Promuovere la vaccinazione antinfluenzale nei luoghi di lavoro attraverso le scienze comportamentali

Le proposte dei partecipanti al NUDGE DAY #2


18/10/2020

1. “Riportare a terra” gli argomenti

Come nel caso del Nudge Day #1 un anno e mezzo fa, anche nella seconda edizione dell’evento, il 21 ottobre scorso, è stata perseguita l’idea di facilitare l’apprendimento attraverso la partecipazione proattiva dei partecipanti. Dal momento che l’evento online precludeva l’organizzazione di gruppi di lavoro specifici sui temi presentati dai relatori, è stato predisposto un questionario online con il proposito di consentire ai partecipanti di “riportare a terra”, ovvero rielaborare nel contesto dei luoghi abituali di lavoro, le problematiche e le soluzioni illustrate attraverso le presentazioni.
Si è così predisposto un questionario online, da compilarsi al termine delle relazioni e durante lo spazio della discussione, per raccogliere le proposte di intervento che facessero leva sulle caratteristiche delle scienze comportamentali, su un tema particolarmente investigato dai relatori e facilmente riscontrabile nella quotidianità dei partecipanti, ovvero l’adesione alla vaccinazione influenzale del personale nei luoghi di lavoro.

2. La raccolta delle proposte dei partecipanti

Il questionario proponeva tre ambiti propositivi secondo tre caratteristiche di un intervento “nudge”, con la finalità di rendere l’opzione di scelta desiderata (la vaccinazione del personale):
  • facile da perseguire (rendendo cioè il comportamento conseguente alla scelta pienamente accessibile)
  • attrattiva (rendendo l’opzione desiderata facilmente visibile e individuabile e facendo leva sulla consapevolezza dell’importanza della scelta)
  • a rilevanza sociale (attraverso l’aderenza a norme sociali virtuose e condivise, o il riferimento ad esempi autorevoli).
Le domande del questionario, formulate in relazione a queste tre caratteristiche, erano le seguenti:
  1. Pensando al vostro luogo di lavoro abituale, quale iniziativa potrebbe essere adottata per RENDERE PIU' AGEVOLE la possibilità di andare a vaccinarsi contro l'influenza per le vostre colleghe e i vostri colleghi?
  2. Pensando al vostro luogo di lavoro abituale, quale iniziativa potrebbe essere adottata per ATTIRARE L'ATTENZIONE dei vostri colleghi e delle vostre colleghe sull’opportunità di vaccinarsi?
  3. Pensando al vostro luogo di lavoro abituale, quale tipo di comunicazione potrebbe rivelarsi efficace nel far comprendere come la vaccinazione antinfluenzale costituisca una NORMA SOCIALE VIRTUOSA cui è vantaggioso uniformarsi?
Nel presentare gli spunti proposti, gli organizzatori del webinar erano comunque consapevoli della complessità del lavoro richiesto, soprattutto per la difficoltà per il partecipante al webinar di acquisire piena familiarità con le specifiche delle scienze comportamentali. Tuttavia, nelle 43 proposte raccolte è stato possibile riscontrare come alcune caratteristiche di un intervento nudge siano state colte e riutilizzate proattivamente.

Quanto segue si propone di dare un riscontro sintetico delle proposte raccolte, con una riflessione sulle loro caratteristiche più attinenti alle scienze comportamentali. Le citazioni estratte direttamente dalle proposte saranno indicate tra virgolette in corsivo.

3. Come promuovere la vaccinazione antinfluenzale nei luoghi di lavoro

Quarantatre sono le proposte pervenute attraverso il questionario online.
Queste sono state analizzate in riferimento non alle specifiche domande ma al tema dell’iniziativa suggerita, in modo da poterle rapportare più facilmente ai criteri degli interventi sviluppati secondo le scienze comportamentali.

3.1 Un’informazione “attrattiva”

L’informazione è lo strumento principale per “attirare” l’attenzione delle persone sull’opportunità di compiere una determinata scelta, rendendole consapevoli del problema che attraverso il comportamento appropriato è possibile affrontare. Nell’ottica delle scienze comportamentali, l’informazione può essere ovviamente uno strumento adatto a favorire la facilità di una scelta, o presentarne la rilevanza sociale. Le 23 proposte raccolte dai partecipanti offrono tutte queste prospettive, attraverso interventi che, a prescindere dai contenuti informativi, si possono sintetizzare attraverso due categorie: lo strumento informativo e il coinvolgimento dei professionisti.

3.1.1 Lo strumento informativo

Negli 8 casi in cui si fa menzione del supporto informativo, il più citato è il poster (4 volte), seguito dall’informativa cartacea (2 volte) e il video (2). Sicuramente poster e video favoriscono l’attrattività dell’informazione, data la maggior predisposizione a colpire l’attenzione; tuttavia la proposta di una “informativa cartacea da tenere in ufficio” sembra fare riferimento ad una disponibilità dell’informazione che potrebbe cogliere l’attenzione proprio per il fatto di essere a portata di mano lungo un arco di tempo prolungato nel corso della giornata.

3.1.2 Il ruolo dei professionisti

In 10 casi si fa specifico riferimento ai professionisti come fonte diretta dell’informazione e come figura coinvolta nella sua diffusione. È qui chiaro come l’attrattività dell’informazione sia declinata attraverso l’autorevolezza e la competenza di chi la propone, ovvero di una figura che ispira fiducia.
Così, da “l’infettivologo che spiega l’utilità dei vaccini”, a “l’esperto che dà risposte a domande sui vaccini nell’ambito di una comunicazione partecipata”, a veri e propri corsi di formazione (anche obbligatori), il coinvolgimento dei professionisti arriva al livello di piena partecipazione, attraverso l’attivazione di “gruppi di lavoro all'interno dei reparti che possono collaborare ad attività di promozione tramite foto,motti, disegni e attività atte ad educare alla vaccinazione per noi e per gli altri, per tutelare la salute di tutti collaborando insieme dentro l'unità operativa per portare all'esterno l'elaborato che verrebbe utilizzato nell'azienda e fuori azienda.”
Si segnala tuttavia una proposta in cui il coinvolgimento dei professionisti viene suggerito non solo in chiave di attrattività, ma anche di “norma sociale”, rendendo auspicabile – oltre che visibile - l’aderenza al comportamento vaccinale che ci si aspetta da un gruppo professionale: “usare un cartellone in cui ogni collega vaccinato mette un segno di riconoscimento per indicare che si è sottoposto alla vaccinazione” .

3.1.3. Il contenuto dell’informazione

I contenuti dell’informazione sono prevalentemente centrati sul rischio della non vaccinazione. L’informazione dovrebbe riuscire ad attrarre l’attenzione sia su “i danni che possono essere fatti sugli ospiti (di una struttura sanitaria) per la mancata vaccinazione degli operatori”, che sugli “effetti collaterali di contagio tra i colleghi”, anche facendo uso di dati che possano indicare “il numero di colleghi o pazienti che sarebbero contagiati se anche solo una persona non effettua la vaccinazione.” L’informazione tuttavia deve essere tale da tener conto anche nel modo più obiettivo e trasparente possibile dell’efficacia della vaccinazione, riferendo che “ci sono vaccini efficaci e altri che non lo sono” secondo quanto indicato dagli “studi di efficacia”.

3.2 Facilitare la scelta tra luoghi, orari e gratuità della vaccinazione

L’opportunità di vaccinare le persone direttamente sul posto di lavoro e organizzarla in orari comodi ed elastici per il personale potrebbe, secondo alcuni, facilitare la scelta vaccinale.
La riuscita di queste iniziative dipenderebbe soprattutto dalla possibilità di proporre la vaccinazione senza alterare o incidere troppo sul lavoro delle persone e senza chiedere al personale un impegno eccessivo nel comprenderne l’organizzazione.
Su 9 proposte riguardanti il luogo, ben 8 invitano ad effettuare la vaccinazione direttamente sul luogo di lavoro, addirittura con modalità di “porta a porta, vaccinatori che vanno nelle unità operative nel cambio turno”, mentre una auspica la disponibilità di “ambulatori diffusi per le vaccinazioni.”
Sette sono invece le proposte che riguardano l’organizzazione degli orari. Queste puntano tendenzialmente su “date e orari accessibili per chi entra e chi esce dal servizio”, messi a disposizione attraverso “più slot di prenotazione”, o sull’elasticità degli orari “per non creare lunghe attese”; tuttavia in due casi viene identificato come elemento facilitatore il fatto di disporre di “appuntamenti fissati in orario di servizio direttamente dalla asl di competenza.”

In due delle proposte analizzate, la gratuità del vaccino renderebbe più probabile l’adesione a questo comportamento.

3.3 L’argomento dei testimonial tra estetica e rilevanza sociale

Abbiamo deciso di trattare a parte l’argomento dei “testimonial”, per poter cogliere lo spunto di riflessione sollevato in termini di estetica e rilevanza sociale.
Che l’estetica sia attrattiva nell’ambito della comunicazione commerciale non c’è alcun dubbio, e per questa ragione potrebbe essere utile “utilizzare ragazzi immagine (es. l'infermiere uomo più bello e palestrato che abbiamo e il medico donna più attraente) per andare a vaccinare in giro per le varie unità.” Che la chiave di lettura di questa proposta sia il riferimento al proverbio mens sana in corpore sano è solo fino un ad un certo punto una forzatura, così come lo è nel caso dell’altra proposta che prevede il coinvolgimento di “testimonial”, ovvero la “vaccinazione della squadra di calcio della Fiorentina.” In questo caso il comportamento adottato da un modello di riferimento socialmente rilevante diventa un esempio da imitare (tranne, forse, nei giorni in cui scriviamo, come i tifosi della squadra menzionata facilmente intuiscono).



A cura di: Giacomo Galletti, Claudia Gatteschi, Francesca Collini - ARS Toscana



Per approfondire

Per approfondire:
vai alla pagina dedicata all'evento Nudge Day #2 - Scienze comportamentali, complessità e spinte gentili: esperienze e opportunità del 21 ottobre 2020 con le slide presentate.