrire aiuto per far smettere di fumare
  • Warning: mettere in guardia sui pericoli del tabacco
  • Enforcing: applicare il divieto di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco
  • Raising: aumentare le tasse sul tabacco
Attraverso un modello di simulazione, è stato stimato che l’applicazione in Italia di misure di prevenzione in linea con la Convenzione Oms permetterebbe una riduzione della prevalenza di fumatori del 12% subito dopo la loro introduzione, del 30% nei 20 anni successivi e del 34% nei 30 anni ancora successivi, così come un calo della mortalità prematura.
La valutazione delle singole misure di intervento ha confermato che l’aumento della tassazione potrebbe generare una riduzione del consumo e dei decessi attribuibili al fumo.

L’aumento della tassazione sul tabacco: a che punto siamo?
L’incremento del prezzo del tabacco, pur essendo ritenuto il modo più efficace per ridurre il consumo, rappresenta la misura MPOWER meno realizzata: solo l’8% della popolazione mondiale vive in paesi con tasse sul tabacco sufficientemente alte, che rappresentano almeno il 75% del prezzo di vendita. A livello globale, le accise si aggirano invece attorno al 45% dei prezzi delle sigarette. I paesi a reddito più elevato impongono in genere tasse più alte sui prodotti del tabacco, ma le differenze di prezzo tra i paesi dovrebbero essere minimizzate e prezzi e imposte coordinati tra i paesi vicini per ridurre il contrabbando.

La tassazione sui prodotti da tabacco: le indicazioni Oms
Il documento WHO report on the global tobacco epidemic 2013 fornisce alcune informazioni sull’effetto della tassazione e su come metterla in atto. La tassazione sul tabacco protegge i meno abbienti e previene l’inizio dell’abitudine nei giovani, fortemente influenzati dalla variazione dei prezzi. E’ opportuno aumentare le tasse regolarmente così che il prezzo accresca più velocemente rispetto agli effetti combinati dell’inflazione e dell’aumentato potere d’acquisto dei consumatori. Tassazione più alta non porta necessariamente a maggiore contrabbando. Le tasse sul tabacco permettono di finanziare politiche di salute, programmi di sanità pubblica e sociali e controllare il fenomeno del tabagismo

Il consumo di tabacco in Toscana e in Italia
In Toscana nel 2012 fumava il 23,8% della popolazione di 14 anni o più, una quota superiore rispetto al valore medio nazionale (22,2%). La nostra regione nel 2012 risulta tra quelle con la più alta prevalenza di fumatori, preceduta solo da Sicilia e Campania (entrambe, 24,8%). Occorre osservare, tuttavia, che la diffusione del fumo di tabacco mostra ormai scarse differenze nei diversi territori italiani, con un divario di circa il 5% tra la regione più “virtuosa”, la Puglia, e Sicilia e Campania.
L’abitudine, in Toscana nel 2012, interessava il 27,7% dei maschi ed il 20,2% delle donne, differenza di genere evidente anche nei dati italiani (elaborazioni ARS su dati Istat). Da tempo il consumo di tabacco è sempre meno diffuso, sia in Italia che in Toscana. Nei più giovani, tuttavia, la quota di fumatori è in aumento dagli anni ’90, con un picco nell’ultimo triennio: fumava in Toscana, secondo i dati Istat, il 7,2% dei ragazzi di 14-17 anni nel triennio 1993-1995, ed il 12,2% nel 2009-2011. La nostra regione si colloca al di sopra della media nazionale per prevalenza di fumatori in tale fascia di età.
Anche i dati dello studio EDIT (Epidemiologia dei determinanti dell'infortunistica stradale in Toscana) di ARS Toscana indicano una maggiore diffusione dell’abitudine nel tempo negli adolescenti, con prevalenze di fumatori più alte rispetto ai dati Istat: 19,2% nel 2005 e circa il 24,1% nel 2011 nella fascia 14-19 anni.


Per approfondire: