Vaccinazione obbligatoria del personale sanitario: il viewpoint pubblicato su JAMA


14/6/2021
È stato pubblicato su JAMA il Viewpoint COVID-19 Vaccination of Health Care Personnel as a Condition of Employment. A Logical Addition to Institutional Safety Programs, che riporta una serie di motivazioni a favore dell'obbligatorietà della vaccinazione anti SARS-CoV-2 per il personale sanitario. 

Come noto, le conseguenze della pandemia da SARS-CoV-2 sono state di vasta portata, in particolare tra il personale sanitario e all'interno delle strutture sanitarie.

Con l’avvento dei vaccini anti-SARS-CoV-2 altamente efficaci e sicuri, i tassi di casi e quelli di ospedalizzazione stanno diminuendo, con la speranza di un ritorno a una parvenza di assistenza sanitaria pre-COVID-19.

Gli studi effettuati a inizio pandemia riflettevano un rischio di infezione da SARSCoV-2 più elevato negli operatori sanitari, ma tale rischio potrebbe essere stato mitigato da una maggiore disponibilità e dall'uso di dispositivi di protezione individuale universali. Come per la popolazione generale, la proporzione delle infezioni da SARS-CoV-2 tra gli operatori sanitari asintomatici è sostanziale. Questi individui hanno spesso un’ elevata concentrazione di virus nelle vie aeree superiori tale da consentire la trasmissione del virus.

Sebbene non specificamente dimostrato negli studi clinici, dati sempre più numerosi provenienti dagli studi sui contatti familiari di soggetti infetti suggeriscono che i vaccini sono associati con una riduzione delle infezioni asintomatiche e pertanto anche della trasmissione. Infatti, nel Regno Unito i contatti familiari di operatori sanitari vaccinati hanno mostrato tassi più bassi di infezione da SARS-CoV2 rispetto ai membri delle famiglie di operatori sanitari non vaccinati (tassi assoluti, 5,93 vs 9,40 per 100 anni-persona; rapporto di rischio, 0,70 [IC 95%, 0,63-0,78]). In accordo con questi risultati, uno studio sui tassi di infezione in 223 comunità distinte in Israele ha identificato una forte correlazione negativa tra i tassi di vaccinazione della comunità e il calo delle infezioni in una coorte di persone non vaccinate di età inferiore ai 16 anni.

Gli operatori sanitari, che per la natura dell’occupazione, hanno un contatto diretto con i pazienti (e altri operatori sanitari) sono potenziali vettori di infezione soprattutto per i pazienti più vulnerabili.

La diffusione della vaccinazione contro SARSCoV-2 tra gli operatori sanitari, sebbene maggiore rispetto alla popolazione generale, è inferiore al livello necessario per prevenire l'introduzione e la diffusione del virus nelle strutture sanitarie.

In conclusione, uno dei veri trionfi scientifici della pandemia da SARS-CoV2 è stato lo sviluppo di vaccini sicuri e altamente efficaci. Con la vaccinazione contro SARS-CoV-2 diffusa in tutto il mondo, è stata dimostrata un'efficacia simile in tutti i paesi, con un profilo di sicurezza ottimo. L’eccellente efficacia dei vaccini è stata dimostrata sia contro l’infezione sintomatica che asintomatica. Pertanto, sulla base dei risultati raggiunti, tutti gli operatori sanitari non dovrebbero inavvertitamente diffondere infezioni contagiose, come morbillo, influenza e adesso SARS-CoV2 ai propri pazienti e ad altri operatori sanitari, riconoscendo la vaccinazione anti-SARS-CoV2 come un’essenziale componente dei programmi di sicurezza sia per il  paziente e che per l'operatore sanitario.

A cura di:

  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi




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