Eccessi di mortalità nella seconda ondata Covid-19: l'aggiornamento ISTAT e ISS al 30 novembre 2020


13/1/2021
In data 30 dicembre l'ISTAT ha rilasciato un nuovo aggiornamento dei dati di mortalità in Italia, con dettaglio giornaliero e comunale al 31 ottobre 2020. Contestualmente è stato reso disponibile un nuovo report ISTAT-ISS sull’impatto della pandemia sulla mortalità COVID-19 e sulla mortalità generale della popolazione italiana, con una stima anche dei decessi al 30 novembre (fino al dettaglio provinciale), che sappiamo essere il mese in cui la seconda ondata della pandemia ha causato il maggior numero di decessi.

Premessa metodologica

È necessaria una premessa metodologica. Nel Report ISTAT-ISS viene chiarito che la base dati di mortalità giornaliera (quindi quella al 31 ottobre) è consolidata a distanza di 45 giorni rispetto alla data di evento mediante l’integrazione delle notifiche di cancellazione per decesso di fonte anagrafica con i dati sui deceduti risultanti all’Anagrafe tributaria. Diversamente da quanto fatto negli aggiornamenti precedenti, in questa ultima fornitura di dati viene fornita anche una stima anticipatoria relativa al mese di novembre. Senza entrare in eccessivi dettagli tecnici, tale stima è stata ottenuta applicando ai dati non ancora consolidati, i coefficienti di ritardo calcolati nei primi 7 mesi dell’anno. L’obiettivo è quindi quello di integrare i dati parziali sulla base del comportamento dei comuni nei primi 7 mesi dell’anno nel registrare i decessi, sotto l’ipotesi che tale comportamento resti invariato anche per gli eventi avvenuti a novembre.

Del resto ad ogni successivo aggiornamento la base dati ISTAT viene comunque rivista per tener conto del consolidamento progressivo dei dati: i dati di mortalità dei primi 6 mesi del 2020 risultano ormai consolidati in ragione della distanza di almeno quattro mesi di ritardo tra data di evento e data di acquisizione, con recuperi che non superano mai le 200 unità e con un’incidenza percentuale che non supera mai lo 0,5%. Per il mese di settembre si osserva un recupero di oltre 500 decessi (1,1% del totale del mese). In ogni caso, al netto del fatto che a livello locale ci possono essere situazioni molto eterogenee e nonostante le dovute cautele, i dati diffusi finora da ISTAT hanno consentito un monitoraggio tempestivo e affidabile della evoluzione della mortalità totale nei primi mesi del 2020.

Perché sono importanti i dati sugli eccessi di mortalità

Fatta questa premessa metodologica, ricordiamo anche l’importanza che i dati di mortalità generale (non solo per COVID-19) hanno per monitorare gli effetti della pandemia sulla mortalità della popolazione. Altri indicatori, seppur utili ai fini del monitoraggio, presentano inevitabilmente delle criticità, soprattutto relativamente ai confronti nel tempo e tra territori diversi. Ad esempio, il tasso di letalità di COVID-19, cioè il numero di decessi COVID-19 sul totale dei casi positivi, è fortemente influenzato dalla capacità di tracciamento dei casi, che sappiamo essere soggetto a variazioni nel tempo e tra aree diverse. Oppure il tasso di mortalità, cioè il numero di decessi sul totale residenti, risente comunque della difficoltà di identificare i decessi COVID-19, particolarmente quando questi avvengono in pazienti con numerose patologie concomitanti. Nonostante ISS e ISTAT abbiano rilasciato indicazioni su definizione, certificazione e classificazione dei decessi COVID-19, è tuttavia possibile una non uniformità nella segnalazione dei decessi COVID-19 nelle varie fasi dell’epidemia e in contesti diversi. A ciò si aggiunge il fatto che la classificazione del decesso COVID-19 richiede necessariamente la positività al tampone, con conseguente sottostima dei decessi COVID-19, in particolare nella prima ondata epidemica in cui la capacità diagnostica era ridotta. L’analisi degli eccessi di mortalità, invece, non risente di tutte queste criticità e, al netto dei tempi necessari per il consolidamento dei dati, rappresenta l’indicatore più rigoroso per valutare l’impatto della pandemia sulla mortalità della popolazione e per fare confronti temporali e tra territori diversi.

I dati nazionali

Il bilancio provvisorio del totale dei decessi del periodo gennaio-novembre 2020 ammonta a 664.623: si tratta di 77.136 decessi in più della media 2015-2019. Se si considera lo stesso periodo di osservazione dei decessi COVID-19 (febbraio-novembre 2020), l’eccesso di mortalità è ancora più elevato (83.985 decessi in più, pari al +16%) in quanto non compensato dal deficit di morti a gennaio 2020 rispetto alla media, per lo stesso mese, nel 2015-2019. I decessi di persone positive al COVID-19 registrati dalla Sorveglianza integrata riferiti allo stesso periodo, al netto del consolidamento dei dati relativi al mese di novembre, sono 57.647, ovvero il 69% dell’eccesso totale.

In tabella 1 sono mostrate le variazioni % dei decessi totali (cioè per qualsiasi causa) nel periodo gennaio-novembre 2020, rispetto alla media 2015-2019.

Tabella 1: Variazioni % dei decessi totali nel periodo gen-nov 2020, rispetto alla media 2015-2019
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Si nota come a livello nazionale, dopo gli eccessi di mortalità registrati nei mesi più duri della prima ondata (marzo: +48%, aprile: +40%), soprattutto nelle regioni del Nord Italia, Lombardia in primis, è nel mese di novembre che la seconda ondata mostra un effetto altrettanto consistente: +48%. Seppur permanga un gradiente geografico Nord-Centro-Sud, le differenze geografiche sono meno marcate rispetto a quanto osservato nella prima ondata pandemica: nel mese di novembre al Nord l’eccesso di mortalità è del 61%, nelle regioni del Centro del 39%, al Sud del 35%. Si registra una maggiore uniformità anche nei valori regionali, ad eccezione del valore decisamente fuori scala della Valle d’Aosta che mostra un eccesso di mortalità a novembre del +140%. Per la gran parte delle regioni, Toscana compresa, gli eccessi di novembre sono maggiori di quelli registrati nei mesi di marzo e aprile. Solo per la Lombardia e l’Emilia-Romagna si nota nel mese di novembre un eccesso inferiore a quanto era stato osservato nei mesi della prima ondata.

Rispetto alle variazioni % per sesso e classi d’età (figure 1-2), si nota come gli eccessi di mortalità siano più alti negli uomini rispetto alle donne, in tutte le fasi epidemiche e nelle diverse aree geografiche. Gli ultra 80enni, sia uomini che donne, rappresentano la fascia di popolazione che registra gli eccessi di mortalità più alti. Negli uomini con 80 anni e oltre, a livello medio nazionale, si passa da una flessione della mortalità del 3,5% del periodo gennaio-febbraio a un aumento del 62% nel mese di marzo e del 47% ad aprile, per arrivare al +62% di novembre. Per le donne della stessa classe di età la variazione dei decessi, rispetto alla media 2015- 2019, va da -7,4% del bimestre gennaio-febbraio a +41,6% e +49,5% di marzo e aprile, a +49% di novembre.

L’altro dato da evidenziare è la diminuzione % dei decessi nella classe 0-49 anni, sia negli uomini che nelle donne, da attribuire prevalentemente, oltre che alla minore letalità dell’epidemia per i minori di 50 anni, alla minore mortalità per incidenti stradali e infortuni, legata alla minore mobilità e al blocco delle attività produttive dei mesi di lockdown.

Figura 1: Variazioni % dei decessi totali 2020 vs. 2015-2019. UOMINI
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Figura 2: Variazioni % dei decessi totali 2020 vs. 2015-2019. DONNE

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Gli eccessi di mortalità in Toscana

In Toscana nel periodo gennaio-novembre la stima dei decessi complessivi è di oltre 43.000 unità, pari a circa 2.915 decessi in più rispetto alla media 2015-2019, per un incremento percentuale complessivo del +7%. In figura 3 è riportato l’andamento per ciascun mese del 2020 delle variazioni percentuali dei decessi totali.

Figura 3: Variazioni % dei decessi totali 2020 vs. 2015-2019. Toscana
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* dato stimato in attesa di consolidamento

In linea con l’andamento dell’epidemia e della circolazione del virus nella nostra regione, gli incrementi percentuali di mortalità osservati nei mesi di marzo (+13%) e aprile (+19%) sono stati abbondantemente superati dal dato di novembre, che registra un +48%, seppur basato su una stima che necessita di essere consolidata.

A livello provinciale (figura 4) si conferma il maggior impatto della pandemia sulla mortalità nelle province di Massa-Carrara, Prato e Firenze. Nella provincia di Massa-Carrara la stima dell’eccesso di mortalità nel mese di novembre è del 59%, con un bilancio complessivo del periodo gennaio-novembre di 344 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (+14%). Nella provincia di Firenze l’eccesso di mortalità globale (gen-nov) è di circa 1.000 decessi in più rispetto agli anni precedenti, equivalente ad un incremento del 10%, nel solo mese di novembre la stima dell’eccesso è pari al 60%. La provincia di Prato si contraddistingue per un eccesso di mortalità nel mese di ottobre più consistente (+46%) rispetto al resto della regione, nel mese di novembre l’eccesso stimato è del 61%. Complessivamente nel periodo gen-nov l’eccesso è pari a 232 decessi in più (+10%).

Anche le province della Toscana meridionale, che nella prima ondata erano state meno interessate, nel mese di novembre registrano incrementi importanti della mortalità: +35% nella provincia di Grosseto, +25% nella provincia di Siena. La provincia di Siena nei primi 11 mesi del 2020 è l’unica provincia toscana a non registrare complessivamente eccessi di mortalità rispetto alla media dei 5 anni precedenti.

Figura 4: Variazioni % dei decessi totali 2020 vs. 2015-2019. Province Toscana (dato di novembre stimato, in attesa di consolidamento)
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In figura 5 è mostrato l’andamento giornaliero dei decessi COVID-19 in Toscana, secondo quanto riportato nel bollettino giornaliero della Protezione civile. Nel periodo di osservazione dei decessi COVID-19, ovvero i mesi di marzo-novembre, l’eccesso di mortalità totale in Toscana è pari a circa 3.500 decessi in più rispetto alla media 2015-2019, mentre i decessi COVID-19 ufficiali al 30 novembre sono 2.641. Quindi, al netto dei ritardi delle notifiche nel mese di novembre e del consolidamento della banca dati della mortalità generale giornaliera, i decessi COVID-19 costituirebbero circa il 75% dell’eccesso totale, un dato superiore alla media stimata sul territorio nazionale pari al 69%.

Figura 5: Decessi COVID-19 giornalieri in Toscana (fonte: Protezione civile)
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A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana