Alcol: Relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento - Principali dati epidemiologici per Italia e Toscana


alcol 2Il Ministero della Salute, ha pubblicato, come ogni anno, la "Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della Legge 30.03.2001 n. 125 Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati" che aggiorna il quadro epidemiologico, le caratteristiche dei servizi algologici e gli interventi attuati in materia di consumo di bevande alcoliche.

Presentiamo in sintesi i dati epidemiologici principali per l'Italia e la Toscana, che si basano su quanto rilevato dall'indagine Multiscopo Istat "Aspetti della vita quotidiana".

In Italia, dal 2005 al 2014, si sono osservati dei mutamenti rispetto alle abitudini di consumo delle bevande alcoliche: sono diminuiti i consumatori (dal 69,7% al 63%), e in particolare i consumatori giornalieri (dal 31% al 22,1%), mentre sono aumentati i consumatori occasionali e fuori pasto (questi ultimi dal 25,7% al 26,9%). Il consumo di bevande alcoliche continua a essere più diffuso negli uomini (76,6%) rispetto alle donne (50,2%). La prevalenza del consumo fuori pasto aumenta significativamente negli uomini, dal 2013 al 2014, dell'1,5%, mentre nelle donne si osserva una tendenza all'incremento che caratterizza l'intero periodo 2005-2014. Il consumo fuori pasto è soprattutto diffuso tra i giovani e i giovani adulti, dai 18 ai 44 anni. Il fenomeno del consumo di 6 o più bevande alcoliche in un'unica occasione, il cosiddetto "binge-drinking", a rischio per gli esiti acuti sulla salute, continua a diminuire nel genere maschile e a mantenersi stabile in quello femminile. Sono soprattutto i maschi (10% vs 2,5% delle femmine nel 2014) e le fasce d'età più giovani, a partire dall'adolescenza e soprattutto tra i 18 ed i 24 anni (21% nei maschi e 7,6% nelle femmine), a mettere in atto questo comportamento. Nei più giovani, tra gli 11 e i 15 anni, a differenza di tutte le altre fasce di età, il binge-drinking non presenta differenze di genere. Diminuiscono i consumatori abituali eccedentari in entrambi i generi. Negli adulti il picco di prevalenza si presenta tra i 65 e i 74 anni. Dal 2007 al 2012 la mortalità per patologie totalmente attribuibili all'alcol (sindromi psicotiche indotte da alcol, poli-neuropatia alcolica, cardiomiopatia alcolica, gastrite alcolica, epatopatie alcoliche, effetti tossici dell'alcol, degenerazione del sistema nervoso dovuta all'alcol, pancreatite cronica indotta dall'alcol) si è ridotta per entrambi i generi e in tutte le fasce di età.

In Toscana, nel 2014, la percentuale di consumatori di almeno una bevanda alcolica è risultata negli uomini inferiore alla media nazionale (74% vs 76,6%). Nelle donne l'indicatore è in linea col valore nazionale (51,4% vs 50,4%) ma in discesa di quasi 7 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il vino rimane la bevanda alcolica più diffusa, seguita da birra e aperitivi alcolici. I consumatori di vino tra i maschi toscani sono una quota analoga al valore nazionale (64,7% vs 64,1%), in diminuzione rispetto al 2013. Si registra, al contrario, una prevalenza di consumatrici di vino nella nostra regione superiore alla media nazionale (41,1% vs 37,7%). Tra i maschi la diffusione del consumo di birra è inferiore rispetto alla media nazionale, mentre tra le femmine è allineata con quella delle coetanee nazionali e in diminuzione nel 2014. La prevalenza del consumo di amari è la più bassa in Italia per entrambi i generi. Tutti gli indicatori di comportamenti a rischio sono in linea con il dato medio nazionale. Per quanto riguarda la mortalità attribuibile all'alcol per le patologie totalmente determinate dal consumo della sostanza, nella graduatoria nazionale la Toscana si colloca tra le regioni più virtuose, con 1,71 decessi ogni 100.000 abitanti, preceduta solo dalla Sicilia (1,64 decessi ogni 100.000 abitanti). L'insieme dei dati su consumi e conseguenze dell'uso di alcol in Toscana non sembra mostrare particolari criticità rispetto alla media nazionale. I fenomeni a rischio che sono comunque presenti così come nel panorama italiano, in particolare il binge-drinking tra i più giovani, impongono il monitoraggio e l'attuazione di interventi di contenimento.