Nuovo coronavirus, il punto sui vaccini in sperimentazione: vaccini a vettore virale non replicante

A cura di: C. Silvestri e C. Stasi


20/12/2021
Una parte importante della comunità scientifica sta lavorando sulla predisposizione di un vaccino efficace contro Covid-19. In particolare, i ricercatori stanno lavorando su cinque tipologie diverse di vaccini: vaccini a RNA, vaccini a DNA, vaccini proteici, vaccini a virus inattivato, vaccini a vettore virale non replicante.

In questa pagina gli ultimi aggiornamenti relativamente ai vaccini a vettore virale non replicante.


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 Vaccini a vettore virale non replicante

Vaccino AstraZeneca + University of Oxford [autorizzato]
[ChAdOx1 nCOV19 (AZD1222)]

Il nuovo studio per valutare efficacia e sicurezza dei vaccini approvati per l'uso in UE 
Lo studio di equivalenza National Cohort Study of Effectiveness and Safety of SARS-CoV-2/COVID-19 Vaccines (ENFORCE)(ClinicalTrials.gov Identifier: NCT04760132) di fase IV in aperto, non randomizzato, a gruppi paralleli, con controlli storici (ovvero il gruppo di controllo è reclutato nel passato), ha l’obiettivo di valutare l'efficacia e la sicurezza di nuovi vaccini SARS-CoV-2 approvati per l'uso nell'Unione europea, fra cui anche il vaccino AstraZeneca.Leggi tutti i dettagli.

EMA e AIFA autorizzano l'immissione in commercio del vaccino AstraZeneca-Università di Oxford

Il 29 gennaio 2021, il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’European Medicines Agency (EMA), dopo attenta valutazione dei risultati in merito alla qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino ChAdOx1 nCOV19 (AZD1222), ne ha raccomandato la concessione di autorizzazione all'immissione in commercio.
Dato che la maggior parte dei partecipanti agli studi aveva un’età compresa fra i 18 ed i 55 anni, i risultati di efficacia sulla popolazione anziana sono ancora in corso. Tuttavia, poiché esistono informazioni affidabili sulla sicurezza in questa popolazione sia sulla base dell'esperienza con altri vaccini che sulla rilevazione di una risposta immunitaria osservata in questa fascia di età, gli esperti scientifici dell'EMA hanno ritenuto che il vaccino possa essere utilizzato anche negli anziani.

In linea con quanto deciso dall’EMA, il 30 gennaio 2021, l’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) ne autorizza l’utilizzo anche in Italia. AIFA sottolinea l’utilizzo preferenziale del vaccino di AstraZeneca in soggetti di età compresa fra i 18 ed i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze di efficacia più solide.
 Vaccini a RNA Vaccini a RNA
AstraZeneca rende noti i dati di efficacia del suo vaccino contro Covid-19: AZD1222 è efficace in media al 70%
Nella lunga corsa alla ricerca di un vaccino efficace contro Covid-19 l’azienda biofarmaceutica AstraZeneca ha reso noti i primi risultati dell’analisi ad interim della sperimentazione di fase III riguardante il vaccino AZD1222. 


La schedula vaccinale di AZD1222 prevede 2 somministrazioni intramuscolari a distanza di 4 settimane. I risultati (ancora non pubblicati) hanno mostrato un'efficacia del 90% quando il vaccino AZD1222 è stato somministrato a dosaggio ridotto (metà dose al tempo 0 e dosaggio pieno a 4 settimane), mentre l’utilizzo del regime standard (due dosi da 5x1010 a distanza di 4 settimane) ha rivelato un’efficacia del 62%. L'analisi combinata di entrambi i regimi di dosaggio (con il coinvolgimento di 11.636 partecipanti) ha prodotto un'efficacia media del 70%. 

Tutti i risultati erano statisticamente significativi (p <= 0,0001). 

Sul totale dei partecipanti, si sono verificati 131 casi COVID-19 nell'analisi ad interim.

Un comitato di monitoraggio indipendente ha stabilito che l'analisi ha raggiunto il suo endpoint primario mostrando la protezione da COVID-19 che si verifica 14 giorni o più dopo aver ricevuto due dosi del vaccino. Non sono stati confermati eventi gravi di sicurezza riguardanti il vaccino. AZD1222 è stato ben tollerato in entrambi i regimi di dosaggio.

› Efficacia dei vaccini Pfizer e Astrazeneca contro la variante Delta: l'articolo sul New England Journal of Medicine
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato l’articolo Effectiveness of Covid-19 Vaccines against the B.1.617.2 (Delta) Variant, che ha avuto l’obiettivo di valutare l’efficacia dei vaccini Pfizer (BNT162b2) e AstraZeneca (ChAdOx1 nCoV-19) contro la malattia sintomatica causata dalla variante delta o dal ceppo predominante (B.1.1.7, o variante alfa) nel periodo in cui è iniziata a circolare la variante delta. I dettagli nella nostra news.

› Vaccini anti Covid-19, quale efficacia contro la variante indiana? Lo studio commentato su Public Health England
Public Health England, in una press release pubblicata il 22 maggio 2021, ha commentato lo studio (ancora in preprint) Effectiveness of COVID-19 vaccines against the B.1.617.2 variant nel quale gli autori, analizzando i dati provenienti dal registro nazionale delle vaccinazioni attivo in Inghilterra, hanno stimato l’effetto dei principali vaccini sulla variante di SARS-CoV2 B.1.617.2 (anche detta variante indiana).
I dettagli nella nostra news

› Efficacia dei vaccini Pfizer-BioNTech e Oxford-AstraZeneca su sintomi correlati a covid-19, ricoveri ospedalieri e mortalità negli anziani in Inghilterra: lo studio pubblicato sul BMJ

È stato pubblicato su The British Medical Journal lo studio dal titolo Effectiveness of the Pfizer-BioNTech and Oxford-AstraZeneca vaccines on covid-19 related symptoms, hospital admissions, and mortality in older adults in England: test negative case-control study che ha indagato l’effetto precoce della vaccinazione contro COVID-19, utilizzando test di routine e dati provenienti dai registri sulle vaccinazioni.
I dettagli nella nostra news.

› Vaccinazione anziani con Pfizer e Astrazeneca: buona risposta anticorpale con entrambi i vaccini già dopo la prima dose
Lo studio Single vaccination with BNT162b2 or ChAdOx1 in older people induces equivalent antibody generation but enhanced cellular responses after ChAdOx1  (preprint) pubblicato su The Lancet ha valutato le risposte immunitarie in una popolazione di anziani che avevano ricevuto una singola dose di vaccino a mRNA BNT162b2 (Pfizer) o su base adenovirus (vaccino ChAdOx1 - AstraZeneca). Già dopo la prima dose, entrambi i vaccini inducono una buona risposta anticorpale, ma il vaccino Astrazeneca induce una risposta immunitaria cellulare più forte rispetto al vaccino Pfizer. Leggi la nostra news di dettaglio.

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› Rari casi di trombocitopenia dopo vaccinazione con il vaccino AstraZeneca
Nell’articolo Thrombotic Thrombocytopenia after ChAdOx1 nCov-19 Vaccination, pubblicato su The New England Journal of Medicine, sono descritti gli 11 casi di trombocitopenia dopo vaccinazione con ChAdOx1 nCov-19 (vaccino VAXZEVRIA ex AstraZeneca). Per altri dettagli leggi la nostra news Rari casi di trombocitopenia dopo vaccinazione con i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson


› Analisi in vitro e clinica dell'efficacia del vaccino AstraZeneca contro la variante inglese
È stato recentemente pubblicato su The Lancet  l’articolo Efficacy of ChAdOx1 nCoV-19 (AZD1222) vaccine against SARS-CoV-2 variant of concern 202012/01 (B.1.1.7): an exploratory analysis of a randomised controlled trial che fornisce informazioni sulle analisi in vitro degli anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino contro la variante B.1.1.7 e sull’analisi clinica dell’efficacia di ChAdOx1 nCoV-19 (Astrazeneca) contro la malattia causata da tale variante, che ha destato molta preoccupazione nel Regno Unito.

Nel Regno Unito, la variante B.1.1.7 è emersa mentre nella popolazione era ancora presente un basso livello di immunità naturale (ovvero contro l’infezione) e prima che iniziassero i programmi di vaccinazione. E’ quindi probabile che la selezione di questa variante sia avvenuta per migliorare la capacità di legame del virus al recettore ACE2 e la sua trasmissibilità.

Si tratta di uno studio in singolo cieco, multicentrico, randomizzato, di fase 2/3 che valuta la sicurezza e l'efficacia del vaccino ChAdOx1 nCoV-19. I soggetti arruolati nelle coorti di efficacia sono stati reclutati tra il 31 maggio e il 13 novembre 2020 e hanno ricevuto le dosi di richiamo tra il 3 agosto e il 30 dicembre 2020. Sono stati arruolati soggetti di età ≥18 anni in 19 centri di ricerca di Inghilterra, Galles e Scozia. L'arruolamento era rivolto ai partecipanti con rischio potenzialmente alto di esposizione a SARS-CoV-2, come i soggetti operanti in contesti sanitari e di assistenza sociale. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 1: 1 a ricevere il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 a dose standard (5 × 10¹⁰ particelle virali) o un vaccino di controllo coniugato meningococcico del gruppo A, C, W, e Y (MenACWY) come controllo. Un sottoinsieme dei partecipanti (n = 2773) ha ricevuto un vaccino a basso dosaggio (2,2 × 10¹⁰ particelle virali) come prima dose.

Ai partecipanti è stato chiesto di fornire settimanalmente tamponi per naso e gola auto-raccolti per un test di amplificazione degli acidi nucleici (NAAT) a partire dalla prima settimana dopo la prima dose, utilizzando i kit dei test domiciliari forniti dal Dipartimento di Salute e Assistenza Sociale. I partecipanti sono stati avvisati settimanalmente tramite e-mail o SMS di contattare il team dello studio in caso di insorgenza di sintomi di COVID-19 (tosse, febbre superiore a 37,8 ° C, mancanza di respiro, anosmia o ageusia).

Le risposte anticorpali neutralizzanti sono state misurate utilizzando un test di microneutralizzazione di virus vivi contro la linea B.1.1.7 e contro una canonica variante non B.1.1.7 (BetaCoV/Australia/VIC01/2020).

Dai risultati dello studio emerge che su 8534 partecipanti alla coorte di efficacia primaria, 6636 (78%) avevano un'età compresa tra 18 e 55 anni e 5065 (59%) erano donne. Tra il 1 ° ottobre 2020 e il 14 gennaio 2021, 520 partecipanti hanno sviluppato l’infezione da SARS-CoV-2. Sono stati raccolti 1466 tamponi nasali e faringei positivi per la NAAT, di cui 401 tamponi, raccolti da 311 partecipanti, sono stati sequenziati con successo. L'efficacia clinica del vaccino contro l'infezione sintomatica, positiva per NAAT è stata del 70,4% per B.1.1.7 e 81,5% per la variante non B.1.1.7.
Per i casi asintomatici o di infezione non nota, rilevati tramite i tamponi effettuati settimanalmente, l’efficacia del vaccino era maggiore per le infezioni non B.1.1.7 (69,7%) rispetto alla variante B.1.1.7 (28,9%), sebbene pochi casi fossero disponibili per l'analisi. L'efficacia complessiva contro i casi asintomatici o di infezione non nota è stata del 61,7% (da 36,7 a 76,9) contro la variante B.1.1.7 e 77,3% (da 65,4 a 85,0) contro le altre varianti.

L’efficacia del vaccino contro la variante B.1.1.7 era del 66,7% nel gruppo a dosaggio standard rispetto al 77,9% del gruppo a basso dosaggio, mentre per i casi nel gruppo delle varianti non B.1.1.7, l'efficacia è stata del 78,0% nel gruppo a dosaggio standard rispetto all'87,2% del gruppo a basso dosaggio.

Quando i casi sono stati stratificati per dosaggio standard e basso dosaggio di vaccino, sono stati riscontrati pochi casi asintomatici o di infezione non nota, tali da non permettere confronti robusti.

Per quanto riguarda la sperimentazione in vitro, il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 ha mostrato una ridotta attività di neutralizzazione contro la variante B.1.1.7 rispetto a una variante non B.1.1.7.

La vaccinazione con ChAdOx1 nCoV-19 potrebbe indurre anche una riduzione della carica virale con probabile riduzione della trasmissione dell’infezione.

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› Estensione dell'intervallo fra le due dosi: il comment su The Lancet
Nel Comment pubblicato su The Lancet: Single-dose Oxford–AstraZeneca COVID-19 vaccine followed by a 12-week booster gli autori riportano i risultati di trial e studi clinici condotti per valutare l’efficacia del vaccino Oxford–AstraZeneca dopo due dosi standard somministrate a intervalli di 12 settimane o più. In particolare gli autori sottolineano che in un rapporto basato su un’analisi ad interim di quattro studi randomizzati controllati condotti in Brasile, Sud Africa e Regno Unito, avevano trovato un’efficacia complessiva del vaccino del 70,4%, con un'efficacia superiore del 90% in coloro che avevano ricevuto una dose bassa (2 · 2 × 10¹⁰ particelle virali per dose) seguito da una dose standard (5 × 10¹⁰ particelle virali) e un'efficacia del vaccino di 62,1% (95% CI 41,0-75,7) in coloro che avevano ricevuto due dosi standard (a distanza di 4 settimane).

Al fine di raggiungere il massimo beneficio per la salute pubblica, il governo del Regno Unito aveva deciso di somministrare le prime dosi a più individui possibili, ritardando la seconda dose di vaccino ChAdOx1 nCoV-19 fino a 12 settimane dopo la prima.

Gli studi hanno poi evidenziato che su un totale di 17.178 partecipanti (56,4% donne) l'efficacia del vaccino dopo una singola dose standard era del 76,0% (59,3–85,9) a partire dal 22° giorno e che i livelli anticorpali erano mantenuti fino al 90° giorno con un calo minimo durante questo periodo. L’efficacia del vaccino era significativamente più alta (81,3%) dopo due dosi standard somministrate a intervalli di 12 settimane o più, rispetto al 55,1% della somministrazione a meno di 6 settimane. Una singola dose standard aveva un'efficacia contro il COVID-19 sintomatico nei primi 90 giorni di 76,0%, ma non forniva alcuna protezione contro le infezioni asintomatiche.

Gli autori del comment evidenziano importanti limitazioni di questi studi tra cui: non sono stati progettati in modo prospettico; i partecipanti non erano randomizzati all'intervallo di dosaggio; solo uno dei quattro studi condotti era in doppio cieco; le caratteristiche di base tra le coorti che ricevevano una singola dose e le coorti che ricevevano due dosi erano sostanzialmente diverse (età media più anziana, diversa distribuzione di genere ed etnia, una percentuale minore di operatori sanitari o sociali nelle coorti a due dosi rispetto alle coorti a singola dose).

Nonostante questi limiti, i risultati hanno dimostrato che una singola dose del vaccino ChAdOx1 nCoV-19 è altamente efficace nei 90 giorni dopo la prima dose di vaccinazione e che quindi un intervallo più lungo della somministrazione della seconda dose si traduce in una più elevata efficacia e protezione del vaccino contro i sintomi da COVID-19.

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› Analisi di immugenità e efficacia a seguito estensione intervallo tra prima dose e richiamo: l'articolo su The Lancet

Il 19 febbraio la rivista The Lancet ha pubblicato l’articolo Single-dose administration and the influence of the timing of the booster dose on immunogenicity and efficacy of ChAdOx1 nCoV-19 (AZD1222) vaccine: a pooled analysis of four randomised trials presentando i risultati aggregati riguardanti il trial sul vaccino ChAdOx1 nCoV-19 e analisi esplorative dell'impatto sull'immunogenicità e sull'efficacia conseguenti all'estensione dell'intervallo tra la prima dose e il richiamo. Inoltre, l’articolo riporta dati d’immunogenicità e di protezione conseguenti alla prima dose, prima che venga somministrata la dose di richiamo.

I dati su cui il lavoro si basa, provengono da studi clinici randomizzati in singolo cieco: uno studio di fase 1/2 condotto nel Regno Unito (COV001), uno studio di fase 2/3 condotto nel Regno Unito (COV002) e uno studio di fase 3 condotto in Brasile (COV003) e uno studio di fase 1/2 in doppio cieco condotto in Sud Africa (COV005). Come descritto in precedenti pubblicazioni, i soggetti arruolati di età pari o superiore a 18 anni erano assegnati casualmente con un rapporto 1:1 a ricevere due dosi standard di ChAdOx1 nCoV-19 (particelle virali 5 × 10¹⁰) o un vaccino di controllo o una soluzione salina placebo. Nello studio condotto nel Regno Unito, un sottogruppo di partecipanti ha ricevuto una dose inferiore (2 · 2 × 10¹⁰ particelle virali) di ChAdOx1 nCoV-19 per la prima dose.

L'outcome primario era il riscontro di COVID-19 sintomatica confermata virologicamente con un tampone positivo al test di amplificazione degli acidi nucleici (NAAT), associata con almeno un sintomo (febbre ≥37,8 ° C, tosse, respiro corto o anosmia o ageusia) a distanza di 14 giorni dopo la seconda dose. L’outcome secondario comprendeva le analisi di efficacia che includevano casi verificatisi almeno 22 giorni dopo la somministrazione della prima dose di vaccino, mentre sono stati considerati risultati esplorativi le risposte anticorpali e la neutralizzazione dello pseudovirus misurate attraverso l’esecuzione di test immunologici.

Gli studi sono visualizzabili sul sito https://clinicaltrials.gov/ (ISRCTN89951424 (COV003); NCT04324606 (COV001); NCT04400838 (COV002); NCT04444674 (COV005).

Complessivamente, fra il 23 aprile e il 6 dicembre 2020, sono stati reclutati e vaccinati 24.422 partecipanti di cui 17.178 (8597 ricevevano ChAdOx1 nCoV-19 e 8581 ricevevano il vaccino di controllo) inseriti nella valutazione dell’outcome primario (malattia confermata a 14 giorni dalla somministrazione della 2° dose).

Per quanto riguarda l’endpoint primario, 332 soggetti hanno riportato un’iinfezione con positività per NAAT a 14 giorni dalla somministrazione della seconda dose e un’efficacia complessiva pari al 66,7% (IC 95% 57,4-74,0). Dei 332 casi, 84 facevano parte del gruppo sottoposto a vaccinazione con ChAdOx1 nCoV-19 (n=8.597; 1%), mentre 248 (n= 8.581; 2,9%) appartenevano al gruppo di controllo. In entrambi i gruppi non si sono verificati ricoveri ospedalieri per COVID-19.

Dei 12.282 partecipanti sottoposti a vaccinazione con ChAdOx1 nCoV-19, 108 (0,9%) hanno presentato eventi avversi gravi mentre nel gruppo di controllo (n=11.962) gli eventi avversi gravi sono stati 127 (1,1%). Ci sono stati sette decessi considerati non correlati alla vaccinazione (due nel gruppo ChAdOx1 nCov-19 e cinque nel gruppo di controllo), incluso un decesso correlato a COVID-19 nel gruppo di controllo.

Per quanto riguarda l’endopoint secondario, le analisi esplorative hanno mostrato che l'efficacia del vaccino ChAdOx1 nCoV-19 misurata nell’intervallo di tempo compreso fra il 22° ed il 90° giorno dopo la somministrazione della prima dose standard era del 76% (59,3-85,9). I risultati dello studio indicano che la protezione non è diminuita durante i primi tre mesi dalla somministrazione della prima dose standard. Inoltre, i livelli di anticorpi durante questo periodo hanno presentato una diminuzione minima entro il 90 ° giorno. Nei partecipanti che hanno ricevuto due dosi standard, dopo la seconda dose, l'efficacia era maggiore in quelli con un intervallo dalla prima dose più ampio (efficacia del vaccino 81,3% [95% CI 60,3–91,2] a ≥12 settimane) rispetto a quelli con un intervallo breve (efficacia del vaccino 55,1% [33 · 0-69 · 9] a <6 settimane). Queste osservazioni sono supportate da dati di immunogenicità che hanno mostrato risposte anticorpali più di due volte superiori dopo un intervallo di 12 o più settimane rispetto a un intervallo inferiore a 6 settimane in coloro che avevano un'età compresa tra 18 e 55 anni.

In base ai risultati ottenuti, gli autori concludono che i risultati dell’analisi primaria erano coerenti con quanto osservano nell’analisi ad interim, confermando che si tratta di un vaccino con un’efficacia che varia in base all'intervallo di tempo che intercorre fra le dosi.

Questo risultato spinge gli autori a sottolineare che un intervallo di 3 mesi fra la 1° e la 2° dose potrebbe portare dei vantaggi rispetto a un programma con un intervallo breve non solo in termini di protezione individuale ma anche come possibile utilizzo nel contesto pandemico favorendo la copertura di un maggior numero di individui quando le scorte sono scarse.

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› Lo studio Phase III Double-blind, Placebo-controlled Study of AZD1222 for the Prevention of COVID-19 in Adults, recentemente passato in fase III, prevedeva il coinvolgimento di 30.000 partecipanti - provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Brasile e Sud Africa - di età ≥ 18 anni, sani o affetti da malattie croniche stabili, a maggior rischio di essere esposti all'infezione da SARS-CoV-2.  

Si tratta di uno studio multicentrico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo per valutare la sicurezza, l'efficacia e l'immunogenicità del vaccino AZD1222. I partecipanti sono randomizzati in un rapporto 2:1 per ricevere 2 dosi IM di 5 × 10˄10 AZD1222 (n = circa 20.000) o placebo salino (il gruppo di controllo, n = circa 10.000 ) a distanza di 4 settimane l’una dall’altra.

Il vaccino AZD1222 è stato sviluppato congiuntamente dall'Università di Oxford (ChAdOx1 Vector Vaccine) e dalla sua società spin-out, Vaccitech. Nel maggio 2020, l’Azienda AstraZeneca ha ricevuto un ingente finanziamento dalla Biomedical Advanced Research and Development Authority (USA), per lo sviluppo, la produzione e la consegna del vaccino. Lo studio di fase III è parte di questo accordo di finanziamento.

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› Pubblicato su The Lancet il protocollo del vaccino 
La rivista The Lancet ha pubblicato i risultati della sperimentazione clinica Safety and efficacy of the ChAdOx1 nCoV-19 vaccine against SARS-CoV-2: an interim analysis of four randomised controlled trials in Brazil, South Africa, and the UK riferita al vaccino ChAdOx1 nCoV-19 (AZD1222) prodotto dall’azienda biofarmaceutica AstraZeneca.  

Anche se i risultati preliminari erano già stati presentati dai ricercatori nell’articolo Safety and immunogenicity of ChAdOx1 nCoV-19 vaccine administered in a prime-boost regimen in young and old adults (COV002): a single-blind, randomised, controlled, phase 2/3 trial (vedi sotto), questa pubblicazione cerca di far chiarezza sull’intero protocollo adottato e sulle “modiche” apportate nel corso della sperimentazione.

In sintesi lo studio comprende 4 coorti:

1) COV001 (Regno Unito): sperimentazione clinica di fase 1/2 in singolo cieco effettuata in cinque centri di ricerca del Regno Unito, iniziata il 23 aprile 2020 che ha previsto l’arruolamento 1.077 volontari sani di età compresa tra 18 e 55 anni. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale con rapporto 1:1 a ricevere ChAdOx1 nCoV-19 a una dose di 5 × 10¹⁰ particelle virali (dose standard), misurata utilizzando spettrofotometria, o vaccino di controllo (MenACWY : meningococcico gruppo A, C, W e Y). A un sottogruppo in aperto non randomizzato di dieci partecipanti, sono state somministrate due dosi di ChAdOx1 nCoV-19 a 28 giorni di distanza, come riportato in precedenza. Questa coorte era stata originariamente pianificata a dose singola e 88 partecipanti nella parte di fase 1 del studio rimangono destinatari di una singola dose. Tuttavia, a seguito delle robuste risposte immunitarie osservate nelle coorti con richiamo, il protocollo è stato modificato in un regime a due dosi.

2) COV002 (Regno Unito): sperimentazione clinica di fase 2/3 in singolo cieco, iniziata il 28 maggio 2020, che ha previsto l’arruolamento di 10.673 ad elevato rischio di esposizione a SARS-CoV-2 (operatori sanitari o sociali) provenienti da 19 centri localizzati in Inghilterra, Galles e Scozia.
In questa coorte sono presenti due gruppi di dosaggio: partecipanti che hanno ricevuto una primo vaccino a bassa dose (Low Dose, LS) (2•2 × 10¹⁰ particelle virali) seguito da una seconda dose standard (SD) (5 × 10¹⁰ particelle virali) definito come gruppo LD/SD; partecipanti che hanno ricevuto due dosi standard di vaccino (5 × 10¹⁰ particelle virali) sia nella prima che nella seconda somministrazione (gruppo SD/SD). Come spiegano gli Autori, tale differenza è dovuta al fatto che durante i controlli di qualità dei lotti di produzione, sono state osservate delle differenze nel dosaggio legate alle diverse metodiche di quantificazione adottate dai centri di produzione (spettrofotometria e PCR quantitativa [qPCR]). A seguito di questa rilevazione, in accordo con l’Ente nazionale di controllo (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency), è stata selezionata la dose di 5 × 10¹⁰ particelle virali mediante spettrofotometro (2•2 × 10¹⁰ particelle virali da qPCR), per essere coerente con lo studio di fase 1 (COV001) condotto con l'uso della spettrofotometria.
Dopo la revisione e l'approvazione da parte del regolatore, il gruppo di studio ha concluso che la rilevazione mediante qPCR (a basso dosaggio) era più accurata e le dosi successive sono state adeguate alla dose standard (5 × 10¹⁰ particelle virali) utilizzando la metodica qPCR. Il protocollo è stato modificato il 5 giugno 2020, con conseguente arruolamento di due distinti gruppi con diversi regimi di dosaggio senza pause nell’arruolamento. Attualmente è stata sviluppata una procedura di analisi delle dosi e tutti i lotti vengono rilasciati solamente con una dose specifica di 3•5–6•5 × 10¹⁰ particelle virali (utilizzato per le dosi di richiamo nell'analisi di efficacia presentata nell’articolo).

La coorte LD/SD (di età compresa tra 18 e 55 anni) è stata arruolata per 11 giorni tra il 31 maggio e il 10 giugno 2020. La coorte SD/SD (di età compresa tra 18 e 55 anni) è stata arruolata dal 9 giugno al 20 luglio 2020. Successivamente, sono state arruolate coorti di età ≥ di 56 anni.

3) COV003 (Brasile): sperimentazione di fase 3 in singolo cieco iniziato il 23 giugno 2020. I partecipanti erano soggetti di età superiore ai 18 anni (N=10.002) ad alto rischio d’infezione da SARS-CoV-2 (operatori sanitari) provenienti da 6 centri brasiliani. A tutti i partecipanti sono state offerte due dosi di vaccino di 3•5–6•5 × 10¹⁰ particelle virali con somministrazione fino a 12 settimane di distanza (target 4 settimane).

4) COV005 (Sud Africa): sperimentazione in fase 1/2 in doppio cieco in corso in Sud Africa su adulti sani di età compresa tra 18 e 65 anni arruolati a partire dal 28 giugno 2020 (N=2.096). A tutti i partecipanti sono state offerte due dosi del vaccino di 3•5–6.5 × 10¹⁰ particelle virali somministrate a 4 settimane di distanza.

I tempi di somministrazione del vaccino (prima dose e richiamo) variano tra gli studi. A causa degli emendamenti descritti in precedenza, non è stato possibile uniformare a 4 settimane la somministrazione della seconda dose. Nella coorte COV002, 1.459 (53,2%) di 2.741 partecipanti del gruppo LD/SD hanno ricevuto una seconda dose dopo almeno 12 settimane dalla prima e solo 22 (0,8%) hanno ricevuto una seconda dose entro 8 settimane dalla prima. L'intervallo mediano tra le dosi per il gruppo SD/SD in COV002 è stato di 69 giorni. Al contrario, la maggioranza dei partecipanti in COV003 ha ricevuto una seconda dose entro 6 settimane dalla prima.

In tutti e quattro gli studi, il vaccino ha avuto una profilo di sicurezza buono, con eventi avversi gravi ed eventi avversi di interesse speciale bilanciati tra i bracci dello studio. Gravi eventi avversi si sono verificati in 168 partecipanti, 79 dei quali avevano ricevuto ChAdOx1 nCoV-19 e 89 dei quali avevano ricevuti MenACWY o controllo salino. I principali eventi avversi segnalati sono stati: un caso di mielite trasversa, un caso di febbre superiore a 40° C. Tutti i partecipanti alla sperimentazione si sono ripresi o si trovano in condizioni stabili o di miglioramento. Sono stati segnalati quattro decessi non COVID-19 negli studi (tre nel braccio di controllo e uno nel ChAdOx1 nCoV-19) per cause violente (incidente stradale, trauma contusivo, omicidio e polmonite fungina).

Rispetto all’outcome principale, riguardante la valutazione di efficacia del vaccino ChAdOx1 nCoV-19, i risultati mostrano un’efficacia significativa del 70,4% dopo due dosi e una protezione del 64,1% dopo almeno uno dose standard, contro la malattia sintomatica, senza problemi di sicurezza. Inizialmente, il gruppo di lavoro aveva sollevato la preoccupazione che il regime LD/SD potesse avere un'efficacia inferiore rispetto a SD/SD e l'accettazione da parte delle autorità regolatorie dell'inclusione dei due regimi di vaccinazione (LD/SD e SD/SD) nell'analisi si è basata sull’osservazione che questi regimi hanno generato livelli simili di anticorpi aumentando, così, la dimensione del campione disponibile per l'analisi senza comprometterne l'efficacia.

Nei partecipanti che hanno ricevuto due dosi standard, l'efficacia contro il COVID-19 sintomatico primario è stata coerente sia nel Regno Unito (efficacia del 60,3%) che in Brasile (efficacia del 64,2%), indicando che questi risultati sono generalizzabili in due diverse impostazioni con tempi diversi per la dose di richiamo (con la maggior parte dei partecipanti nel Regno Unito che riceve la dose di richiamo più di 12 settimane dopo la prima dose e la maggior parte dei partecipanti in Brasile che riceve la seconda dose entro 6 settimane dalla prima). L'efficacia del 90,0% osservata in coloro che hanno ricevuto una prima dose a basso dosaggio (Regno Unito) è stata sorprendentemente alta rispetto agli altri risultati dello studio. Inoltre, analizzando la sintomatologia dei soggetti risultati positivi nel corso dello studio, nella Coorte COV002 i partecipanti al gruppo LD/SD sono risultati asintomatici o con sintomi lievi nel 58,9% (N=24) rispetto al 3,8% (N=45) registrato nel gruppo SD/SD.

Le analisi dei sottogruppi, incluse su richiesta dei revisori, pur essendo limitate ai partecipanti di età compresa tra 18 e 55 anni, e ad intervalli tra le 2 dosi (prima e seconda) maggiore di 8 settimane, hanno mostrato risultati simili. Inoltre, i dati preliminari riferiti alle coorti più anziane, mostrano risposte immunitarie simili dopo la vaccinazione con due dosi di ChAdOx1 nCov-19.

I ricercatori sottolineano la necessità di effettuare ulteriori approfondimenti per riuscire a determinare il meccanismo sottostante l’aumentata efficacia del regime LD/SD.

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Su The Lancet pubblicati i risultati dello studio di fase 2/3 del vaccino sviluppato dalla Oxford University

Sono stati recentemente pubblicati su The Lancet il 18 novembre 2020 i risultati dello studio Safety and immunogenicity of ChAdOx1 nCoV-19 vaccine administered in a prime-boost regimen in young and old adults (COV002): a single-blind, randomised, controlled, phase 2/3 trial. In questo rapporto vengono descritti i risultati della fase 2 dello studio di fase 2/3 in singolo cieco, randomizzato, controllato (COV002), che ha arruolato adulti sani di età pari o superiore a 18 anni in due centri di ricerca clinica del Regno Unito, stratificati per fascia d’età crescente (18-55 anni, 56-69 anni e con oltre 70 anni). I soggetti risultavano idonei all’arruolamento se non presentavano comorbidità mediche gravi o non controllate oppure un punteggio di fragilità elevato (se di età ≥65 anni). I partecipanti sono stati arruolati in due gruppi distinti a seconda del dosaggio del vaccino: coorti a basso dosaggio (2.2 × 1010 particelle di virus) e coorti a dose standard (3.5–6.5 × 1010virus). Ciascuna delle coorti a basso dosaggio o a dosaggio standard sono state poi suddivise in dieci gruppi in base alla fascia d’età e alla somministrazione del vaccino sperimentale o di controllo. Nello specifico, per la prima fase di reclutamento dei soggetti che ricevevano un basso dosaggio, sono stati reclutati per primi i partecipanti di età compresa tra 18 e 55 anni, successivamente sono stati reclutati i partecipanti di età compresa tra 56 e 69 anni e un'ulteriore estensione del reclutamento è avvenuta per i soggetti di età superiore a 70 anni solo dopo la revisione indipendente della sicurezza da parte del Data Safety Monitoring Board (DSMB) indipendente. I gruppi di età compresa tra 18 e 55 anni hanno ricevuto due dosi di vaccino e sono stati assegnati in modo casuale a ricevere il vaccino sperimentale (ChAdOx1 nCoV-19) o il vaccino di controllo (MenACWY). I gruppi di età compresa tra 56 e 69 anni e oltre 70 anni sono stati assegnati in modo casuale a ricevere una o due dosi di vaccino e sono stati quindi assegnati in modo casuale a ricevere il vaccino sperimentale o il vaccino di controllo.

Lo stesso procedimento è stato ripetuto con il reclutamento e la randomizzazione per le coorti a dose standard dopo la revisione da parte del DSMB.  Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una visita di screening. Sono stati esclusi dalla partecipazione a tutti i gruppi, i volontari risultati sieropositivi alla SARS-CoV-2 prima dell'arruolamento, ad eccezione di quelli della coorte di 18-55 anni che riceveva una dose standard. Inoltre, tutti i partecipanti inclusi in questa fase 2, ad eccezione di quelli del gruppo a basso dosaggio di 18-55 anni, sono stati sottoposti a ulteriori approfondimenti (esami del sangue per HIV, epatite B e C, emocromo completo e funzionalità epatica e renale). La seconda dose è stata somministrata a 28 giorni di distanza.

I risultati dello studio mostrano che sono stati arruolati 560 partecipanti, di cui 160 di età compresa tra 18 e 55 anni (100 assegnati a ricevere il vaccino ChAdOx1 nCoV-19, 60 assegnati a ricevere MenACWY), 160 di età compresa tra 56 e 69 anni (120 assegnati a ricevere ChAdOx1 nCoV-19 e 40 assegnati a ricevere MenACWY) e 240 di età pari o superiore a 70 anni (200 assegnati a ricevere ChAdOx1 nCoV-19: 40 assegnati a MenACWY). In totale sono stati esclusi 8 partecipanti, di cui 7 non avevano effettuato la seconda dose e 1 aveva ricevuto un dosaggio errato del vaccino. Tre pazienti sono stati invece esclusi dalle analisi relative all’immunogenicità a causa di campioni etichettati in modo errato.

Per quanto concerne le reazioni locali e sistemiche, queste erano più comuni nei partecipanti trattati con ChAdOx1 nCoV-19 rispetto a quelli trattati con il vaccino di controllo ed erano prevalentemente: dolore al sito di iniezione, sensazione di avere la febbre, dolori muscolari, mal di testa, ma erano meno comuni negli anziani (di età ≥56 anni) rispetto ai giovani adulti. A partire dal 26 ottobre 2020, si sono verificati 13 eventi avversi gravi, nessuno dei quali è stato considerato correlato a nessuno dei due vaccini somministrati.

Per quanto riguarda l’immunogenicità, nei partecipanti che avevano ricevuto due dosi di vaccino, entro 14 giorni dalla seconda dose, il 99% dei partecipanti (208 su 209) presentavano risposte anticorpali neutralizzanti. Inoltre, dopo 28 giorni dalla seconda dose sia il picco delle IgG anti-SARS-CoV-2 che gli anticorpi neutralizzanti erano simili nelle tre coorti d’età. Le risposte delle cellule T raggiungevano il picco al 14° giorno dopo una dose singola standard di ChAdOx1 nCoV-19.

In conclusione, secondo gli autori lo studio ha dimostrato che il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 sembra essere tollerato meglio negli adulti più anziani rispetto agli adulti più giovani, esso inoltre presenta un’immunogenicità simile nei tre differenti gruppi di età dopo la seconda dose. Sono però necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia del vaccino in individui che presentano comorbidità.

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Lo studio di fase 2/3 Investigating a Vaccine Against COVID-19 ha l’obiettivo di determinare l'efficacia, la sicurezza e l'immunogenicità del vaccino candidato contro la malattia da Coronavirus (COVID-19) ChAdOx1 DA -19 in volontari sani del Regno Unito.

E’ previsto l’arruolamento di 12.330 volontari, divisi in 11 gruppi. I gruppi 1, 7 e 9 sono adulti di età compresa tra 56 e 69 anni; i gruppi 2, 8 e 10 sono adulti dai 70 anni in su; il gruppo 3 è composto da bambini di età compresa tra 5 e 12 anni; i gruppi 4, 5, 6 e 11 sono adulti di età compresa tra 18 e 55 anni. Tutti i soggetti saranno sottoposti a follow-up per un 1 anno dopo l'ultima dose di vaccino.

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Lo studio di fase 3 A phase III study to investigate a vaccine against COVID-19 (NCT89951424) ha l’obiettivo di valutare se i soggetti sani (di età ≥18 anni) in Brasile possono essere protetti dal COVID-19 con un nuovo vaccino chiamato ChAdOx1 nCoV-19 e fornire, inoltre, preziose informazioni sulla sicurezza del vaccino e sulla sua capacità di generare buone risposte immunitarie contro il virus. I partecipanti sono assegnati in modo casuale a ricevere due dosi del vaccino sperimentale o un vaccino contro la meningite (gruppo di controllo). I volontari saranno seguiti per 12 mesi dopo la seconda dose di vaccino e saranno testati per COVID-19 e monitorati per valutare l’insorgenza di sintomi tipici da COVID-19. Inoltre, durante lo studio verranno effettuati esami del sangue per osservare come il sistema immunitario dei volontari ha reagito. Alla fine dello studio, i ricercatori esamineranno quante persone avranno sviluppato COVID-19 in ciascun gruppo. Sebbene questa sia la prima volta che questo vaccino viene somministrato all'uomo, vaccini sperimentali simili sono stati ampiamente somministrati per molte patologie senza significativi problemi di sicurezza. È previsto l’arruolamento di 10.300 soggetti.

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Lo studio AZD1222 Vaccine for the Prevention of COVID-19 (NCT04540393) è uno studio clinico prospettico, multicentrico, in aperto, non comparativo, progettato per fornire dati sull'uso di AZD1222 nella Federazione Russa. Il protocollo fa parte del programma internazionale AstraZeneca di sviluppo AZD1222 con diversi studi condotti nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Giappone e in altri paesi. Questo studio è destinato ai fini della registrazione di AZD1222 in Russia. I partecipanti (di età≥18 anni) riceveranno 2 dosi di AZD1222; la prima dose verrà somministrata il giorno 1 e la seconda dose il giorno 29. La via di somministrazione avviene per iniezione intramuscolare. È previsto l’arruolamento di 100 pazienti.

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Lo studio A Study of a Candidate COVID-19 Vaccine (COV003) (NCT04536051) è uno studio randomizzato e controllato di fase III per determinare la sicurezza, l'efficacia e l'immunogenicità del vaccino ChAdOx1 nCoV-19 non replicante. È previsto l'arruolamento di 10.300 professionisti sanitari e adulti (di età ≥18 anni) ad alto rischio per SARS-CoV-2, con età ≥ 18 anni, divisi in 4 bracci: 1) partecipanti che riceveranno una singola dose standard di vaccino ChAdOx1 nCOV19 più paracetamolo; 2) partecipanti che riceveranno una singola dose di MenACWY più paracetamolo; 3) partecipanti che riceveranno due dosi standard di vaccino ChAdOx1 nCoV-19 più paracetamolo, a distanza di 4-12 settimane; 4) partecipanti che riceveranno menACWY e soluzione salina più paracetamolo.
Tutti i soggetti saranno sottoposti a follow-up per 1 anno dopo la somministrazione dell’ultima dose. Ulteriori visite o procedure potranno essere eseguite a discrezione degli investigatori.

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È stato attivato il 14 dicembre 2020 il trial A Phase III Randomized, Double-blind, Placebo-controlled Multicenter Study in Adults to Determine the Safety, Efficacy, and Immunogenicity of AZD1222, a Non-replicating ChAdOx1 Vector Vaccine, for the Prevention of COVID-19 (EUCTR2020-005226-28DE), con l’obiettivo di valutare la reattogenicità di 2 dosi intramuscolo di AZD1222 rispetto al placebo negli adulti di età ≥18 anni; la risposta anticorpale a AZD1222 dopo 2 dosi intramuscolo di AZD1222 o placebo; determinare i livelli di anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 nel siero dopo 2 dosi intramuscolo di AZD1222 o placebo. I principali criteri di inclusione erano rappresentati dall’aumento del rischio di infezione da SARS-CoV-2, definiti come adulti a rischio di esposizione a SARS-CoV-2 e COVID-19, sulla base della valutazione del rischio disponibile concomitante al momento dell’arruolamento.
 
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Vaccino Gamaleya Research Institute + Health Ministry of the Russian Federation
[Gam-COVID-Vac - Sputnik V]

Il 2 febbraio, la rivista The Lancet ha pubblicato i risultati ad interim dello studio di fase 3 su Gam-COVID-Vac (Sputnik V) Safety and efficacy of an rAd26 and rAd5 vector-based heterologous prime-boost COVID-19 vaccine: an interim analysis of a randomised controlled phase 3 trial in Russia, in cui si conferma un’efficacia contro COVID-19 del 91,6% e una buona tolleranza nell’ampia coorte coinvolta (NCT04530396). 

Lo studio, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, è stato svolto in 25 ospedali e policlinici di Mosca (Russia) ed ha visto il coinvolgimento di 21.977 adulti assegnati in modo casuale al gruppo vaccino (n = 16501) o il gruppo placebo (n = 5476) con un rapporto 3:1.

Il vaccino Gam-COVID-Vac (Sputnik V) comprende due componenti del vettore, rAd26-S e rAd5-S, che trasportano il gene per la glicoproteina S. SARS-CoV-2 a lunghezza intera, somministrate per via IM con un intervallo di 21 giorni tra la prima dose (rAd26) e il seconda dose (rAd5).

A 21 giorni dopo la prima dose di vaccino (il giorno della dose 2), 16 (0,1%) su 14.964 partecipanti al gruppo sperimentale e 62 (1,3%) di 4.902 del gruppo placebo, sono stati confermati per COVID-19; l'efficacia del vaccino è stata del 91,6% (95% CI 85,6-95,2). La maggior parte degli eventi avversi segnalati era di grado 1 (7485 [94,0%] di 7966 eventi totali); mentre 45 (0,3%) di 16.427 partecipanti al gruppo sperimentale e 23 (0,4%) di 5.435 partecipanti al gruppo placebo hanno avuto eventi avversi gravi eventi. Nessun evento avverso grave è stato considerato associato alla vaccinazione. Durante lo studio sono stati segnalati quattro decessi (tre [<0,1%] su 16.427 partecipanti al sperimentale e uno [<0,1%] su 5.435 partecipanti al gruppo placebo), nessuno dei quali è stato considerato correlato al vaccino.

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Lo studio clinico multicentrico di fase 3 Clinical Trial of Efficacy, Safety, and Immunogenicity of Gam-COVID-Vac Vaccine Against COVID-19 (RESIST) (NCT04530396), randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo ha l’obiettivo di valutare l’efficacia, l’immunogenicità e la sicurezza del vaccino vettoriale Gam-COVID-Vac, basato sull’adenovirus umano.

E’ previsto l’arruolamento di 40.000 soggetti di età superiore ai 18 anni, randomizzati (3:1) in due gruppi:
  • un gruppo di riferimento di 10.000 volontari riceveranno il placebo
  • un gruppo di studio di 30.000 volontari riceveranno il vaccino sperimentale Gam-COVID-Vac
al tempo 0 e a 21 (±2) giorni dalla prima somministrazione

Ciascun soggetto parteciperà alla sperimentazione per 180 ± 14 giorni dopo la somministrazione della prima dose di vaccino/placebo.

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Vaccino Sputnik V: i dati preliminari mostrano un'efficacia oltre il 95% a 42 giorni dalla prima dose
Sul sito sputnikvaccine.com è stata pubblicata la seconda analisi ad interim riguardante i dati di efficacia del vaccino Sputnik V sviluppato dall’Istituto di ricerca Gamaleya.

Dopo il completamento delle sperimentazioni cliniche di fase III del vaccino Sputnik V, il Centro Gamaleya fornirà l'accesso al rapporto completo della sperimentazione clinica.

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Lo studio Clinical Trial of Efficacy, Safety, and Immunogenicity of Gam-COVID-Vac Vaccine Against COVID-19 in Belarus, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ha l’obiettivo di valutare l’efficacia, l’immunogenicità e sicurezza del vaccino vettore combinato Gam-COVID-Vac contro SARS-CoV -2 indotta negli adulti. È previsto l’arruolamento di 110 volontari di età compresa tra i 18 e i 60 anni, randomizzati in un rapporto 3: 1 in due gruppi:

- 25 soggetti (gruppo di controllo) cui viene somministrato il placebo
- 75 soggetti cui viene somministrato Gam-COVID-Vac Combined Vector Vaccine per prevenire l'infezione da SARS-CoV-2.

Per ogni soggetto partecipante allo studio, la durata prevista è di 180 ± 14 giorni dopo la somministrazione della prima dose di vaccino/placebo, durante i quali ogni soggetto sarà sottoposto a una visita di screening e cinque ulteriori visite, di cui 2 per la somministrazione del vaccino e altre 3 di follow-up.

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Lo studio Clinical Trial of the Immunogenicity, Safety, and Efficacy of the Gam-COVID-Vac Vaccine Against COVID-19 in Venezuela (VENEZUELA), randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ha l’obiettivo di valutare immunogenicità, sicurezza ed efficacia del vaccino vettore combinato Gam-COVID-Vac contro l'infezione da coronavirus indotta da SARS-CoV-2 negli adulti.

Lo studio prevede l’arruolamento di 2.000 volontari di età superiore ai 18 anni. Dopo lo screening, i volontari saranno randomizzati (3: 1) in due gruppi:

- 500 volontari riceveranno il placebo
- 1.500 volontari riceveranno il vaccino combinato Gam-COVID-Vac contro l'infezione indotta da SARS-СoV-2

I soggetti dello studio saranno randomizzati in cinque fasce di età: 18-30, 31-40, 41-50, 51-60 e oltre 60 anni. Ciascun soggetto parteciperà alla sperimentazione per 180 ± 14 giorni dopo la prima dose del vaccino in studio o del placebo. Lo studio prevede 2 visite in corrispondenza della somministrazione del vaccino/placebo (giorno 1 e giorno 21 ± 2) e 3 visite di follow-up. Per valutare l’immunigenicità saranno prelevati campioni di sangue nei giorni 1, 42 ± 2 e 180 ± 14.

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Lo studio A Phase III Clinical Trial of the Immunogenicity and Safety of the Gam-COVID-Vac Vaccine Against COVID-19 in the UAE (SPUTNIK-UAE) randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo ha l’obiettivo di valutare l'immunogenicità e la sicurezza del vaccino vettoriale combinato Gam-COVID-Vac contro l'infezione da SARS-CoV-2.

I soggetti saranno randomizzati in due gruppi nel rapporto di 1:3:

- 250 soggetti che ricevono placebo
- 750 soggetti che ricevono il vaccino vettoriale combinato Gam-COVID-Vac contro l'infezione da SARS-СoV-2

I soggetti saranno randomizzati in cinque fasce di età: 18-30, 31-40, 41- 50, 51-60 e oltre 60 anni. Ogni soggetto parteciperà allo studio per 180±14 giorni dopo la prima dose del vaccino/placebo e sarà sottoposto in totale a sei visite durante il periodo di studio e a diversi follow-up telefonici.


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Vaccino Janssen Pharmaceutical
[Ad26.CoV2.S]
› Covid-19, dose di richiamo per il vaccino Janssen: il documento OMS e le raccomandazioni EMA
L’Organizzazione mondiale della sanitàha pubblicato il documento  Interim recommendations for the use of the Janssen Ad26.COV2.S (COVID-19) vaccine. Anche il il Comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA ha pubblicato la raccomandazione sulla dose di richiamo per il vaccino Janssen. Maggiori dettagli nella nostra news

› Sicurezza ed efficacia della singola dose: l'articolo su The New England of Medicine
Sadoff e colleghi hanno pubblicato sulla rivista The New England of Medicine lo studio dal titolo: Safety and Efficacy of Single-Dose Ad26.COV2.S Vaccine against Covid-19 che ha valutato, nell’ambito di uno studio di fase 3 attualmente in corso (ENSEMBLE), la sicurezza e l'efficacia di una singola dose di Ad26.COV2.S (5 × 1010 particelle virali) per la prevenzione di COVID-19 e dell’infezione da SARS-CoV-2 in soggetti adulti, riportando i risultati delle analisi preliminari.

Questo studio pilota di fase 3, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 2 anni è stato condotto in Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Perù, Sud Africa e Stati Uniti.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 1: 1 a ricevere Ad26.COV2.S (Janssen) o placebo salino. La randomizzazione è stata condotta con un sistema di risposta Web interattivo e stratificato in base al centro di ricerca, alle fasce di età e alla presenza/assenza di condizioni coesistenti associate a un aumentato rischio per COVID-19 grave.

Il vaccino (5 × 1010 particelle virali) come singola iniezione intramuscolare ( 0,5 ml) o il placebo sono stati somministrati il giorno 1 da un operatore sanitario (in cieco). I partecipanti hanno segnalato elettronicamente gli eventuali sintomi da COVID-19 utilizzando il questionario sui sintomi da COVID-19.

Gli endpoint primari erano rappresentati dalla valutazione dell'efficacia e della sicurezza del vaccino contro COVID-19 con un esordio a distanza di almeno 14 e 28 giorni dopo la somministrazione del vaccino nella popolazione che era risultata negativa per infezione da SARS- CoV-2.

L'arruolamento è iniziato il 21 settembre 2020 e la data limite della raccolta dati per l’analisi di questo studio è stata il 22 gennaio 2021. Sono risultati SARS-CoV-2 negativi un totale di 39.321 soggetti, di cui 19.630 hanno ricevuto Ad26.COV2.S e 19.691 hanno ricevuto il placebo. Il follow-up mediano è stato di 58 giorni (range: 1-124 giorni) e il 55% dei partecipanti è stato monitorato per almeno 8 settimane.
Dai risultati dello studio emerge che i soggetti che avevano ricevuto il vaccino Ad26.COV2.S risultavano protetti con un’efficacia del 66,9% contro COVID-19 da moderato a grave-critico (116 casi nel gruppo vaccino vs 348 nel gruppo placebo) ad almeno 14 giorni dopo la somministrazione del vaccino e con un’efficacia del 66,1% (66 vs 193 casi) ad almeno 28 giorni dopo la somministrazione. Tale efficacia risultava maggiore contro COVID-19 grave-critico (76,7%) con esordio ad almeno 14 giorni e dell’85,4% con esordio ad almeno 28 giorni. Nonostante 86 casi su 91 (94,5%) in Sud Africa presentavano la variante 20H/501Y.V2, l'efficacia del vaccino è stata del 52,0% contro COVID-19 da moderato a grave con insorgenza ad almeno 14 giorni dopo la somministrazione del vaccino e del 64,0% ad almeno 28 giorni dopo la somministrazione, mentre l'efficacia contro il COVID-19 grave-critico risultava rispettivamente del 73,1% e dell'81,7%.

Per quanto riguarda gli eventi avversi, questi si sono verificati con una maggiore frequenza nei soggetti che avevano ricevuto il vaccino Ad26.COV2.S rispetto al placebo, ma sono stati generalmente da lievi a moderati e comunque sono risultati transitori. Si sono verificati 3 decessi nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino, di cui nessuno era correlato a COVID-19, mentre si sono verificati 16 decessi nel gruppo placebo, di cui 5 erano correlati a COVID-19.

Gli Autori concludono che una singola dose di Ad26.COV2.S protegge contro il COVID-19 sintomatico ed che è particolarmente efficace contro malattie gravi critiche (ricovero e morte), anche nei paesi in cui le varianti risultano relativamente resistenti alla neutralizzazione degli anticorpi.

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EMA e AIFA autorizzano il vaccino Janssen. Il 15 marzo 2021 l’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato il vaccino contro COVID-19 della Janssen. Si tratta di un vaccino a singola dose composto da un vettore di adenovirus umano di tipo 26 ricombinante non replicante che trasporta il gene che codifica della glicoproteina di SARS-CoV-2. Dopo la somministrazione, la glicoproteina S di SARS-CoV-2 viene espressa transitoriamente, stimolando sia gli anticorpi S specifici neutralizzanti che altri funzionali, nonché le risposte immunitarie cellulari dirette contro l'antigene S, che possono contribuire alla protezione contro COVID-19.

Nella documentazione pubblicata sul sito dell’Agenzia europea del farmaco, che ha rilasciato l’autorizzazione condizionale in data 11 marzo 2021, vengono riportati i risultati dello studio di fase 3 (attualmente ancora in corso), multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo (COV3001) condotto negli Stati Uniti, in Sud Africa e nei paesi dell'America Latina con l’obiettivo di valutare l'efficacia, la sicurezza e l'immunogenicità di una singola dose del vaccino contro COVID -19 per la prevenzione del COVID-19 negli adulti di età ≥18 anni. I criteri di esclusione dello studio includevano una funzione anormale del sistema immunitario derivante da una condizione clinica, individui sottoposti a terapie immunosoppressive entro 6 mesi, donne in gravidanza. Non sono però stati esclusi i soggetti con HIV con soppressione della viremia stabile.

In tale studio sono stati arruolati un totale di 44.325 soggetti, randomizzati in parallelo in un rapporto 1: 1 per ricevere un'iniezione intramuscolare di vaccino contro COVID-19 (21.895) o placebo (21.888). I partecipanti sono stati seguiti per una mediana di 58 giorni (range: 1-124 giorni) dopo la vaccinazione. L’analisi di efficacia è stata condotta su 39.321, di cui 38.059 erano risultati sieronegativi per SARS-CoV-2 al basale e 1.262 individui presentavano uno stato sierologico sconosciuto.

L'età mediana degli individui che hanno ricevuto il vaccino Janssen contro COVID-19 era di 52,0 anni, il 44,3% degli individui era di sesso femminile (il 46,8% proveniva dal Nord America, il 40,6% dall'America Latina e il 12,6% dall'Africa meridionale); il 79,7% (N = 15.646) degli individui aveva un'età compresa tra 18 e 64 anni, il 20,3% un’età ≥ 65 anni e il 3,8% ≥ 75 anni. Un totale di 7.830 soggetti (39,9%) presentava almeno una comorbilità preesistente associata ad un aumentato rischio di sviluppare COVID-19 grave al basale, tra cui obesità (27,5%), ipertensione (10,3%), diabete di tipo 2 (7,2%), infezione da HIV stabile/ben controllata (2,5%), malattie cardiache gravi (2,4%) e asma (1,3%). Altre comorbidità erano presenti in ≤1% degli individui.

I casi COVID-19 sono stati confermati da un laboratorio centrale sulla base di un risultato positivo di RNA virale SARS-CoV-2 utilizzando un test basato sulla reazione a catena della polimerasi (PCR). L'efficacia risultava globalmente del 66.9% dopo 14 giorni dalla somministrazione del vaccino, nello specifico risultava del 64,2% nei soggetti di età compresa tra 18 e 64 anni; di 82.4% nei soggetti di età maggiore di 65 anni; di 100% nei soggetti di età maggiore di 75 anni; mentre risultava globalmente del 66,1% dopo 28 giorni dalla somministrazione del vaccino.

Non veniva veniva riscontrata nessuna differenza significativa nell’efficacia del vaccino nel sesso maschile rispetto a quello femminile, nonché fra i partecipanti con e senza comorbidità mediche associate ad alto rischio di COVID-19 grave. L’analisi di efficacia contro la COVID-19 mostrava un’efficacia del 76,7% contro la COVID-19 grave dopo 14 giorni e di 85.4% dopo 28 giorni dopo la vaccinazione. Nello specifico, 14 giorni dopo la vaccinazione, nel gruppo del vaccino Janssen contro COVID-19 sono stati riscontrati 14 casi gravi, di cui 2 sono stati ricoverati in ospedale, mentre 60 casi gravi sono stati riscontrati nel gruppo placebo, di cui 6 sono stati ricoverati in ospedale e 3 sono deceduti. La maggior parte dei casi gravi rimanenti soddisfaceva solo il criterio della saturazione di ossigeno (SpO2) per la malattia grave (≤93% nell'aria ambiente). Oltre 14 giorni dopo la vaccinazione, si sono verificati 2 casi di COVID-19 confermato molecolarmente che hanno necessitato del ricovero, contro 8 casi del gruppo placebo. Un caso nel gruppo placebo è stato ammesso nell'Unità di Terapia Intensiva e sottoposto a ventilazione meccanica.

In conclusione, non sono state osservate differenze statisticamente significative in termini di sicurezza o efficacia tra individui di età ≥65 anni e soggetti più giovani

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Lo studio di fase 3 Study of Ad26.COV2.S for the Prevention of SARS-CoV-2-Mediated COVID-19 in Adult Participants (ENSEMBLE) (NCT04505722) ha lo scopo di dimostrare l'efficacia del vaccino ricombinante Ad26.COV2.S, basato sul vettore adenovirale sierotipo 26 (Ad26) che esprime la proteina spike (S) di SARS-CoV-2, nella prevenzione di COVID-19 mediato da SARS-CoV-2 negli adulti di età pari o superiore a 18 anni. Si tratta di uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato che prevede il coinvolgimento di 60mila partecipanti suddivisi in 178 centri di ricerca. Lo studio prevede due bracci: i partecipanti del gruppo sperimentale riceveranno l'iniezione intramuscolare (IM) di Ad26.COV2.S con un dosaggio di 1 ^ 10 * 11 particelle virali (vp) come vaccino monodose il giorno 1; i partecipanti del gruppo di controllo riceveranno un’unica iniezione IM di placebo il giorno 1. Entrambi i gruppi saranno sottoposti ad un periodo di follow-up di 2 anni.

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Lo studio di fase 3 Study of Ad26.COV2.S for the Prevention of SARS-CoV-2-mediated COVID-19 in Adults (ENSEMBLE 2) (NCT04614948) randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ha lo scopo di valutare l'efficacia e la sicurezza di Ad26.COV2.S, nella prevenzione del COVID-19 mediato da SARS-CoV-2 negli adulti di età pari o superiore a 18 anni. Lo studio prevede il coinvolgimento di 30.000 partecipanti. Al gruppo sperimentale sarà somministrato due dosi di vaccino Ad26.COV2.S per via IM a distanza di 57 giorni: Il gruppo di controllo, seguendo la stessa schedula vaccinale, riceverà due dosi di placebo. Lo studio consisterà in: una fase di screening (fino a 28 giorni), un periodo di studio in doppio cieco (60 settimane) e un periodo di follow-up a lungo termine (1 anno aggiuntivo). Durante lo studio verranno eseguite valutazioni come efficacia (segni e sintomi simili a COVID-19, ecc.), Immunogenicità (come le risposte immunitarie umorali) e sicurezza (come il monitoraggio degli eventi avversi).

› rari casi di trombocitopenia dopo vaccinazione con il vaccino Johnson & Johnson
La FDA sta esaminando i dati riguardanti 6 casi segnalati di un tipo raro e grave di trombosi dopo la vaccinazione. Per altri dettagli leggi la nostra news Rari casi di trombocitopenia dopo vaccinazione con i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson

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Vaccino CanSino Biological Inc./Beijing Institute of Biotechnology

[Ad5-nCoV]

Lo studio di fase 3 Phase III Trial of A COVID-19 Vaccine of Adenovirus Vector in Adults 18 Years Old and Above (NCT04526990), randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ha lo scopo di valutare negli adulti con età ≥ 18 anni l'efficacia, la sicurezza e l'immunogenicità del nuovo vaccino ricombinante (Ad5-nCoV) contro il coronavirus che utilizza un adenovirus (di tipo 5, non replicante) per trasportare il materiale genetico che codifica per la proteina Spike di SARS-CoV-2. Il programma di immunizzazione prevede  la somministrazione di una sola dose di vaccino per via intramuscolare nel deltoide. È previsto l’arruolamento di 4.000 soggetti (2.000 nel gruppo sperimentale e 2.000 nel gruppo placebo).

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Il trial  Clinical Trial of Recombinant Novel Coronavirus Vaccine (Adenovirus Type 5 Vector) Against COVID-19, randomizzato, in doppio cieco, ha come obiettivo quello di valutare l'efficacia, la reattogenicità e la sicurezza del vaccino Ad5-nCoV rispetto al placebo in volontari di età compresa tra 18 e 85 anni.  In questo trial, attivo, ma chiuso al reclutamento, sono stati arruolati un totale di 500 volontari adulti sani di età compresa tra 18 e 85 anni, randomizzati in rapporto 3: 1 in due gruppi:
  • In 375 volontari è prevista la somministrazione di una singola dose di vaccino Ad5-nCoV (5e10 particelle virali)
  • In 125 volontari è prevista la somministrazione di una singola dose di placebo.
Il vaccino Ad5-nCoV o il placebo sono somministrati per via intramuscolare nel muscolo deltoide del braccio a una dose singola di 0,5 mL (1 siringa preriempita). 


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torna alla pagina principale Nuovo coronavirus: il punto sui vaccini in sperimentazione

A cura di:
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi







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