Carne rossa e salumi: niente di nuovo per la Piramide alimentare toscana

L'editoriale del direttore ARS


pat piramideEsplode sui media la bomba “carne cancerogena”. Esperti e meno esperti si avventurano in prese di posizione pro o contro il documento OMS-IARC: ognuno con la propria idea di cosa è cancerogeno e cosa no. Indipendentemente dal lavoro della commissione internazionale di 22 esperti di 10 paesi che ha redatto il rapporto. Questo è il lavoro della IARC, che da sempre produce documenti sui rischi del cancro, seguendo i criteri codificati e condivisi dalla comunità scientifica internazionale per la valutazione delle evidenze scientifiche. In questo caso rivedendo i risultati di oltre 800 ricerche pubblicate negli ultimi 20 anni.

I risultati delle commissioni IARC, insieme a quelle che valutano i rischi per le malattie cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, per il diabete e così via per le malattie più importanti, finiscono sui tavoli dei governi di tutto il mondo. Che si attivano poi – chi più chi meno - per aiutare i cittadini a fare scelte di salute. Con campagne di informazione, incentivi, disincentivi o divieti, accordi, leggi e decreti che vanno ad incidere sulla vita di tutti noi. Dunque: dalla ricerca alle politiche, per arrivare alla salute. Al momento non conosciamo procedure migliori per arrivare a garantire a tutti informazioni affidabili per evitare di ammalarsi. Che piaccia o no, se ad oggi l’evidenza scientifica indica che carne conservata, salumi e in minor misura carne rossa, sono fattori di rischio per il tumore al colon, uno dei più diffusi nel mondo, ce ne dobbiamo fare una ragione e magari anche cercare di cambiare un po’ le nostre abitudini dietetiche. Riducendo il consumo di carne, in particolare affettati, salumi e carni rosse, a favore semmai di pesce e legumi. Oppure si continua a fare come prima, conoscendo e valutando pro e contro sul rischio che si corre. O che si fa correre ad altri, se si tratta di quelli per i quali prepariamo i pasti. Mense scolastiche e aziendali non potranno però far finta di niente, anche se quelle pubbliche da tempo sono già orientate verso modelli salutistici alimentari.

La Regione Toscana ha indicato ai propri cittadini già nel 2010 - con largo anticipo rispetto al livello nazionale e molto prima delle indicazioni della IARC - la strada migliore per la salute a tavola, con vantaggi anche per ambiente, conti economici e benessere degli animali. Tutto in una sola immagine: la Piramide alimentare toscana - PAT. Elaborata con l’aiuto dei migliori ricercatori toscani: agronomi, medici, nutrizionisti, geriatri, epidemiologi, veterinari, biologi, economisti dell’Università di Firenze, Siena e Pisa. E con il supporto del CNR di Pisa, di ISPO, dell’Accademia dei Georgofili, dei ricercatori dello studio InCHIANTI dell’Asl di Firenze.
La Piramide alimentare toscana con i suoi 6 livelli (come si legge nel libretto della PAT) suggerisce di mangiare di più gli alimenti che sono nei livelli più larghi della base, dove ci sono frutta, verdura e legumi, e sempre di meno via via che si procede nei gradini verso il vertice. Qui ci sono cibi molto gustosi, come salumi, carne rossa e dolci, da consumare con molta più moderazione. La PAT è stata presentata con successo in trasmissioni televisive sulle reti nazionali e locali e distribuita in Toscana capillarmente ai medici e pediatri di famiglia, alle Aziende sanitarie, alle farmacie, alle biblioteche comunali e agli agriturismi toscani.

Dunque, anche prima della presa di posizione della IARC, i nostri cittadini erano già a conoscenza che una dieta ricca di frutta, verdura e legumi, arricchita di pesce, ma povera in carne rossa, salumi e dolci, insieme ad una buona e costante attività fisica è il modello da seguire per mantenersi in buona salute.

Tanto più che – carne o non carne – i toscani condividono già con i giapponesi ed altre regioni italiane il primato mondiale della durata della vita: 85 se toscana, 80 se toscano. Ed è ancora in miglioramento.




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