Firenze è davvero la “capitale” della cocaina? Il commento dell’ARS Toscana a Controradio


immagine cocainaARS NEWS - 05/06/2013
Il 28 maggio scorso il Dipartimento nazionale politiche antidroga ha anticipato alcuni dati della nuova relazione al Parlamento, che sarà presentata nelle prossime settimane. Secondo quanto dichiarato dal capo del Dipartimento Giovanni Serpelloni sui consumi di cocaina nelle città italiane, sarebbe Firenze la città italiana con il più alto consumo di cocaina. In base ai nuovi dati aggiornati all’ottobre 2012 – elaborati dal Dipartimento insieme all’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e ottenuti analizzando le acque reflue, ovvero le fogne – il triste primato del consumo più elevato di cocaina andrebbe infatti a Firenze con 9,5 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti.Seguono Napoli (9,1 dosi), Roma (8,7) e Milano (6,5 dosi). Dall’analisi emerge anche che è aumentata nell’anno scorso la quantità di cocaina rintracciata in Italia (dopo il calo dell’anno precedente), ed è molto più alta nelle regioni del Centro rispetto a quelle del Nord e del Sud. La cannabis rimane comunque la sostanza più utilizzata e la maggior parte delle persone che usano droghe fanno anche uso ed abuso di alcol.

Fabio Voller, dirigente dell’ARS Toscana, è intervenuto sull’emittente radiofonica fiorentina Controradio per commentare le anticipazioni che arrivano dal Ministero sul consumo di sostanze, di cocaina in particolare. Voller ha sottolineato che è necessaria cautela nel leggere questi primi dati, peraltro anticipati per adesso dal capo del Dipartimento antidroga solo in una conferenza stampa e che dovranno quindi essere meglio analizzati una volta che verrà ufficialmente presentata la relazione al Parlamento. Va inoltre tenuta in considerazione la problematica della metodica di rilevazione utilizzata: «La metodica del campionamento delle acque reflue è innovativa – precisa Voller - ma presenta alcune limitazioni che rendono necessari attenti controlli. Ad esempio, la concentrazione dei metaboliti della cocaina presenti nell’acqua può essere influenzata anche dalla siccità o dalla piovosità del periodo in cui è stata effettuata la rilevazione». Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’imponente flusso turistico di Firenze, per cui i dati emersi sul consumo potrebbero riguardare una popolazione molto più larga ed eterogenea dei soli cittadini residenti a Firenze. Per chiarire la questione dei problemi metodologici dovremo quindi attendere l’uscita degli articoli scientifici, per capire se i confondenti menzionati sono stati effettivamente controllati.

Al di là della questione dei problemi metodologici di rilevazione, Voller ha sottolineato che i dati sul consumo di cocaina a Firenze diffusi dal Dipartimento antidroga  risultano comunque un po’ anomali in quanto né la Toscana né Firenze in particolare hanno finora mai registrato consumi superiori alla media nazionale. «Dalle rilevazioni che l’ARS effettua sui giovani con l’indagine EDIT – ha specificato Voller – noi vediamo che il consumo di cocaina caratterizza circa il 5% della popolazione toscana con età 14-19 anni, che questo dato è sostanzialmente stabile nel tempo e che è in linea con la media nazionale».

Sembrano altrettanto strani anche i dati generali sul consumo di sostanze anticipati dalla relazione del Dipartimento politiche antidroga,  secondo i quali ci sarebbe in Italia una generale diminuzione del consumo di eroina, cocaina e cannabis. Questa diminuzione non risulta invece dalle indagini effettuate dall’ARS Toscana sulla popolazione giovanile - che rilevano una sostanziale stabilità dei consumi, peraltro in media con i dati nazionali - ed è anche in contrapposizione con la tendenza che si osserva generalmente nei periodi di crisi economica, in cui invece il consumo di sostanze aumenta, nonostante il reddito ridotto di cui si dispone, proprio a causa della situazione sociale ed economica particolarmente pesante. Una sostanziale stabilità nei consumi di sostanze per quanto riguarda l’Italia, come per molti altri paesi europei, è confermata anche dall’European Drug Report 2013.  Anche in quest’ultimo caso, quindi, è necessaria cautela: un’analisi più approfondita dei dati ministeriali deve essere rimandata a dopo l’uscita ufficiale della relazione, quando potremo avere maggiori dettagli sulla metodologia utilizzata per la rilevazione.

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