Piano nazionale radon: l’ISS pubblica il nuovo sito


immagine radonARS NEWS - 24/02/2014
E’ online il sito del Piano nazionale radon per ridurre il rischio di tumore polmonare in Italia. L’esposizione al radon in Italia è responsabile di circa 3.300 casi di tumore al polmone all’anno (stima effettuata dall’ISS nel 2010): la seconda causa dopo il fumo di sigaretta, secondo l’OMS. Questo nuovo sito, curato dall’Istituto superiore di sanità, rappresenta un nuovo ed importante strumento per informare e sensibilizzare tecnici e cittadini sul radon e sulle attività svolte in Italia per ridurre il rischio di tumore polmonare connesso all’esposizione della popolazione a questo gas radioattivo.

Le attività del Piano nazionale radon, promosso nel 2002 (e parzialmente finanziato) dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità, sono in linea con la direttiva europea sulla radioprotezione, che renderà obbligatorio per ogni Paese dotarsi di un PNR e aggiornarlo periodicamente.

La prima indagine nazionale rappresentativa dell’esposizione al radon della popolazione italiana è stata condotta tra il 1989 ed il 1998. Il valore della concentrazione media in Italia è risultato pari a circa 70 Bq/m3: più alto rispetto alla media mondiale, che è di circa 40 Bq/m3. A livello regionale, le concentrazioni medie sono risultate variabili da circa 25-30 Bq/m3 (in Basilicata, Calabria, Marche) a circa 100 Bq/m3 e oltre (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia). In seguito, molte regioni hanno effettuato campagne di misurazione e approfondimento su scala regionale e/o sub-regionale, per conoscere meglio la  distribuzione territoriale della concentrazione di radon ed individuare le aree regionali ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon.

Radon e salute: l’indagine in Toscana
Nel 2006 la Regione Toscana ha affidato all’ARPAT la realizzazione di un’indagine conoscitiva sulla distribuzione della concentrazione di radon negli ambienti di vita e di lavoro. L'indagine ha interessato l’intera Toscana: sono stati misurati i livelli di radon medi annuali in circa 2000 abitazioni e 1300 luoghi di lavoro, inclusi ospedali e scuole. L'elaborazione dei risultati ha permesso di ottenere informazioni sulla presenza del gas radioattivo per tutto il territorio regionale e di classificare i seguenti 13 comuni come aree a maggiore rischio radon: Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Isola del Giglio, Marciana, Marciana Marina, Montecatini Val di Cecina, Piancastagnaio, Piteglio, Pitigliano, Roccastrada, Santa Fiora, Sorano. Ad oggi solo la Regione Toscana ha proceduto ad individuare le aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon. Inoltre, la Regione e l’ARPAT hanno promosso numerose attività per informare gli operatori sanitari sul tema radon e salute: l’ARS ha partecipato a diverse giornate formative presentando gli effetti sanitari del radon. L’ARS, inoltre, aggiorna costantemente la propria pagina web dedicata a schede tossicologiche e aggiornamenti bibliografici relativi al radon ed altre sostanze inquinanti.

La Regione Toscana ha recentemente approvato anche un'indagine di approfondimento relativa alla concentrazione di radon nelle scuole, che l'ARPAT attuerà nel 2014 e nel 2015 e che coinvolgerà gli edifici scolastici nei comuni toscani dove sono emersi valori di concentrazione di radon superiori ai livelli di riferimento.

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